Chiara Valdambrini è la nuova direttrice di Santa Maria della Scala a Siena

L’archeologa toscana, già direttrice del Museo d’Archeologia e dell’Arte di Maremma a Grosseto, è stata scelta nella rosa delle cinque candidature finaliste per assumere la direzione della Fondazione Antico Ospedale Santa Maria della Scala

All’inizio del 2023, il Museo di Santa Maria della Scala di Siena pubblicava un Avviso pubblico per la ricerca di un nuovo direttore della Fondazione Antico Ospedale Santa Maria della Scala (costituitasi nel giugno 2022), per adempiere a una funzione vacante dal 2019, quando ebbe fine l’incarico di Daniele Pittéri. Nei giorni scorsi, tra le candidature pervenute (oltre sessanta), la rosa dei papabili era stata ridotta a cinque figure ritenute idonee ad assumere il ruolo (il critico e curatore d’arte Stefano Raimondi, lo storico dell’arte Guicciardo Sassoli de’ Bianchi Strozzi, il dirigente comunale Iuri Bruni, il critico d’arte contemporanea Angel Moya Garcia, l’archeologa medievista Chiara Valdambrini), con il compito di alimentare nel prossimo futuro un grande progetto culturale.

CHI È CHIARA VALDAMBRINI

Ad avere la meglio è stata Chiara Valdambrini, classe 1978, origini aretine, laureata proprio all’Università di Siena in Archeologia e finora alla direzione del Museo d’Archeologia e dell’Arte della Maremma, a Grosseto (ruolo assunto alla fine del 2019). A decidere, la commissione formata da Cristiana Collu, Paola Dubini, Paride Minervini e Giovanni Liberati Buccianti; l’incarico, che sarà ufficiale dopo la ratifica del CdA prevista per il 21 aprile, avrà durata di tre anni (a partire da settembre 2023) e sarà rinnovabile. Secondo lo Statuto della Fondazione, il direttore avrà il compito di valorizzare, promuovere e gestire il museo di Santa Maria della Scala e il patrimonio in esso custodito, “per collocare il complesso museale nel sistema di relazioni con le altre istituzioni locali, nazionali e internazionali, coordinando anche le attività artistico culturali in tutte le loro espressioni”. Il lavoro svolto a Grosseto negli ultimi anni, in concomitanza con la pandemia, testimonia l’impegno di Valdambrini nel concepire un nuovo modo di essere museo, centrato su un ampliamento dell’offerta – anche grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie digitali – e su un’intensificazione del dialogo con i visitatori. In tal senso si inquadrano anche le iniziative varate al Maam per favorire l’accessibilità, come le visite guidate in lingua dei segni avviate lo scorso novembre. Esperienze, queste, che potranno tornare utili alla neodirettrice nella gestione del suo incarico: a Valdambrini spetterà curare la strategia di sviluppo del museo, coordinandone la programmazione e le attività (soprattutto didattiche legate al Museo d’Arte dei Bambini), tenendo conto delle identità che contraddistinguono la sua storia e le collezioni (quelle di arte antica del Museo Archeologico Nazionale e della Collezione Piccolomini Spannocchi, così come quelle documentarie della Biblioteca e Fototeca Giuliano Briganti), di concerto con il Consiglio di Amministrazione della Fondazione.

Santa Maria della Scala, Siena

Santa Maria della Scala, Siena

CHIARA VALDAMBRINI SUL NUOVO INCARICO

Di grande felicità sono le prime parole della nuova direttrice: “È una giornata meravigliosa, ritorno in uno dei luoghi del cuore per noi che abbiamo studiato archeologia a Siena: Santa Maria della Scala è stata una fabbrica di formazione, qui abbiamo fatto gli scavi durante gli studi. E questo luogo già al tempo mi aveva insegnato tanto, perché la sua è una storia di accoglienza, di ospitalità, di cura, di aiuto: mi ha sempre colpito l’accoglienza dei gittatelli, qui si investiva sul futuro, e bisogna tornare a farlo. Vorrei che questo luogo continuasse a raccontare la sua storia”. Anche perché, evidenzia Valdambrini, “ho l’impressione che questo filo narrativo si sia un po’ perso. Ho percepito negli ultimi anni un distacco dei senesi da Santa Maria della Scala, come pure un distacco tra Santa Maria e gli altri poli culturali della città. Ecco perché cercherò di partire innanzitutto dalla città, che è il compito più difficile. Poi si costruirà su potenzialità enormi, si cercheranno fondi… Ma per farlo bisogna avere un progetto forte, e coesione con l’Opera del Duomo, con l’Università, con la Direzione regionale Musei della Toscana, con la Fondazione Musei Senesi, con l’Archivio di Stato”. A proposito della progettualità, si punterà anche sulla contaminazione con il contemporaneo – “anche a Grosseto ho istituito un contenitore che stimoli il confronto tra archeologia e contemporaneo” – ma nell’ambito di una progettualità che non spaventi: “Bisogna targettizzare il pubblico e cercare di costruire un progetto a lungo termine, non ho mai creduto negli eventi spot. Bisogna dare continuità. E si deve andare oltre la “conchiglia”, che è piazza del Campo: un luogo centrale per Siena, ma non l’unico. San Bernardino diceva che Santa Maria della Scala è il naso del volto della città: un archeologo, quando ricostruisce il volto dei defunti parte da un ossicino fondamentale, che è l’attacco del naso. Quindi il Santa Maria nella mia visione della città è essenziale, deve congiungere il passato con presente e futuro”. Un approccio schietto, quello di Chiara Valdambrini, che come racconta lei stessa è dovuto alla versatilità delle sue esperienze: “Ho un background misto, dopo la carriera universitaria ho fatto tanta ricerca, poi ho iniziato a lavorare per i musei, ad Arezzo, ma come operatore museale: da lì il campo visivo è ampio, si capiscono molte cose. Intanto ho continuato a fare l’archeologa, finché a Grosseto non mi sono cimentata con la direzione di un museo, prima scientifica, poi generale. Ho tentato il concorso a Siena per un moto di affetto verso la città, oggi trovarmi a raccontare tutto questo mi dà grande felicità, anche se c’è un po’ di malinconia per la squadra che lascio a Grosseto. Ma avrò un nuovo team, un nuovo gruppo di lavoro, mi aspetto anche diffidenza, all’inizio, ma sono una persona che ascolta molto, spero che per Siena possa essere il modo giusto per iniziare il nostro percorso insieme”.

Livia Montagnoli

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