Fantagraphic: Degas, Manet, Delacroix, Ingres e gli altri in un nuovo romanzo grafico

“Swan. Il bevitore di assenzio” è l’affascinante romanzo grafico di Néjib Belhadj Kacem, che ci immerge negli irrequieti ambienti artistici della capitale francese poco prima dell’affermarsi dell’Impressionismo.

Parigi 1859. La capitale è un vecchio drago addormentato che aspetta solo una scintilla per svegliarsi. E quella scintilla saremo noi: i giovani artisti!. Questo l’incipit dell’ultimo romanzo a fumetti del 45enne franco-tunisino Néjib Belhadj Kacem, direttore artistico della importante casa editrice Casterman e già autore di un pluripremiato volume di cui abbiamo parlato a suo tempo: Stupor Mundi. Lì si raccontava di una presunta nascita prematura della fotografia alla corte medievale di Federico II, qui invece di una coppia di giovani americani che, attirati dal peculiare clima artistico della capitale francese, vi sbarcano ai tempi del Secondo Impero, nel bel mezzo della trasformazione urbanistica voluta da Napoleone III e il prefetto barone Haussmann. Ed è quel particolare clima di grandi mutamenti in atto che, accompagnando Scottie Manderley e sua sorella Swan per le strade e nei salotti parigini, viene dunque rievocato con persuasiva ricostruzione documentaria e delineato con partecipazione tanto emotiva quanto razionale. Scottie vuole essere ammesso alla prestigiosa Académie des Beaux-Arts, e tale è anche il desiderio segreto di Swan, che però in quanto donna ha pochissime probabilità di essere accettata quale pittrice dal consesso artistico locale, al fondo conservatore anche quando si proclama progressista.

LA STORIA DI SWAN. IL BEVITORE DI ASSENZIO

A fare loro da Virgilio nei gironi più purgatoriali che paradisiaci di quella capitale artistica è il cugino Edgar Degas, proprio lui, non ancora famoso ma già abbastanza ben introdotto negli ambienti giusti. E al suo fianco Swan e Scottie hanno modo di incontrare – e così anche noi con loro – personaggi che hanno già fatto, stanno facendo, o stanno per fare la storia dell’arte: dall’anziano e riverito maestro di tutti Ingres al combattivo Delacroix, ormai prossimo alla morte, e via via, disseminati volentieri nei corridoi del Louvre dove si dedicano a copiare i grandi pittori del passato (“I romantici inseguono Delacroix, i classici stravedono solo per Ingres e Raffaello, le ragazze desiderano innanzitutto trovare marito, i vecchi riaccendono una passione di gioventù… e quel giovane irsuto laggiù è Fantin-Latour, il genio della copia”), sfilano ora il sorpassato Thomas Couture, ora l’immaturo Camille Pissarro, ora l’accademicissimo Alexandre Cabanel, ora l’eccentrica artista lesbica Rosa Bonheur, ora il sempre provocatorio Gustave Courbet, e ora persino il luciferino Charles Baudelaire che ha appena tradotto Poe. Ma un’attenzione molto speciale il racconto sceglie di riservare a Édouard Manet, il cui dipinto “scandaloso”, Il bevitore di assenzio, dà il nome al volume, che si presenta così come una prima parte (prossimo titolo annunciato, Il cantante spagnolo).

Néjib Belhadj Kacem, Swan. Il bevitore di assenzio Coconino Press, Roma 2020. Copertina

Néjib Belhadj Kacem, Swan. Il bevitore di assenzio Coconino Press, Roma 2020. Copertina

DALLA SOCIETÀ AI PREGIUDIZI NELLA PARIGI DELL’OTTOCENTO

Il romanzo è fitto non solo di personaggi, ma pure di ambienti e situazioni. Non possono mancare i bordelli, l’oppio, i pittori che si approfittano delle modelle, le feste mondane, gli assalti criminali nelle buie strade notturne; e, al di là dell’immersione specialmente interessante nel litigiosissimo milieu degli artisti rivali in occasione delle scelte per esporre al Salon o per il molto ambito Prix de Rome, affronta con garbo i temi della vita omosessuale e delle pregiudiziali discriminazioni sociali sul sesso femminile. Sarà Swan, si capisce, più ancora che in questa prima parte, l’eroina del prosieguo.

LO STILE DI NÉJIB

L’autore, che ha studiato all’École Nationale Supérieure des Arts Décoratifs di Parigi, evidentemente sa di cosa parla. Sa raccontare bene, ormai è assodato, e soprattutto ha una maniera tutta sua di esporre col disegno. Schizza veloce col pennello, ha un ottimo senso della sintesi (che nel linguaggio del fumetto resta la dote principale), caratterizza i personaggi con gusto anche leggermente caricaturale; e inoltre alterna fra le pagine, assecondando le situazioni d’ambiente e d’atmosfera, diverse soluzioni cromatiche affidate di volta in volta a piatte bicromie o tricromie che donano rinnovante varietà alla percezione non solo fisica dello svolgimento narrativo. Così ormai Néjib si sta confermando un autore di punta a livello internazionale.

– Ferruccio Giromini

Néjib – Swan – 1. Il bevitore di assenzio
Coconino Press, Roma 2020
Pagg. 184, € 20,00
ISBN 9788876185267
https://www.coconinopress.it/

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Ferruccio Giromini

Ferruccio Giromini

Ferruccio Giromini (Genova 1954) è giornalista dal 1978. Critico e storico dell'immagine, ha esercitato attività di fotografo, illustratore, sceneggiatore, regista televisivo. Ha esposto sue opere in varie mostre e nel 1980 per la Biennale di Venezia. Consulente editoriale, ha diretto…

Scopri di più