Arte in pillole. Byung-Chul Han e la salvezza del bello

Un altro “rimedio” letterario per combattere i mali dei nostri tempi. Stavolta l’ambito è la filosofia, con il saggio di Byung-Chul Han.

COMBATTE:
smarrimento esistenziale, ansia, disagio dei nostri tempi, nausea dei social, colite gastrica.

CONSIGLIATO A:
esteti, filosofi, animi pensosi, poeti, artisti, dandy, segni di terra.

PARTICOLARMENTE INDICATO IN CASO DI:
irritazione spazio-temporale.

SCONSIGLIATO IN CASO DI:
superficialità, fretta, scarsa concentrazione.

COMPOSIZIONE:
secondo il celebre motto dostoievskiano sarà la bellezza a salvare il mondo, ma chi tutelerà oggi il bello depotenziato della sua componente esperienziale a causa degli effetti dell’epoca digitale?
Su questo tema verte la riflessione di uno dei più interessanti filosofi contemporanei, Byung-Chul Han che, in questo saggio, ripercorre mirabilmente e con grande chiarezza il pensiero europeo sulla bellezza, da Platone a Kant, da Nietzsche ad Adorno, sottolineando la deriva della contemporanea esperienza estetica, svuotata della sua problematicità e ridotta a mero intrattenimento.
L’estetizzazione diffusa, il moltiplicarsi veloce e massiccio di immagini levigate e destinate al consumo, conducono l’osservatore a una sedazione della percezione e, quindi, a una dimensione an-estetica. Privata di ogni forma di ferimento, la bellezza non pungola chi la contempla, ma si indebolisce nel mi-piace per adattarsi passivamente allo spettatore: vuole solo piacere, non scuotere. Niente, allora, ci tocca più nel profondo e così l’arte, spogliata della sua componente negativa, viene ridotta a una momentanea eccitazione.
Eppure la storia del pensiero ci insegna che l’esperienza del bello si propaga, come scossa estatica e trasformatrice, anche nella vita etica e politica.
La bellezza non corrisponde infatti al piacere, ma alla verità. “Tu devi cambiare la tua vita” è l’appello che proviene dal Torso arcaico di Apollo nell’omonima poesia di Rilke e il monito che la bellezza, con questo testo, rivolge al lettore.
“Il compito dell’arte consiste nella salvezza dell’altro. La salvezza del bello è la salvezza dell’altro. L’arte salva l’altro in quanto “protegge se stessa dal fissarsi nella sua semplice presenza”. Il bello, in quanto totalmente altro, supera la violenza del tempo.
La crisi della bellezza consiste oggi proprio nel fatto che il bello viene ridotto alla sua semplice presenza, al suo valore di uso e consumo. Il consumo annienta l’altro. Il bello artistico è una forma di resistenza contro il consumo”.

EFFETTI COLLATERALI:
euforia, ritorno alla realtà, sentimento del sublime kantiano, amore platonico.

‒ Isabella Pedicini

Byung-Chul Han – La salvezza del bello
Nottetempo, Milano 2019
Traduzione di Vittorio Tamaro
Pagg. 109, € 15
ISBN 9788874527489
www.edizioninottetempo.it/

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