Lettere dal fronte domestico durante il Coronavirus. Parla Gianluca Marziani

Clara Tosi Pamphili invita gli intellettuali “in isolamento” a scrivere una lettera in questi giorni difficili dovuti all’emergenza Coronavirus. Uno spazio di condivisione di idee, pensieri e speranze

In questi giorni difficili, nei quali tutta l’Italia è bloccata, i musei sono chiusi, i luoghi di ritrovo scomparsi, a causa dell’emergenza Coronavirus, l’isolamento fisico necessario a proteggerci è indispensabile ma non deve limitare le nostre relazioni emotive, ancora più importanti per sostenerci l’un l’altro. Per dare un segno della nostra volontà di stare insieme abbiamo chiesto a tanti intellettuali di scrivere una lettera che dica cosa si sta facendo, che libro si sta leggendo o rileggendo, che racconti le difficoltà, le scoperte e le riscoperte. Dopo la prima lettera scritta da Antonio Mancinelli, Caporedattore di Marie Claire, sono seguiti i dispacci della giornalista e critica d’arte Alessandra Mammì,  della curatrice Domitilla Dardi, dell’architetto Antonio Forcellino, della corrispondente dalla Spagna di Artribune Federica Lonati e della curatrice e docente IUAV Maria Luisa Frisa. A raccontarci la sua quarantena, adesso, è il critico e curatore Gianluca Marziani. Ma aspettiamo tante altre lettere dal fronte domestico (Clara Tosi Pamphili).

Quasi venti giorni fa mi sono fratturato la seconda vertebra sacrale con un incidente in Vespa. Da quel momento, la mia convalescenza domestica si è sovrapposta alla richiesta istituzionale di restare a casa per motivi pandemici. Ho incrociato un doppio disagio (individuale e collettivo) e ampliato la consapevolezza che nulla attorno a noi sia scontato, che ogni privilegio sia tale perché lo rinnoviamo giorno per giorno, che la Cultura, al pari dei lavori “necessari”, sia un aggettivo fondamentale e un verbo sostanziale.

IL “PRIVILEGIO DOMESTICO”

Ammetto senza remore che la vita domestica non mi crea alcun disagio. Da sempre ho uno studio casalingo in cui lavoro parte della giornata; ogni mattina faccio colazione e poi yoga davanti ad una delle mie finestre piene di luce; ascolto musica e leggo libri come non riuscirei a fare in altre situazioni; mi godo film e serie in maniera bulimica, porto il mio cane a Villa Paganini (il parco più vicino alla mia casa, e qui sottolineerei la fortuna di abitare a Roma in un quartiere circondato da ville e giardini), faccio i miei giri tra i negozi del quartiere… Oggi ho il privilegio (forzato) di fare tutto questo (a parte il giro tra i miei negozietti di fiducia) giorno dopo giorno, senza interruzioni, con un ritmo costante che aiuta la qualità olistica del mio essere. Spero finisca la pandemia al più presto, ovvio, ma non smetterò di passare tanto tempo tra le mura soffici del privilegio domestico.

LA CONSAPEVOLEZZA

Penso ogni momento a quanto accade in Siria, Palestina, Iraq, Afghanistan e in tutti i luoghi del mondo dove le guerre ledono qualsiasi principio di libertà; penso ai luoghi colpiti da devastazioni climatiche, dove la parola d’ordine è sopravvivenza per pochi; penso a chi oggi non ha una casa in cui soggiornare. Dire tutto questo un mese fa aveva un fondo di retorica borghese, oggi deve vincere la consapevolezza di quanto privilegio avvolga le nostre vite. Fortunati di trovarci in un dramma sociale destinato a risolversi, fortunati di non aver mai avuto finora eventi di tale portata, fortunati di avere una casa con tutti i nostri piccoli e grandi privilegi, fortunati di trascorrere questo tempo con le persone che amiamo. È una grande fortuna assistere a tutto ciò dal nostro divano, credetemi. Così capirete che anche un divano è un grande privilegio.

– Gianluca Marziani

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