Direzione generale dei Musei del Mibact. Arriva Antonio Lampis (e relative polemiche)

Il curriculum è eccellente, eppure il nome di Antonio Lampis fa discutere: è, infatti, coinvolto in un procedimento per danno erariale, nato a seguito della candidatura sfumata di Bolzano e del Nordest a Capitale Europea della Cultura. Ecco i primi dettagli e un commento di Antonio Lampis.

La Direzione generale dei Musei è il dipartimento del Mibact che coordina le politiche di gestione, fruizione e comunicazione dei musei statali, “per garantire lo sviluppo del sistema italiano museale e un’offerta culturale accessibile a tutti e di qualità”, si legge sul sito dedicato, dove si elencano anche i compiti. In sintesi sono la guida e il coordinamento dei musei statali italiani, la valorizzazione del patrimonio culturale dello Stato, la regolamentazione dell’accessibilità alle strutture, un lavoro capillare territorio per territorio, la curatela di iniziative culturali, il monitoraggio qualitativo, in conformità con gli standard ICOM e la realizzazione di progetti di partecipazione attiva. Un dipartimento che, con la nomina di Dario Franceschini al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, sembra aver acquisito maggior rilevanza, tanto da diventare uno dei più strategici del Mibact, visto il ruolo centrale che il Ministro ha dato ai musei nella sua agenda con l’indizione del famoso concorsone per la direzione di 30 musei e siti archeologici in tutto lo Stivale, fiore all’occhiello del suo mandato. Non è un caso, dunque, che la Direzione generale dei Musei generi qualche polemica.

CHI SONO SORAGNI E LAMPIS

Fino ad oggi, la sezione è infatti stata diretta con grande competenza da Ugo Soragni, 64 anni, originario di Vicenza, da sempre nelle fila del Mibact, dove comincia a lavorare nel 1980, in quel di Verona. Tra il 2000 e il 2001 è Soprintendente nelle Marche, successivamente si trasferisce in Puglia. Dopo una tappa in Friuli Venezia Giulia, è Direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici in Veneto (2007). Questo giro di Italia culmina nel 2014 alla guida della Direzione generale dei Musei, che si appresta a lasciare per andare in pensione. Si pone perciò il problema della successione e, tra i rumors e i corridoi dei palazzi istituzionali, salta fuori, in maniera sempre più prepotente, un nome: Antonio Lampis. La sua nomina dovrebbe essere ufficializzata nelle prossime ore.  Chi è? 53 anni, residente a Bolzano, è un dirigente della Provincia autonoma con incarico di direttore della Ripartizione 15, che comprende gli uffici cultura, educazione permanente, biblioteche e così via. Docente nella libera Università della sua città, è stato presidente della fondazione Teatro Civico e auditorium di Bolzano, Vicepresidente della fondazione Museion, Membro del board del comitato organizzatore della biennale Manifesta 7 durante la quale si fece conoscere a tutto il mondo dell’arte contemporanea, Vicepresidente della consulta musei Alto Adige, e molto altro ancora. Una nomina, dunque, che dovrebbe destare dubbi e, soprattutto, dovrebbe fare esultare gli operatori dell’arte contemporanea, avendo un interlocutore sensibile alle esigenze del presente e competente.

Dario Franceschini

Dario Franceschini

LE POLEMICHE

Invece no. Sono non poche le polemiche che sono nate intorno alla figura di Lampis, come riporta anche un breve articolo di Alberto Custodero su La Repubblica. Lampis sarebbe coinvolto in una indagine per danno erariale, legato alle spese (470.000 euro) sostenute dalle casse provinciali altoatesine per la candidatura di Bolzano e del Nordest a capitale europea della cultura 2019 (fu poi scelta Matera), una “corsa” tribolata dai tira e molla di Venezia capofila, con conseguente presa di posizione dell’intera cordata (Trieste, Trento e Bolzano) per il grande investimento in termini di risorse umane, economiche e di entusiasmo.
Ma le scelte dell’assessore provinciale Tommasini, di Katia Tenti, capo dipartimento dell’assessorato alla cultura italiana della Provincia autonoma di Bolzano, di Lampis e di altri soggetti coinvolti, sarebbero per la difesa, secondo quanto riporta L’Alto Adige in un articolo del 5 luglio 2017 a firma di Marco Bertoldi, inattaccabili in quanto “politiche”.

LA RISPOSTA AL SINDACATO

Raggiunto da Artribune, Lampis non ha voluto commentare la possibile nomina, fino alla comunicazione ufficiale da parte del Ministro. Ma ha voluto condividere con noi la risposta inviata a Giuseppe Urbino, segretario del sindacato Confsal-Unsa, tra i suoi maggiori detrattori, che ha definito la nomina “inaccettabile, sospetta e dannosa”, in riferimento al procedimento in corso: “Gentile Signor Urbino”, scrive, “ci tengo a dirle da figlio di Carabiniere che la legalità e la lotta ad ogni forma di corruzione, sono stati punti focali del mio agire in 36 anni di servizio pubblico. Non sono un esterno, ma sono stato un servitore dello Stato da quando avevo 19 anni, con impegno e sacrificio. Sono stato formato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Ministero dell’interno. Le amministrazioni regionali fanno parte della Nazione e anche le promozioni intraministeriali comportano aumenti di spesa. Quanto al danno erariale presunto non è come scrive un reato. Sono certo di non avere alcuna colpa, perché i nostri uffici hanno solo applicato una legge. Ho grande rispetto del sindaco e spero in un saluto migliore”. La cosa strabiliante, a nostro avviso, è che dopo 50 anni di quello che tutti sappiamo, i sindacati ancora abbiano nella pubblica amministrazione la faccia per parlare e dare addosso a questo o a quello in maniera preconcetta…

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Redazione

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