Come sta la cultura a Roma? L’indagine sui servizi culturali promossi dai 15 Municipi della città
I dati raccolti nei diversi Municipi della città per fotografare la distribuzione e la diversificazione delle attività culturali promosse dall’amministrazione capitolina parlano di un impegno e di un investimento crescente in cultura, anche nelle periferie. Ma c’è ancora molto da fare

L’arco temporale preso in considerazione è quello che va dal 2019 al 2024, arrivando alle porte dell’Anno Giubilare. Su questo quinquennio si è concentrata l’indagine dell’Agenzia per il Controllo e la Qualità dei Servizi Pubblici Locali di Roma Capitale (ACoS) volta ad appurare quanta cultura vive nei territori della città e come si sono evoluti i servizi culturali municipali. Uno strumento utile non solo per fotografare la situazione attuale, ma anche per pianificare con cognizione di causa le future politiche culturali di prossimità, in una città complessa – e complicata – come Roma.
L’indagine ACoS sulle attività culturali nei 15 Municipi di Roma
Lo studio offre per la prima volta una mappatura completa dei servizi e delle attività culturali nei 15 Municipi romani, concentrandosi su alcuni temi: la distribuzione territoriale delle manifestazioni culturali municipali, l’attività dei centri culturali municipali dall’analisi dei progetti di rigenerazione urbana alle nuove destinazioni d’uso, il ruolo comunitario e l’impatto delle biblioteche municipali, gli indicatori di qualità dei servizi culturali territoriali.
I dati raccolti permettono di aggiornare le precedenti edizioni dell’indagine, in particolare con l’intento di verificare se la ripresa post covid delle attività culturali possa dirsi acclarata. Ed è quindi con specifico riferimento al 2024 che il rapporto evidenzia, in chiave positiva, la grande diversificazione delle attività culturali promosse dagli uffici municipali che si occupano di politiche culturali (attraverso utilizzo dei fondi in bilancio, concessione gratuita dell’occupazione di suolo pubblico o altre forme di promozione culturale sui territori): mostre ed esposizioni, iniziative di spettacolo dal vivo (teatro, musica, danza), rassegne cinematografiche e letterarie, eventi di arti performative a cura di artisti contemporanei, iniziative anche a carattere rievocativo in occasione di festività, ricorrenze legate a personaggi famosi della storia, delle arti e della letteratura, o legate alla storia del territorio. Altra nota positiva: l’organizzazione e la realizzazione delle attività e degli eventi hanno visto quasi sempre il coinvolgimento di soggetti locali, anche nell’ambito di processi partecipativi e di amministrazione condivisa, istituzioni culturali, realtà associative, università e centri di ricerca, istituti scolastici, singoli artisti. Se ne desume, conclude l’indagine ACoS, che le azioni con cui i 15 Municipi concorrono ad attuare la programmazione strategica pluriennale di Roma Capitale accrescono la centralità della cultura nella vita dei cittadini, con l’obiettivo di creare poli di aggregazione culturale con il concorso di tutte le realtà del territorio, specialmente nelle zone più periferiche o maggiormente disagiate.

Nel 2024 crescono le manifestazioni culturali organizzate nei Municipi di Roma
Venendo ai numeri, nel 2024, è attestato un incremento complessivo delle manifestazioni, sia rispetto all’anno precedente (del 15%) sia rispetto al 2019 (l’88%). Di conseguenza è cresciuto il numero delle giornate che hanno interessato le manifestazioni rispetto al 2023 (46%): nel 2024 la durata media delle manifestazioni culturali è stata di 2,1 giornate, contro 1,5 nel 2023 e 1,3 nel 2019. Ma con alcune disparità da rilevare: persiste, infatti, una maggior concentrazione di eventi culturali nei municipi centrali (I, II e V), cui tiene testa solo il IX municipio. In generale, l’investimento in cultura da parte di tutti i Municipi, è aumentata nell’arco dei cinque anni considerati.
L’impatto dei centri culturali nei Municipi di Roma
Tra febbraio e aprile 2025, i Municipi sono stati anche interrogati sui centri culturali attivi, aperti e funzionanti nel 2024, creati sui territori nel quadro delle iniziative di rigenerazione urbana attraverso restauro e recupero di spazi preesistenti, e di riqualificazione di piccoli spazi urbani diffusi per creare luoghi dei giovani, gestiti dai giovani. Pur davanti alla difficoltà di raccogliere dati uniformi, l’elenco delle strutture indicate come attive si compone di 29 realtà (di cui 6 attivate nel 2024) distribuite in 10 Municipi, tra Centri di aggregazione giovanile (in numero maggiore), Centri culturali polifunzionali, Biblioteche, Centri di produzione culturale e artistica, Centri culturali cosiddetti “a valenza temporanea”, adibiti temporaneamente in aree pubbliche per l’organizzazione di eventi o manifestazioni stagionali. A guidare la classifica, in termini di presenza sul territorio, è in questo caso l’VIII Municipio – con 9 realtà – seguito dal III e dal VII. Restano sprovvisti i municipi VI, XII, X e XI. Pressoché assenti sono, però, i riscontri dei municipi rispetto alla quantificazione dell’utenza che frequenta gli spazi e i centri culturali e di aggregazione municipali. Sul lato della gestione, invece, si segnala come buona parte dei centri sia gestita in forma diretta dai municipi, proprietari o assegnatari degli spazi, che definiscono la programmazione di eventi e attività e ne sostengono i costi, curando le procedure di affidamento esterno per l’organizzazione di eventi e manifestazioni. Nei prossimi mesi, apriranno 8 nuovi spazi, distribuiti in 6 municipi, dal Centro Ex Campari nell’XI municipio al Polo formativo Teatro dell’Opera a Tormarancia, nell’VIII municipio.
Le conclusioni dell’indagine ACoS sulla cultura a Roma
“Il quadro che emerge è piuttosto composito e decisamente differenziato tra le diverse esperienze in corso sui territori” spiega ACoS “ma è chiara la funzione svolta da queste forme di presidio civico e di partecipazione attiva della cittadinanza alla costruzione di contenuti e format culturali, alla vita sociale e democratica della comunità di riferimento, alla condivisione di valori socioculturali in grado di combattere fenomeni di esclusione, di disagio, di perdita di riferimenti importanti per la propria esistenza, soprattutto nel caso delle generazioni più giovani”. Restano tuttavia, come conclude il rapporto dell’Agenzia, ampi margini di miglioramento, da esplorare nel segno di esperienze di innovazione sociale e di amministrazione condivisa.
Livia Montagnoli
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