Insegnare Alberto Burri. Intervista ad Artea

Nel panorama nazionale della didattica spicca una vera e propria “cittadella dell’arte” di cui Fabiana Giulietti ed Emanuela Pantalla sono le più esperte guide e ricercatrici. Siamo andate a trovarle nel cuore dell’Umbria, a Città di Castello, dove tutto parla di Burri.

Il nome Artea da anni è sinonimo di percorsi educativi con l’arte intorno all’opera di Alberto Burri. Come è nata la vostra associazione?
Artea nasce dalla nostra esperienza pluriennale nell’ambito della didattica dell’arte. Abbiamo sentito l’esigenza di dare vita a qualcosa di specifico che fosse guidato dalla nostra profonda passione per la sperimentazione didattica e la ricerca in un ambito che, per quanto se ne parli, è ancora tutto da esplorare e approfondire. Tra le tante esperienze, quella della didattica che svolgiamo all’interno dei Musei Burri è senza dubbio la più ricca e importante. Grazie alla proficua collaborazione con la Fondazione Albizzini nel 2015, anno del centenario della nascita di Alberto Burri, è nata DidArCo, la sezione di Artea dedicata alla Didattica dell’Arte Contemporanea. Questo passo è stato molto importante e ci ha portato una significativa svolta nelle attività, che hanno iniziato a dedicarsi quasi completamente alla sperimentazione, ricerca di confronto e dialogo intorno al contemporaneo.

A Città di Castello tutto parla di Burri. Come si è evoluto negli anni il vostro rapporto con il suo museo, le opere e il territorio?
Città di Castello è una città meravigliosa, dove si cresce con negli occhi il Rinascimento che, anche se può sembrare un paradosso, ben si sposa con l’arte di Alberto Burri. Da anni Artea lavora con le scuole di ogni ordine e grado del territorio, che oramai seguono con passione le nostre attività. Dal centenario abbiamo attivato anche percorsi formativi dedicati, come “Dire Fare Imparare ‒ Con l’Arte Contemporanea”, ai quali partecipano ogni anno tantissimi insegnanti, e che grazie ad “Artea Viaggia” ci permettono di organizzare brevi e intensivi corsi di formazione fuori regione. Tutto ciò dimostra come l’arte contemporanea, che tanto fatica a entrare nelle scuole perché considerata “troppo difficile per un bambino”, susciti in realtà grande attrazione e sia spunto di ricerca didattica anche da parte degli insegnanti, ai quali suggeriamo da sempre di utilizzare l’arte come uno strumento per fare scuola in maniera interdisciplinare, e non come un fine.

Associazione Artea, Laboratorio Opera Monocromatica

Associazione Artea, Laboratorio Opera Monocromatica

Lavorare per molti anni intorno a un unico artista può sembrare limitativo, ma stiamo parlando di uno dei grandi maestri dell’arte contemporanea mondiale. Dove trovate la vostra “ispirazione”, gli stimoli per rinnovare ogni anno le vostre proposte e per coinvolgere sempre nuovi pubblici?
Anche noi ci siamo poste questa domanda, a tratti, durante i nostri percorsi. In realtà l’arte di Burri, ma anche la sua personalità, i luoghi in cui ha vissuto, e in cui viviamo anche noi, sono molto più che qualcosa di unico. Dall’esperienza con l’arte di Burri sono nati molti spunti di lavoro: alcune caratteristiche della sua arte ci hanno permesso di esplorare il mondo artistico di opere a lui contemporanee, e la ricerca, come ben sa chi lavora in questo ambito, è parte attiva e stimolo principale del nostro operare.

La vostra associazione cura anche pubblicazioni e percorsi formativi come l’annuale Giornata di Studi sulla Didattica del Contemporaneo. Ritenete quindi necessario un’apertura verso una rete di istituzioni e professionisti del settore? Quali gli ospiti recentemente invitati?
Fare rete è e resterà sempre il vero modo per aggiornarsi e per far vivere quella che per noi è principalmente una necessità di ricerca e una passione continua. La Giornata di Studi sulla Didattica del Contemporaneo è diventata oramai un appuntamento fondamentale per Artea e per chi, come noi, sente l’esigenza di fare rete e di condividere esperienze con il principale obiettivo di crescere e aggiornarsi con uno spirito d’intenti comune. Grazie alla collaborazione con gli enti locali, che hanno da subito creduto al progetto, abbiamo sempre avuto la possibilità di coinvolgere professionalità di grande rilievo nell’ambito della didattica dell’arte contemporanea quali Carlo Tamanini, del Mart di Rovereto, Giovanna Brambilla della GAMeC di Bergamo, Marta Morelli del MAXXI di Roma, Matilde Martinetti dell’Old Royal Naval College di Londra, eccetera.

Giornata di Studi sulla Didattica del Contemporaneo, 2018

Giornata di Studi sulla Didattica del Contemporaneo, 2018

Dopo centinaia di laboratori, visite e progetti speciali, qual è la lezione che Burri continua a darci e che misteri restano ancora da sondare?
Burri è senza dubbio una lezione continua, un infinito suggerimento di ricerca che per chi, come noi, lavora sulla didattica costituisce un motore insaziabile di suggerimenti e progettualità. Il centenario e i numerosi eventi che la Fondazione Albizzini hanno organizzato sono stati fondamentali, a nostro parere, per un coinvolgimento attivo della comunità tifernate. Dal nostro punto di vista, le azioni didattiche, che si susseguono oramai da decenni, sono uno strumento importante per avvicinare la comunità, sin da bambina, a fruire dei Musei Burri e ad acquisire chiavi di lettura utili per un approccio non superficiale all’arte contemporanea, insieme alla formazione degli insegnanti, senza i quali questo percorso di crescita non sarebbe possibile.

Annalisa Trasatti

www.arteadidattica.com

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Annalisa Trasatti

Annalisa Trasatti

Sono laureata in Beni culturali con indirizzo storico artistico presso l'Università di Macerata con una tesi sul Panorama della didattica museale marchigiana. Scrivo di educazione museale e didattica dell'arte dal 2002. Dopo numerose esperienze di tirocinio presso i principali dipartimenti…

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