L’antiquariato è il futuro. Reportage dalla fiera di Milano

Nella suggestiva architettura di Luca Beltrami, il Museo della Permanente, si è appena conclusa la terza edizione della fiera dell’antiquariato milanese, AMART, che ha registrato un successo straordinario. Vi raccontiamo com’è andata

Partiamo dalla campagna pubblicitaria della fiera, per la quale venti designer e architetti hanno posato con sguardi divertiti su sfondi dai colori brillanti, in compagnia di manichini d’alta epoca, mobili, statue e antichità varie a suggerire che il binomio antico-contemporaneo, o meglio antiquariato-design, è fruttuoso. Ma è davvero così? Che fosse una trovata pubblicitaria o una campagna di comunicazione innovativa, tra gli stand qualcuno ha senz’altro saputo legare arte antica e contemporanea virtuosamente e con successo.
È il caso della Galleria Subert, che ha affiancato ai pregiatissimi pocket globes – piccoli globi da tasca degni del più raffinato collezionista, oggi oggetti rarissimi e preziosi che sono stati battuti all’asta londinese alla cifra di 200mila euro– a deliziosi manichini in noce e al disegno di Giuseppe Buffetti, un vaso “di cocci”, che un osservatore distratto potrebbe giudicare ricostruito in fretta e furia. Niente di accidentale, sia ben chiaro. Si tratta, infatti, di un’opera del ceramista Samuele Bonomi, artista che nella forma sferica trova un equilibrio che supera e frantuma ogni pezzo, posizionato a ricomporre una nuova interezza: Bonomi assomiglia a Vulcano, che dalla sua fucina trae vasi e vasetti che tanto richiamano le forme classiche. Un dialogo possibile, insomma, e sempre più di tendenza quello tra l’antico e il contemporaneo. Unici criteri per una proficua relazione: qualità e bellezza.

AMART 2021. Disegno di Giuseppe Buffetti che riproduce il Trionfo di Lucio Emilio Paolo di Domenico Brusasorzi a Palazzo Fiorio della Seta. Galleria Subert. Photo Lorenzo Aldini

AMART 2021. Disegno di Giuseppe Buffetti che riproduce il Trionfo di Lucio Emilio Paolo di Domenico Brusasorzi a Palazzo Fiorio della Seta. Galleria Subert. Photo Lorenzo Aldini

AMART 2021 E IL MERCATO DELL’ANTICO

Edizione 2021. Edizione della ripartenza: dopo essere stata rinviata svariate volte a causa della pandemia, finalmente è andata in scena la nuova edizione, che è stata definita “sorprendente per il larghissimo successo di pubblico” dal Presidente dell’Associazione degli Antiquari Milanesi, Michele Subert. Un grande interesse che rispecchia quello dei compratori per il mercato dell’antico: “La crisi dell’antiquariato di cui sentiamo parlare è frutto di una lettura superficiale. Se identifichiamo l’antiquariato con l’arredamento, allora concorderemo che questo ha subito una flessione. Ma i trend, gli stessi anche durante la pandemia, dicono tutt’altro. Piuttosto, il problema è la mancanza di oggetti in circolazione”. Della stessa idea anche il Mercante delle Venezie, Giovanni Bedin, vicentino, giovanissimo e vincitore del premio per il migliore allestimento di questa edizione: “Durante la pandemia il settore dell’antiquariato si è difeso in modo straordinario. Il mercato ha subito delle accelerazioni, accresciuto la sua importanza. A reggere sono state la qualità, la preziosità e la curiosità suscitate dagli oggetti. Addirittura, molte opere hanno aumentato la loro quotazione perché l’arte, quella antica soprattutto, è un ‘investimento sicuro’ e questi oggetti per secoli hanno rappresentato il nostro mondo e la nostra cultura”.

AMART 2021. Photo Orietta Orlandini

AMART 2021. Photo Orietta Orlandini

I GIOVANI E L’ANTICO

Cifra di questa terza edizione sono stati i giovani. Se guardiamo alle tendenze del collezionismo antico, i giovani sono “in generale molto attratti dagli oggetti esotici”, ci spiegano Denise e Beppe Berna: Arte Africana, proprietari dell’omonima galleria specializzata in arte tribale, aperta a Bologna nel 1978. “Oggi sono molti i giovani interessati e affascinati dal nostro ambito di specializzazione. Sono loro a renderlo vivo e soprattutto a farne un campo sempre aperto a nuove sperimentazioni. I giovani sono soprattutto sempre più competenti e informati, al punto che la tendenza che si registra oggi – quella generale in realtà – è verso un collezionismo sempre più esigente e raffinato”. Tendenza che viene confermata anche dalla Galleria Lampronti di Cesare Lampronti, con sede a Londra e a Roma. “Un tempo la clientela era in qualche modo più semplice. Oggi, invece, i collezionisti sono sempre più informati: si verifica una corsa all’oggetto di certa attribuzione e si è molto esigenti sulla sua provenienza e sullo stato di conservazione”.
I giovani si contano anche tra le file degli organizzatori: il gruppo dei Giovani Antiquari Milanesi ha arricchito questa edizione con una new entry, MOG, Milan Open Galleries.
MOG è un’iniziativa che ha portato nel mese di ottobre un antiquariato “diffuso” in giro per Milano: da Monte Napoleone a Brera e Porta Venezia, quarantacinque gallerie hanno aperto le loro porte a tutti, presentando le proprie collezioni private e costruendo percorsi culturali ad hoc. MOG sembra essere stata la pista di lancio per nuove soluzioni. Un’anticipazione? Bolle in pentola la proposta di una vera e propria Antiques Week, al pari delle sorelle Design Week e Fashion Week. E noi non possiamo fare altro che augurarcelo!

‒ Silvia Zanni

www.amart-milano.com

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Silvia Zanni

Silvia Zanni

Nata a Milano nel 1997, si è laureata in Filosofia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano con una tesi in Estetica dal titolo “Il nuovo paradigma della forma: Thode, Warburg e la rappresentazione di Francesco nel XIX secolo”. Attualmente…

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