Malaga. Focus sul CAC

Terza tappa del nostro reportage dall’Andalusia. Il CAC – Centro de Arte Contemporáneo di Malaga è un centro culturale sul modello delle Kunsthalle tedesche, con mostre realizzate ad hoc per il museo e opere esposte per la prima volta in Spagna, l’ingresso gratuito e uno staff quasi totalmente al femminile. Ne abbiamo parlato con il direttore Fernando Francés.

Come nasce la storia del CAC?
Nel 2002 abbiamo vinto la direzione del Centro d’Arte Contemporanea tramite una gara pubblica indetta dal consiglio comunale di Malaga. All’epoca non esisteva nessun altro museo in quella che oggi è la città dei musei. Il progetto era molto ambizioso per una città a quell’epoca senza molta attività artistica. L’obiettivo era portare a Malaga i più importanti artisti del mondo per esporre progetti da noi prodotti, che offrissero un approccio molto sociale e politico, costituire una collezione di arte locale e sviluppare l’attività culturale e pedagogica.

E come è andata?
Abbiamo avuto 113mila visitatori nel primo anno: è stato un successo assoluto, consolidato e migliorato nel corso degli anni.

Come sono cambiati i flussi turistici?
Il turismo è migliorato grazie ai musei. Sono indubbiamente un incentivo importante, ma è fondamentale anche il miglioramento degli standard ricettivo e gastronomico, l’arrivo dell’alta velocità ferroviaria e l’espansione dell’aeroporto, una politica molto attiva da parte del municipio per diffondere le qualità di una delle migliori città europee in cui vivere. Detto questo, il nostro museo non è progettato per i turisti, che rappresentano solo il 38% delle visite, ma per la comunità locale di Malaga, perché abbiamo una spiccata vocazione sociale.

CAC – Centro de Arte Contemporáneo, Malaga

CAC – Centro de Arte Contemporáneo, Malaga

Com’è cambiata la città in questi anni?
La città attuale non ha niente a che fare con quella di vent’anni fa. Il centro storico è stato recuperato, le comunicazioni interne ed esterne sono state migliorate, il porto è stato aperto con una grande area ricreativa per la città. Malaga è una capitale tecnologica ed è la smart city leader in Spagna. I cittadini sono più istruiti, tolleranti, aperti e interessati alla cultura.

Che genere di programmazione ha il CAC?
Cerco di mostrare tre aspetti principali dell’arte attuale. Prima di tutto gli artisti più importanti e influenti del mondo: Richter, Weiner, Bourgeois, Katz, McCarthy, Borremans, Tuymans, Kentridge, Ruff, Wurm, Gilbert e George, Cragg, Long, Ai Weiwei, Nauman. Tutti tra i primi cento al mondo. Ma anche gli artisti che riflettono su quegli aspetti che ci interessano concettualmente, come Tracey Emin, Rachel Whiteread, Raymond Pettibon, Jaume Plensa, Rebecca Horn ecc. E in terzo luogo gli artisti di prossimità con cui abbiamo realizzato molteplici collettive e più di trenta mostre monografiche come Javier Calleja, Manuel León, Rubén Guerrero, Carlos Aires, Guillermo Paneque, Curro González e Pilar Albarracín. Una caratteristica del CAC è anche quella di sviluppare uno sguardo molto attento verso la pittura internazionale, un lavoro in cui siamo specialisti e unici.

Sogni nel cassetto?
Penso che ora ci siano due sfide principali, oltre al consolidamento dell’offerta museale: diventare a medio termine anche città della musica e aprire un centro di produzione artistica, per il quale i primi passi si muovono a La Cárcel.

Giorgia Losio

http://cacmalaga.eu/

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #45

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Giorgia Losio

Giorgia Losio

Giorgia Losio, nata a Milano, è storica dell’arte e appassionata di design. Ha studiato storia dell’arte presso l’Università degli Studi di Milano e si è specializzata in storia e critica dell’arte contemporanea all’Université Sorbonne Paris-IV e in museologia e museografia…

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