La storia delle due ville storiche fuori Milano dove si svolgerà la fiera Alcova 2024

Dagli scenari post-industriali a due ville storiche della Brianza, la piattaforma che promuove il design sperimentale si sposta fuori Milano per la Design Week

È arrivata alla sua settima edizione Alcova, la piattaforma itinerante – a cura di Valentina Ciuffi di Studio Vedèt e Joseph Grima di Space Caviar – per designer, aziende, istituzioni e ricercatori che promuove il design contemporaneo in luoghi non convenzionali (spesso abbandonati) e sempre diversi. Così è stato, per esempio, con l’ex fabbrica di panettoni Cova a NoLo, l’ospedale di Baggio, l’ex fabbrica di cachemire di via Sassetti e l’ex macello di Porta Vittoria. Per il 2024 (dal 15 al 21 aprile, con preview il 14), la fiera indipendente – che ormai conta oltre 90.000 visitatori ogni anno – sceglie due ville storiche a Varedo, in Brianza, a una ventina di minuti dalla stazione Cadorna di Milano, e a pochi minuti a piedi tra loro. La prossima selezione di designer, istituzioni e aziende, oltre al programma di talk e performance, sarà ospitata a Villa Bagatti Valsecchi e Villa Borsani, per indagare il tema dell’abitare confermando i filoni di ricerca che ritornano e si aggiornano, dai materiali alle nuove estetiche ai craft, a cui si aggiunge il tema della convivialità e della congregazione.

Alcova 2024: Villa Bagatti Valsecchi

Era utilizzata come rifugio estivo dalla nobile famiglia Bagatti Valsecchi la villa ottocentesca oggi gestita dalla Fondazione La Versiera 1718 e attualmente chiusa al pubblico. L’architettura, esempio lombardo del XIX secolo di gusto neobarocco e neorinascimentale, si caratterizza per un massiccio blocco centrale affiancato da due ali inferiori con copertura a terrazzamenti e un portico sostenuto da colonne del ’400, provenienti dal Lazzaretto di Milano quando venne demolito. La loggia, invece, posta sulla sommità della villa e in posizione centrale, è stata realizzata con i resti della torre campanaria del distrutto convento di Sant’Erasmo a Milano. Villa Bagatti Valsecchi è circondata da grandi giardini, all’italiana sul retro e lungo il viale (progettato da Domenico Laveni nel 1881), all’inglese nelle zone laterali.

Villa Borsani. Photo Mary Gaudin
Villa Borsani. Photo Mary Gaudin

Alcova 2024: Villa Borsani

È stata, invece, costruita durante la Seconda Guerra Mondiale dall’architetto Osvaldo Borsani (e completata nel 1945) Villa Borsani, concepita come casa familiare adiacente agli impianti di produzione dell’atelier ABV, Arredamenti Borsani Varedo. Riconosciuta come capolavoro di architettura residenziale modernista, la villa è circondata da un ampio giardino e al suo interno custodisce opere d’arte contemporanea, come il camino e la Madonna in ceramica (inserita in una nicchia) di Lucio Fontana o la statua in bronzo di Agenore Fabbri, posta sullo scalone principale. Sede dell’Archivio Osvaldo Borsani, l’edificio è privato e solo eccezionalmente è aperto al pubblico in occasione delle visite del FAI. Per Alcova 2024 la villa verrà riarredata dagli espositori, ma nulla in più è stato comunicato.

Caterina Angelucci

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Caterina Angelucci

Caterina Angelucci

Caterina Angelucci (Urbino, 1995). Laureata in Lettere Moderne con specializzazione magistrale in Archeologia e Storia dell’arte presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dal 2018 al 2023 si è occupata per ArtsLife di contenuti e approfondimenti per la sezione…

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