Osservatorio curatori. Current

Alessandro Azzoni, Ruben De Sousa, Tania Fiaccadori, Carlo Miele, Francesco Pieraccini e Marcella Toscani. In una parola: CURRENT. Un gruppo che non vive di sola arte. E infatti si ispira al cut-up di William S. Burroughs e Brion Gysin. Qui raccontano chi sono, cosa fanno e perché.

CURRENT vuole essere un punto di aggregazione delle idee e delle correnti non incasellabili della creatività contemporanea, per dare corpo e forma alle urgenze del continuum culturale in cui ci muoviamo. L’idea di Current nasce prima dello spazio in cui siamo poi andati a inserirci, dalla necessità di creare una piattaforma per mettere in mostra ma prima ancora per co-creare, per captare le correnti che oscillano fra i nostri immaginari virtuali e reali.
Il metodo che ci siamo dati è collaborativo e non lineare, olistico: se il punto di partenza sono le arti visive ‒ e il rapporto artisti/curatori ‒ crediamo che i più differenti apporti creativi possano attivare campi d’azione inesplorati e degni di essere attraversati e mostrati. Un riferimento può essere il metodo artistico-letterario del cut-up elaborato da William S. Burroughs e Brion Gysin in The Third Mind (1978), dove gli elementi più disparati possono essere combinati a produrre risultati inaspettati, e in cui l’interazione di due (o più) menti apre le porte di quel luogo, la terza mente, in cui nessuna delle due coscienze separate sarebbe potuta arrivare, una terza intelligenza con una propria vita.

Gli interni di Current

Gli interni di Current

Quest’anno, l’idea di Current si è insediata in un’ex galleria di via Sant’Agnese 12, a Milano. Spazio espositivo quindi, ma anche laboratorio per la sperimentazione e lo scambio di idee: non desideriamo essere identificati solo in un luogo specifico perché la volontà, per tenere fede al nostro approccio fluido all’arte e all’esposizione, è quella di collaborare con altre realtà sia italiane che internazionali.
I primi rapporti sono già nati e stiamo lavorando al fine di realizzare progetti che possano sconfinare al di fuori di Milano. Se infatti la tecnica del cut-up può essere applicata alle idee, è l’ubiquità che può aprire nuove possibilità riguardo allo spazio e al suo uso. La condizione ubiqua ormai ci appartiene in riferimento ai nuovi media, vi galleggiamo come inconsapevoli di un futuro che è già qui: Current vuole mettere in scena le distopie-utopie ormai inscindibili del presente, uno scenario dove le profezie di Philip K. Dick si sono avverate.

Carlo Miele, 15 marzo 2016. Un individuo si considera parlamentare quando […], 2016

Carlo Miele, 15 marzo 2016. Un individuo si considera parlamentare quando […], 2016

Il focus dei nostri progetti artistico-curatoriali è sempre una riflessione sui temi emergenti dell’attualità, con l’obiettivo di spingere gli artisti a un confronto non tanto con mezzi e con le proprie capacità di formalizzazione, quanto con il loro punto di vista politico, sociale, di pensiero sulla realtà che li circonda. Con questo spirito la nostra prima mostra, Bahamut?, ha analizzato i miti e le ritualità antichi e contemporanei, i rapporti che li legano e li negano in un’epoca che ormai sembra averli abbandonati. Procedendo su due direttive, i lavori in mostra di Davide Dicorato, Tania Fiaccadori, Stefano Filipponi, Jacopo Martinotti, Carlo Miele e Salvatore Ricci si sono messi in rapporto da un lato con il significato profondo di mitologia; dall’altro si sono rapportati con quelli che sono i miti della contemporaneità, legati al consumo e al marketing.

a cura di Marco Enrico Giacomelli

www.currentproject.it

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #31

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Marco Enrico Giacomelli

Marco Enrico Giacomelli

Giornalista professionista e dottore di ricerca in Estetica, ha studiato filosofia alle Università di Torino, Paris 8 e Bologna. Ha collaborato all’"Abécédaire de Michel Foucault" (Mons-Paris 2004) e all’"Abécédaire de Jacques Derrida" (Mons-Paris 2007). Tra le sue pubblicazioni: "Ascendances et…

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