La SIAE cede sulle foto delle opere d’arte: via libera a 4 immagini per ogni articolo

La proposta avanzata dal presidente della SIAE Salvatore Nastasi per svecchiare una normativa che limita il diritto di cronaca della stampa è ora approvata ufficialmente. Un’apertura che mostra comunque ancora i suoi limiti

L’ultimo (per ora) capitolo di una vicenda che Artribune segue da diversi mesi – incalzandone i protagonisti e condividendo con i lettori l’indignazione per l’impossibilità di esercitare a pieno il proprio diritto di cronaca – ha il sapore agrodolce di una parziale vittoria. Se non altro perché attesta come passata in giudicato, e approvata, la proposta avanzata un paio di settimane fa da Salvatore Nastasi, presidente SIAE, per sbloccare una situazione ridicolmente anacronistica.

La SIAE e la concessione delle foto alla stampa

La condotta rivendicata finora dalla Società italiana autori ed editori nel gestire la concessione a editori e uffici stampa di immagini protette dal diritto d’autore – l’abbiamo scritto e spiegato più volte – è figlia di una legge del 1941, chiaramente incongruente rispetto alle necessità del giornalismo di oggi, tanto sulla carta stampata che sul web. Aggiungiamo, particolarmente penalizzante per chi scrive (e recensisce) di arte, e dannosa per gli stessi artisti. Divulgare immagini tutelate dalla SIAE, stanti le regole vigenti, è infatti un percorso a ostacoli oneroso in termini economici e di tempo (e pazienza): per ottenere l’autorizzazione alla pubblicazione si devono sborsare cifre non sostenibili per i giornali e accettare di rallentare la filiera produttiva degli articoli in balia di meccanismi amministrativi/burocratici. E fino a oggi la SIAE ha ostacolato anche agli uffici stampa il pagamento dei diritti per un pacchetto di immagini da destinare ai giornalisti, incluse quelle degli allestimenti con opere in lontananza e visioni d’insieme (una sola immagine viene concessa, ma non per recensioni e approfondimenti).

Il botta e risposta di Artribune con la SIAE

Nel 2022 la diatriba era approdata persino in Parlamento; dallo scorso gennaio, a seguito dell’ennesima difficoltà scontata per documentare un mostra (Giorgio Morandi a Palazzo Reale di Milano), Artribune ha avviato un’interlocuzione diretta con la SIAE, ricevendo dapprima una replica poco conciliante, poi scontrandosi con la chiusura registrata nelle parole di Stefania Caponetti, direttrice del dipartimento Audiovisual, Drama & Ballet, Literature & Visual Arts della SIAE, intervistata nel mese di marzo 2024 con la speranza (delusa) di trovare un punto di incontro. Abbiamo lasciato la parola, poco dopo, all’avvocato Gilberto Cavagna di Gualdana, per mettere in luce la scarsa chiarezza e coerenza di formulazione della normativa che – giustamente – tutela gli autori.
Fino all’esplosione del caso sul Venerdì di Repubblica – e più in generale sulle pagine culturali del quotidiano, che ha preso di petto la questione, lasciando vuoti gli spazi normalmente destinati alle immagini, spiegandone polemicamente il motivo ai lettori.
Noi, intanto, condividevamo il contributo di Andrea Pizzi, avvocato che ha seguito la questione insieme ad AMACI, Associazione dei Musei di Arte Contemporanea Italiani: una riflessione ulteriore sul danno che la rigida condotta della SIAE cagiona agli artisti mentre ne tutela (?) i diritti.

La nuova normativa SIAE per la concessione di foto ai giornali

Nel frattempo, però, qualcosa si è smosso. E ora la proposta annunciata da Nastasi su Repubblica lo scorso 30 maggio si trasforma in un proposito concreto, come comunica una nota ufficiale a firma del presidente della SIAE: “Il Consiglio di Gestione della SIAE ha approvato la mia proposta di estendere a quattro le foto gratuite e senza limiti di dimensioni per gli articoli, cartacei e online, che rientrino nel perimetro del diritto di cronaca. Questa scelta innovativa ci pone all’avanguardia in Europa e rappresenta la dimostrazione più lampante di quanto SIAE si stia adoperando per venire incontro alle realtà editoriali e alla circolazione delle notizie, senza però venir mai al fondativo impegno di tutelare e valorizzare il diritto d’autore”.
Poche parole per confermare la nuova politica (in vigore con effetto immediato?), rivendicata come innovazione di grande liberalità nel contesto europeo. Soddisfatti per l’apertura, non possiamo fare a meno, però, di ribadirne il limite che già avevamo evidenziato a caldo: la mancanza di differenziazione tra la carta e il web – il limite di quattro foto riguarderà a quanto pare tutti, indistintamente dal mezzo – rischia di penalizzare i media online e il loro traffico. C’è ancora margine per migliorare.

Livia Montagnoli

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