Crisi e coronavirus: Berlino assegna 5mila euro a ogni artista e freelancer (anche non tedeschi)

Berlino ha risposto all’emergenza economica tramite un fondo di 500 milioni di euro destinati a artisti e liberi professionisti. Con procedure snelle, operazioni veloci e trasparenti. Aspetti su cui da noi si dovrebbe prestare maggiore attenzione.

Lo stato di emergenza sanitaria scattata in tutte le nazioni, e il conseguente lockdown di tutte le attività lavorative, hanno dato adito a un altro tipo di crisi: quella economica. Una situazione che si abbatte sulle categorie di lavoratori che già prima versavano in condizioni precarie o instabili: i liberi professionisti, freelancer, quelli che hanno partita IVA e tutti coloro che traggono profitto da singole commissioni, le cui entrate possono variare a seconda dell’andamento generale del mercato. Inutile dirlo, il settore culturale, già fortemente minato dalla totale sparizione dell’afflusso turistico, è il primo a trovarsi nell’occhio del ciclone. Il suo sistema è infatti costellato da artisti, creativi, grafici, designer, mediatori culturali, consulenti, curatori, giornalisti e tantissime altre figure professionali colpite dal blocco dei musei, dalla chiusura delle mostre, dal rallentamento delle vendite. Certo, al grido di #laculturanonsiferma restano tantissime le attività online a cui attingere. Fermo restando che il web, almeno in questo momento storico, è uno strumento gratuito che non può mantenere un’entrata pari a quella dello stato di pre-pandemia. Mentre i governi si stanno organizzando nel trovare soluzioni che possano tamponare il problema, ottime notizie giungono da Berlino.

Berlin skyline via Pixabay

Berlin skyline via Pixabay

5MILA EURO A OGNI ARTISTA DI BERLINO

La capitale tedesca, da decenni Eden di creatività, arte emergente e sperimentazione, non ha perso tempo e si è organizzata con un fondo complessivo di 500 milioni di euro destinato ad artisti e liberi professionisti di tutta la città, senza discrimine di reddito, età o provenienza. L’importante è avere la residenza berlinese. A raccontarcelo è Alberto Caffarelli del collettivo di videoartisti Alterazioni Video, che da oltre 10 anni abita a Berlino assieme alla sua famiglia. “L’IBB, che è la Banca di Berlino, ha dato disposizione di questa cifra a tutti i lavoratori autonomi che necessitavano di aiuto in questo momento. È un aiuto che equivale a un forfait di tre mesi. Si parte da 5mila euro, arrivando fino a 14mila per chi ha dei dipendenti a carico o altri tipi di necessità”, dice, raggiunto da Artribune. “Il procedimento di richiesta è stato molto semplice: basta iscriversi e fare questa ‘fila virtuale’. Nonostante decine di migliaia di persone siano già in coda davanti a te, si attende l’arrivo di una mail che ti segnala quando è il tuo turno. Fornisci i dati richiesti, ovvero codice fiscale e conto corrente. Questo è un primo aiuto fornito in automatico a chiunque. Da qui in avanti si possono chiedere anche altri aiuti per i prossimi 3-5 mesi, ad esempio quello del Job Center, che ti aiuta a pagare l’affitto. È normale che il 99% dei lavoratori autonomi abbia approfittato di questo supporto. Anche noi di Alterazioni Video dovevamo andare a San Pietroburgo per una mostra, avevamo degli appuntamenti in Portogallo… tutto è saltato”.

Alterazioni Video

Alterazioni Video

LA REAZIONE DI BERLINO ALL’EMERGENZA CORONAVIRUS

Ma come si sta comportando Berlino di fronte all’alto rischio di contagio Covid-19? “Qua è rimasta totale libertà di movimento”, prosegue Alberto Caffarelli, raccontando di una città in cui la reclusione non viene imposta drasticamente, ma che reagisce con una generale auto-responsabilizzazione. “Ti viene chiesto di stare in casa, rispettare il social distancing; nel complesso Berlino ha reagito molto bene, responsabilizzandosi in anticipo anche rispetto ai decreti del senato (il Berghain, per esempio, ha chiuso quattro giorni prima che partissero ufficialmente le restrizioni). Lo stesso hanno fatto tutti gli altri club, i ristoranti si sono attrezzati per il solo delivery. Hanno provato a chiudere anche i parchi, ora però vi permetteranno l’accesso a non più di due persone alla volta. Di base, la città è vuota”.

