Milo Manara contro Elon Musk: le vignette oltre il copyright?

Ha creato clamore la pubblicazione di un post su Twitter di Elon Musk, che utilizzava un disegno realizzato da Milo Manara senza alcuna considerazione per il diritto d'autore e per il contesto narrativo originale. Avrà mai limite questa brutta abitudine di utilizzare le vignette altrui come meme?

Nel bene o nel male, purché se ne parli”, faceva dire Oscar Wilde al suo Dorian Gray. È a quanto pare dello stesso avviso anche Elon Musk, l’uomo che, con un patrimonio stimato di 270 miliardi di dollari, è considerato la persona più ricca del pianeta. Il miliardario è inoltre neoproprietario di Twitter, e proprio un suo post su questa rete sociale ha causato una polemica: utilizzando in maniera inopportuna un’immagine coperta da copyright, Elon Musk ha dimostrato un’inaccettabile tracotanza riguardo al rispetto del diritto di autore. La polemica coinvolge – suo malgrado – uno dei maestri più ammirati del fumetto europeo: l’italiano Milo Manara. Nella vignetta pubblicata su Twitter il 21 novembre scorso, il multimiliardario fondatore di SpaceX ha ironizzato su quanto Donald Trump, l’ex presidente degli Stati Uniti, ambisse al ritorno su Twitter, oltraggiando con una greve metafora in forte odore di misoginia la vignetta originale di Manara, che invece era inserita in un contesto narrativo totalmente differente – per quanto colma di sensualità, come tipico nella produzione di Manara.

Un ritratto di Milo Manara

Un ritratto di Milo Manara

DIRITTO D’AUTORE E SOCIETÀ LIQUIDA

Non è affatto una questione banale. Le domande che questo evento pone sono estremamente importanti e significative dei problemi della nostra epoca. È così facile nell’epoca della “società liquida” (come la definì efficacemente Zygmunt Bauman) polverizzare e disperdere in mille rivoli incontrollabili la sacralità del diritto d’autore?“Abbandonate ogni speranza di totalità, futura come passata, voi che entrate nel mondo della modernità liquida”, affermava con toni danteschi ancorché profetici il filosofo polacco. E il diritto d’autore – a quanto pare – potrebbe essere una delle prime vittime dell’inesistenza di un sistema razionale e legale (come avrebbe detto Max Weber) all’interno delle reti sociali. Viviamo in un’epoca di adolescenza informatica e tecnologica: nelle reti sociali vige ancora un tipo di sistema che è quello che lo stesso Weber definiva di tipo “carismatico”: il carisma è – oggi – la virtù base di ogni influencer. Nelle reti sociali, tutto quello che non è espressamente proibito è ammesso. Figuriamoci chi mai potrebbe prestare anche solo la minima attenzione a una minuzia come il diritto d’autore…

Un ritratto di Elon Musk

Un ritratto di Elon Musk

LA RISPOSTA DI MILO MANARA A ELON MUSK

Milo Manara è rimasto basito nel momento in cui ha visto il magnate utilizzare in maniera così spensierata il suo disegno. Elon Musk, che di sicuro non ha problemi di liquidità (qui intesa non in senso “baumaniano”), non ha neppure sentito la necessità di mettersi in contatto con l’autore per chiedere il permesso alla pubblicazione. Troppo ghiotta era l’occasione di cedere a quello che il premio Nobel per l’Economia del 2002, Daniel Kahneman, descriveva come “pensieri veloci”, in contrapposizione con i “pensieri lenti” della razionalità e del rispetto, che spesso nella liquidità del web sono destinati a una facile capitolazione.
Eppure Manara si è dimostrato un signore: ha risposto con una “controvignetta” per ironizzare sul suo leso diritto d’autore, lasciando socchiusa la porta all’eventualità di un intervento in sede legale. Ecco come ha risposto l’artista veronese a Elon Musk (utilizzando, si badi bene la finezza, Facebook al posto di Twitter…): “Vorrei che Elon Musk fosse obbligato a twittare mille volte: ‘Non userò mai più i disegni di Milo Manara senza permesso. Non userò mai più i disegni di Milo Manara senza permesso. Non userò mai più…’ . Che ne dite se gli faccio causa, chiedendogli 44Bn di $ di risarcimento? Così potrei ricomprare Twitter e ridarlo in gestione a qualcun altro!“.

