Il libro d’artista dal punto di vista degli artisti

Protagonisti della mostra “CODICI – pagine d’artista” andata in scena nel Complesso Monumentale Guglielmo II di Monreale, sei artisti hanno risposto a tre domande sui linguaggi con i quali si sono approcciati al libro d’artista e gli hanno dato forma

Il libro d’artista è di fatto l’evoluzione del libro inteso come oggetto, divenendo ambiente per la libera sperimentazione, vetrina di un comportamento estetico e intellettuale.
Ritenuto un oggetto ribelle, il libro d’artista, spinto da un’urgenza espressiva, accede senza timore a più codici linguistici, assumendo una funzione teatrale capace di coagulare forme, approcci e significati.

Mario Bronzino

ROSSELLA POIDOMANI: IL LIBRO COME AMBIENTE

Segni umidi è il nome del tuo libro, cosa ti ha spinta a realizzarlo?
Nasce dalla mia ricerca sulla natura, sul corpo e sull’ambiente; da qualcosa che ho sempre indagato: la necessità primordiale dell’esserci nel mondo ed evidenziare la relazione tra corpo, vita e morte.

Sfogliando le pagine si ha la sensazione di frugare in un baule di ricordi legati a luoghi. Qual è il rapporto della tua opera con i luoghi?
Più che di luogo mi piace parlare di un ambiente che superi la comune e ingenua intuizione spaziale: domestico, naturale, intimo. Uno spazio che sia idea di come l’individuo sta al mondo e di come lo vive.

Anche il libro diventa un ambiente?
Diviene un ambiente del mondo e del tempo, poiché la plastica che ho adoperato è stata sotterrata dieci anni fa per osservarne il cambiamento, mentre la forma angolare riprende quella della mia cucina, punto di raccoglimento fisico.

Rossella Poidomani, Segni umidi, 2022, carta, plastica, legno, cotone, resina naturale, cera, bambù e ferro (dettaglio)

Rossella Poidomani, Segni umidi, 2022, carta, plastica, legno, cotone, resina naturale, cera, bambù e ferro (dettaglio)

FRANCESCA BAGLIERI: IL CONCETTO DI PAGINA

Pagine in scatola è un’opera illusoria. Solleviamo la copertina e le pagine non ci sono. Sono sparite o si sono trasformate in altro?
Il libro racchiude delle pietre a simboleggiare le pagine di una storia più grande; non sono scomparse, ma diventate marmo.

Le tue “pagine” sono libere, ma rappresentate da un elemento statico. Cosa si cela dietro questo aspetto?
Le pagine sono libere perché mobili. Quei parallelepipedi di marmo sono stati ricavati da lastre più grandi, disvelando l’intrico di trame e venature.

Quando la pagina di un libro può essere definita tale secondo te?
Quando può essere letta e quando ha una scrittura: i marmisti riescono a leggere la storia della pietra che hanno davanti dalle sue venature, texture e memorie.

Francesca Baglieri, Pagine in scatola, 2022, marmo e acrilico su legno

Francesca Baglieri, Pagine in scatola, 2022, marmo e acrilico su legno

GIUSEPPE MENDOLIA E LAURA CANTALE: LA NECESSITÀ DI NON FORMARE

In fede è un libro spiazzante, fonde l’intimità e l’anonimato con il mettersi in mostra, ma soprattutto è in costante divenire. Qual era il vostro obiettivo?
Quando affidi il destino di un’opera al fruitore, non sai mai cosa può tornarti indietro. Ci siamo appropriati di parole non nostre: ammonimenti, reminder o imperativi convenzionalmente categorici. L’obiettivo era quello di scarificare le superfici verbali, con l’ironia, stimolando e infastidendo.

