Duilio Cambellotti, l’artista pedagogo che amava l’Agro Pontino

Artista, pedagogo, illustratore: Duilio Cambellotti era questo e molto altro. La mostra allestita a Terracina ne ripercorre la storia e il legame indissolubile con l’Agro Pontino.

Una mostra preziosa in una sede antica, riaperta alla cultura: nel cuore della stagione turistica, Terracina offre ai visitatori, agli abitanti e ai villeggianti del Sud Pontino Duilio Cambellotti. Al di là del mare, monografica allestita all’interno della Chiesa medievale cistercense di San Domenico, restaurata di recente e inaugurata per l’occasione. Novantatré opere, insieme a fotografie d’epoca, sono state messe a disposizione fino al 20 novembre dall’Archivio dell’Opera di Duilio Cambellotti (Roma, 1876-1960), gestito dagli eredi insieme alla Galleria Russo di Roma.

Duilio Cambellotti, Bozzetto esecutivo del manifesto per l'Esposizione Nazionale di Torino del 1898

Duilio Cambellotti, Bozzetto esecutivo del manifesto per l’Esposizione Nazionale di Torino del 1898

CHI ERA DUILIO CAMBELLOTTI

Associato all’Art Nouveau e ai movimenti del primo Novecento, Cambellotti è un artista-artigiano atipico, con la vocazione per la pedagogia. A questa sua ispirazione è dovuto anche il legame con Terracina e con l’Agro Pontino, dove Cambellotti soggiornò a lungo producendo sculture e monumenti (suo è il Monumento ai Caduti della Grande Guerra, in una delle piazze principali di Terracina); e soprattutto dando vita a numerose scuole agrarie lungo il percorso della via Appia, con un progetto di istruzione rivolto alle popolazioni indigenti e contadine della zona. Di questa attività febbrile sono testimonianza le opere esposte nella Chiesa di San Domenico: sculture di butteri e cavalli sempre più stilizzate, donne che portano il pane o le “conche” per l’acqua in testa, un enorme albero di ulivo dipinto sulla parete di una delle scuole, come rispecchiamento con il paesaggio circostante. E ancora vasi con gli amati animali delle paludi pontine, fra i quali spicca il vaso-abbeveratoio che andò in frantumi negli Anni Trenta, ricostruito in occasione della mostra con i frammenti autentici dei due cavalli.
Un’ampia sezione, perfettamente inserita nell’abside e nelle cappelle della chiesa, è dedicata al rapporto di Duilio Cambellotti con il teatro antico, anche questo scoperto dall’artista come strumento pedagogico e culturale: decine di quadri, bozzetti, foto e modellini di scene, costumi e coreografie teatrali, di una modernità ed essenzialità sorprendente.

Duilio Cambellotti sulla spiaggia, aprile 1934

Duilio Cambellotti sulla spiaggia, aprile 1934

IL LEGAME TRA CAMBELLOTTI E L’AGRO PONTINO

In due teche, le testimonianze del Cambellotti illustratore di libri e le fotografie private con la moglie Maria Capobianco (parente di Umberto Boccioni) alla quale scriveva, nel 1910, da Terracina: “Sto rivivendo! Ho rivisto oggi la palude e i neri animali. Ho rivisto il mare; […] Questo è bastato perché il torpore del mio cervello e delle mie membra scomparisse per incanto. Nuove visioni così appaiono ai miei occhi e potranno, lo spero sinceramente, rimettere in movimento la mia produzione”.
Il curatore della mostra, Francesco Tetro (autore del catalogo per Manfredi Edizioni), durante la cerimonia d’inaugurazione ha sottolineato il rapporto continuo di Cambellotti con il mare e con l’acqua delle paludi pontine, rappresentato nelle opere esposte; da questa relazione deriva il titolo della rassegna, Al di là del mare.
Questa mostra nasce da un incontro casuale con il presidente della Fondazione Città di Terracina, Marco Ravaglioli”, racconta Fabrizio Russo, direttore della Galleria Russo. E aggiunge: “Terracina possiede antichità e bellezze uniche e poco note. La cultura può fare la differenza anche per la qualità dei visitatori”.

‒ Letizia Riccio

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Letizia Riccio

Letizia Riccio

Giornalista dal 1997, laureata in Lingue e letterature straniere moderne a La Sapienza di Roma, inizia a scrivere a La Repubblica nel settore della televisione e prosegue, nello stesso campo, con Il Mattino di Napoli, L'Unione Sarda e Il Giornale…

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