La risposta di Milo Manara a ELon Musk

La risposta di Milo Manara a ELon Musk

IL CASO DI LELE CORVI

Assistiamo ormai al dilagare impunito di questi furti e corruzioni del significato e del contesto originale di disegni, vignette e fumetti. Spesso si tratta di situazioni in cui l’autore si trova in una condizione odiosamente asimmetrica. Un altro esempio è quello del vignettista Lele Corvi, autore, oltre che delle vignette quotidiane su Il Manifesto, di mille strisce sagaci della serie Crow’s Village (di cui è uscita recentemente la raccolta in due volumi) e del divertente Tobi Astronauta.
Nel corso del 2021 era stato protagonista di una polemica con un utente di Facebook, colpevole di un illecito perpetrato quotidianamente: la “vaporizzazione” del diritto d’autore di una vignetta dei mitici Peanuts di Charles M. Schultz, trasformata in un palinsesto da utilizzare come meme alterandone a piacimento i testi e i significati. All’ennesimo esempio, il vignettista Corvi è intervenuto, evidenziando la totale mancanza di rispetto per il lavoro altrui. A cosa è dovuta la poca considerazione di cui ancora gode il fumetto e la produzione dei fumettisti? “Non saprei”, dice Corvi, “forse la mancanza di cultura. Probabilmente non si pensa che il fumetto sia degno di essere considerato un lavoro. Anche se quest’ultimo viene realizzato in dieci minuti, dietro nasconde tutta una serie di ragionamenti, considerazioni nonché un bagaglio di esperienza che ha portato alla qualità realizzativa finale”.

FUMETTI E COPYRIGHT

È allora tutto frutto di una mancanza di rispetto per i disegnatori e i fumettisti, visti ancora da troppi come “magnifici dilettanti”, non degni di un trattamento professionale e quindi – agli occhi di alcune fasce della popolazione – ancora privi della tutela legale del loro diritto d’autore? “Si stanno facendo passi avanti in questo caso, ma non è ancora sufficiente. Le vignette veicolano dei messaggi ma spesso non vengono lette in profondità, limitando il giudizio alla semplice capacità di strappare una risata. Ma è sempre una questione di cultura e di rispetto: il lavoro – qualsiasi lavoro – va rispettato sempre. C’è ancora tanta strada da fare per difendere il diritto d’autore: le leggi esistono, basterebbe farle applicare.  Sarebbe bello che anche gli autori -per parte loro- decidessero di denunciare e prendere posizione, invece spesso si decide di chiudere un occhio perché – come spesso si sente dire nel settore – ‘tanto è tutto inutile!’, oppure di girarsi dall’altra parte perché ‘almeno così ho visibilità’!”.

IL “FURTO” DI DIEGO FUSARO

Anche Corvi è stato vittima la scorsa primavera di un “palinsestamento arbitrario” di una delle sue vignette da parte del polemista Diego Fusaro, chiediamo pertanto a Lele se l’opinionista si è poi scusato. “Si, e devo dire che, pur non apprezzando il personaggio, è stato uno dei pochi a essersi scusato privatamente e pubblicamente, e nel giro di poco tempo ha rimosso la vignetta. Altri siti, pagine Facebook e profili Social, non hanno mai fatto altrettanto”.
Lele Corvi confessa di apprezzare parecchio il tono scherzoso usato da Milo Manara per difendersi dal sopruso subito da parte di Elon Musk, e – ironicamente – gli consiglia di “ridurre magari la cifra richiesta, ma non di molto. Scherzi a parte: se un personaggio del calibro di Milo Manara si mobilita concretamente in questo senso darebbe un gran bel segnale a proposito dell’importanza  del rispetto del diritto d’autore nel campo del disegno, del fumetto e delle vignette, nonché della dignità del nostro lavoro”.

Thomas Villa

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