La vostra opera è un gioco di liberi pensieri, ma tutto nasce da poche affermazioni che chiunque avrà sentito o letto almeno una volta. Cosa stimola questa libertà e cosa potrebbe svelare?
Dimentichiamo troppo facilmente che i nostri tempi sono quelli della libera espressione. La sessualità, la famiglia, il lavoro, tutte cose personalizzabili. Invece ci facciamo proteggere da frasi fatte, da poter completare con il minimo sforzo. Facciamo tutti parte di questo processo, non siamo liberi e occludiamo la nostra capacità naturale di pensiero.

Qual è il futuro del vostro libro?
Sicuramente diventare una raccolta. L’idea è quella di mettere insieme questi “liberi pensieri” e generare un archivio in divenire dal quale attingere quando si sono perse le parole o quando se ne sono dette troppe.

G. Mendolia Calella e L. Cantale, In fede, 2022, plastica, carta, legno (dettaglio)

G. Mendolia Calella e L. Cantale, In fede, 2022, plastica, carta, legno (dettaglio)

SILVIA MUSCOLINO: TERAPIA DEL DIARIO E DELLE MELODIE

Cecità: da dove nasce questo lavoro e che funzione ha la melodia?
Leggevo l’omonimo di Saramago, scoprivo come il mondo intorno a noi fosse di fatto una costruzione mentale. Mi sono convinta che gli occhi siano una lente forviante, allora perché non provare a vedere il mondo attraverso le vibrazioni e ricostruirlo infine attraverso il suono?

Hai trasformato il tuo diario in un libro d’artista mostrando ogni aspetto più intimo che ci fosse in te. Ha avuto una funzionalità terapeutica o esclusivamente artistica?
Contiene quasi quattro anni e mezzo. Le strane esperienze mentali di una persona che vive la sua primissima giovinezza: tutto a uso esclusivamente terapeutico. Molti scarabocchi, graffi esasperati, frasi senza nesso logico. Ed è giusto così, quel lavoro è un diario di bordo emozionale. Bisognava essere onesti, accettare l’inaccettabile, persino essere mediocri, ma liberi di esprimersi totalmente.

Cosa lega i tuoi lavori e come mai sembra di avere da un lato una paziente e dall’altro un terapeuta?
Sono i due ruoli ai quali mi piace di più giocare. Nel diario emozionale la paziente può pasticciare liberamente come i bambini e cercare di ricostruire alcuni episodi, anche di natura immaginifica. In Cecità invece viene fuori la parte terapeutica: quella voce antica, che è in ognuno di noi e ci guida attraverso la nostra evoluzione psico-fisica.

Silvia Muscolino, Senza Titolo, 2018-2021, tecnica mista (dettaglio)

Silvia Muscolino, Senza Titolo, 2018-2021, tecnica mista (dettaglio)

GIUSEPPE LA TONA: L’ASSURDITÀ ENCICLOPEDICA

La tua opera Tutto è in conflitto, in discussione, è precario risulta impenetrabile. Cosa ti porta a realizzare un’opera così precaria?
Una cosa molto seria per me: l’ironia!

Il titolo stesso dell’opera afferma che tutto è in discussione, perciò quando potremo considerare la tua opera una scultura e non un libro d’artista?
Se vuoi anche adesso. Posso però dire che tecnicamente è una scultura e concettualmente è un libro d’artista.

Se sfogliassimo il tuo libro-dizionario, cosa troveremmo alla voce “assurdità”?
Uno specchio e la scritta “TU”. Assurdo, no?

Giuseppe La Tona, Tutto è in conflitto, in discussione, è precario, 2022, plastica, metallo, verricelli, dizionario enciclopedico, dettaglio (Courtesy by MOc)

Giuseppe La Tona, Tutto è in conflitto, in discussione, è precario, 2022, plastica, metallo, verricelli, dizionario enciclopedico, dettaglio (Courtesy by MOc)

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Mario Bronzino

Mario Bronzino

Mario Bronzino è nato a Palermo nel 1997. Studia Linguaggi del Contemporaneo al corso magistrale dell’Accademia di Belle Arti di Catania. Scrive d’arte contemporanea e lavora alla realizzazione di cataloghi per mostre. Si dedica a una riflessione sui nuovi linguaggi…

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