Storia di un gallerista gentile. La mostra omaggio ai suoi 35 anni alla storica Davico di Torino
Scomparso nella sua città natale quasi quattro anni fa, Silvano Gherlone ha contribuito alla vita artistica di Torino a partire dagli Anni Settanta. Ora una mostra di 70 artisti, legati alla sua galleria, lo celebra

È stato il gallerista che per 35 anni ha contribuito alla vita artistica di Torino a partire dagli Anni ’70. L’ha fatto esponendo diversi movimenti d’epoca all’interno della Galleria Subalpina, fascinoso gioiello liberty dove si è appena trasferita la storica Libreria Internazionale Luxemburg, facendo sentire come a casa artisti e collezionisti. Che ora lo omaggiano in una grande mostra. Stiamo parlando di Silvano Gherlone (Torino, 1931-2021), scomparso nella sua città natale quasi quattro anni fa: ora una mostra di 70 artisti esposti negli anni nei suoi spazi, lo celebra alla Galleria Fogliato fino al 29 marzo.

Chi era il gallerista Silvano Gherlone
“A quasi quattro anni dalla sua scomparsa, questa mostra nasce come omaggio a Silvano Gherlone (1931-2021), da un’idea condivisa con gli amici Anna Lequio e Fiorenzo Sarzano. Sottolineo la parola “amici” perché è la stessa che Silvano ha iniziato a usare nei miei confronti, dopo gli anni passati nella sua Galleria Davico come assistente dal 1999 al 2004, e di cui sono grato”, spiega l’artista Sabatino Cersosimo. “La Galleria Davico è stata un punto di riferimento per più generazioni di artisti, collezionisti, appassionati, studiosi e studenti, che hanno attraversato i suoi spazi ovattati tra il 1970 e il 2004, dove hanno trovato un’accoglienza e una gentilezza d’altri tempi, introduzione tanto all’arte dei grandi maestri contemporanei quanto a quella dei giovani”.























La storia della Galleria Davico
La galleria viene fondata nel centro storico di Torino nel 1970, con l’idea di dedicarla alla buona pittura e alla figurazione: l’attività espositiva inizia, infatti nel 1971 con una mostra dedicata a Mario Molinari, tra gli esponenti del movimento surrealista piemontese Surfanta (fondato negli Anni ’60 da Lorenzo Alessandri), e in seguito con “I pittori della galleria” (Abacuc, Alcoy, Billetto, Colombotto Rosso, Macciotta, Ruga, Schwab), fino alla generazione più giovane della Nuova Figurazione Italiana, termine coniato per le mostre curate da Alessandro Riva e Maurizio Sciaccaluga tra il 1998 e il 2007. Inizialmente e fino al 1976, insieme a Gherlone la galleria è diretta da Vittorio Davico. Nel 1978 il nuovo socio di Gherlone è Alberto Peola, fino al 1987.

L’architettura della Galleria Davico: una bomboniera foderata di velluto tortora
Dal 1988 Silvano Gherlone rimane l’unico direttore della galleria: la prima mostra dell’anno è quella del pittore Carlo Cattaneo. Il tutto all’interno di eleganti spazi dalla forte personalità. “Il progetto dell’ambiente”, ricorda il critico d’arte Gianfranco Schialvino, “una bomboniera gioiello foderata di velluto color tortora, una luce per ogni quadro, fu opera dell’architetto Danilo Nubioli e, assolutamente innovativo per l’epoca, ancora oggi resterebbe attualissimo per quella che è stata in quegli anni una delle più belle gallerie d’arte della città”.

La mostra omaggio “A Silvano. 35 anni alla Galleria Davico”
Ora, la mostra omaggio A Silvano. 35 anni alla Galleria Davico vuole ricordare, alla Galleria Fogliato, questa figura importante di gallerista nel panorama torinese con l’esposizione di nomi storicizzati legati alla storia della Davico, come quelli di Ottavio Mazzonis, Italo Cremona, Lorenzo Alessandri, Colombotto Rosso, Ettore Fico, Piero Gilardi, Mario Lattes, Emanuele Luzzati, Giacomo Soffiantino, Francesco Tabusso, Ezio Gribaudo, così come i più giovani Aron Demetz, Andrea Martinelli, Velasco Vitali. “Per me la sua galleria”, conclude Schialvino, “è stata, già dagli anni di Università (con La Bussola di Bertasso – anche in questo caso tutti e due i simboli, il tempio e il guardiano, perduti e scomparsi insieme, ahimè –, e con Gissi e Narciso), l’ambiente ideale, il paradigma del successo e dell’affermazione, e l’ho frequentata dapprima timoroso e quasi di sfuggita. Poi nel tempo a poco a poco è diventato un riferimento indispensabile, colto e informato, un aiuto determinante, con la sua vastissima conoscenza del mondo degli artisti e del mercato dell’arte, nella soluzione di tanti dubbi”.
Claudia Giraud
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