Dario Franceschini

Dario Franceschini

IL DECRETO CURA ITALIA E IL CALVARIO INPS

La situazione berlinese e quella italiana non possono essere certo paragonate, tuttavia qualche riflessione sorge spontanea: mentre la capitale tedesca ha accolto nel tempo miriadi di artisti provenienti da ogni paese estero (tantissimi gli italiani), dando puntualmente spazio alla creatività e alle forme più audaci di sperimentazione artistica, in Italia i vecchi modelli di organizzazione sociale ed economica fanno fatica a sradicarsi. Esercitare la professione in maniera autonoma, tramite partite iva o altre forme di flessibilità lavorativa, è comunemente considerata una forma di precarietà a sé stante (a ragione, tenendo conto di costi e tassazioni che non facilitano tale scelta). Lo snellimento della burocrazia e la digitalizzazione dei servizi, in Italia, restano frontiere non ancora del tutto sdoganate: a dimostrarlo è stato il caso della piattaforma INPS, recentemente andata in crush – pure vittima di attacchi hacker, secondo alcune fonti – per l’anomalo accesso delle richieste di sovvenzioni. Queste ultime, garantite dal decreto Cura Italia emanato per il settore culturale, turistico dello spettacolo, del cinema e dell’audiovisivo, ammontano a soli 600 euro per ogni richiedente. È evidente, per mille motivi, che la Germania ha a cuore la tenuta del tessuto dei piccolissimi professionisti, dei creativi e degli artisti di vario tipo (visivi, designer, musicisti, grafici…). Anche perché questi soggetti contribuiscono fattivamente alla ricchezza della città. È un problema di accountability di un intero settore: bisogna insomma farsi valere, bisogna rendere evidente quanto si conta e quanto si pesa. Solo a quel punto si verrà sostenuti a dovere in caso di necessità o emergenza: viceversa, 600 euro…

Marco Donnarumma, Eingeweide

Marco Donnarumma, Eingeweide

A BERLINO NON È TUTTO ORO CIÒ CHE LUCCICA

Abbiamo ascoltato anche la campana di Marco Donnarumma, artista italiano a Berlino, che ci ha raccontato un’esperienza un po’ meno rosea. Partendo dal presupposto che il governo abbia fatto un ottimo lavoro, riuscendo a gestire la creazione di un nuovo sistema informatico a cui accedono centinaia di migliaia di utenti alla volta, ci spiega, “il 27 Marzo, appena aperte le applicazioni, il loro sito ha crashato. E’ rimasto inaccessibile per un paio d’ore, per poi riprendere a funzionare e crashare di nuovo molte volte, per poi dover ‘andare in pausa’ verso il pomeriggio tardi, per ulteriori miglioramenti. Hanno detto di aver subito attacchi hacker, c’erano problemi con le conferme che non venivano inviate o che venivano inviate a persone diverse. Sono riuscito ad avere il posto n. 30.000 in coda, e in serata c’erano 160.000 persone in ‘coda’. Non sono riuscito a fare l’applicazione il primo giorno, e come tanti, ero frustrato sia da questo che dal fatto che non fossero state fatte circolare pubblicamente informazioni specifiche su cosa chiedesse il form, quali fossero le condizioni, etc..“. Fino a qui uno scenario molto simile a quello italiano. “L’IBB era attivo su Twitter dove rispondeva abbastanza regolarmente alle centinaia di richieste, lamentele, critiche, dubbi, etc.. Il 28 in mattinata, di nuovo problemi, sito inaccessibile. Al che nel pomeriggio la piattaforma online ha cominciato a funzionare in maniera fluida, processando circa 6.000 richieste all’ora. Sono riuscito a fare la mia applicazione e tre giorni dopo ho ricevuto il bonifico di 5.000 euro. A questo punto la frustrazione generale si e’ dissipata pian piano, per poi lasciare spazio a ringraziamenti di molti utenti all’IBB e ai vari politici che hanno permesso l’inclusione degli artisti freelancer in questo meccanismo“. La critica di Donnarumma si scaglia più apertamente contro la percezione fuorviante passata in Italia, che a Berlino lauti finanziamenti venissero elargiti a tutti senza intoppi. Purtroppo non è così e non lo sarà per nessuno Stato, considerando in particolare le categorie di artisti e liberi professionisti, la cui stabilità e regolarità di entrate era già  totalmente imprevedibile prima di questa crisi. Prosegue Marco Donnarumma, “domanda: sarà questo aiuto economico abbastanza per supportare la comunità artistica a Berlino? Chissà. Pare che il fondo si possa richiedere dopo sei mesi dalla prima applicazione. Ne hanno aperto un altro che si deve capire nel dettaglio chi aiuterà in particolare. Ma a parte questo bonus di emergenza, la risposta a questa domanda si troverà solo fra qualche mese, quando ci vorrà ancora ben più di un bonus ai singoli individui per ricostituire i network artistici che sono stati distrutti da questa crisi. Un esempio banale molto pratico: io sono artista performativo, guadagno portando performance in giro per il mondo in teatri che racchiudono centinaia di persone sedute una vicino all’altra. Non credo che questo sarà possibile nei prossimi sei mesi. E simili problemi esisteranno per tanti artisti in diverse discipline (senza considerare ora le problematiche lavorative di tutta la società, ….)“.

– Giulia Ronchi

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

Scopri di più