Gli scritti sull’arte di Robert Storr in un nuovo volume

Storico dell’arte, curatore, critico: Robert Storr torna a prendersi la scena con la pubblicazione del nuovo libro che raccoglie i suoi scritti, datati dal 2006 al 2021

Writing is a fantastic experience nobody is interested in”. Ad affermarlo è proprio Robert Storr (Portland, 1949) artista, curatore, storico e critico dell’arte, noto per essere uno dei più importanti e prolifici scrittori di arte moderna e contemporanea al mondo. La sua scrittura, ora sintetica ora prolissa, talvolta dialogica e descrittiva, talaltra evocativa, poetica, è sempre spiazzante, insolita, originale, in una parola “geniale”.
In più occasioni Storr è stato ospite di Artribune e questa volta ne parliamo per presentare il suo ultimo volume: Writings on Art 2006-2021.
Uscito nel 2021, il volume raccoglie un’ampia, accurata selezione di suoi scritti più recenti, fra saggi, articoli, recensioni, rubriche. Sono ben 51 i testi selezionati da Francesca Pietropaolo, curatrice di questo e del precedente volume, Writings on Art 1980-2005 pubblicato nel 2020. Insieme le pubblicazioni formano una preziosa antologia in due volumi, imperdibili per tutti coloro che volessero approfondire “alla maniera di Storr” le loro conoscenze sugli artisti e sull’arte del nostro tempo.
Francesca Pietropaolo, storica dell’arte e curatrice indipendente, da molti anni collabora con il critico americano ed è sicuramente la studiosa più attenta e più accreditata a interpretare il suo metodo e la sua filosofia critica, a tal punto da meritarsi, da parte dello stesso Storr, l’appellativo di coautrice dei due volumi antologici, i quali sono resi ancora più pregevoli dalla ricca bibliografia che li accompagna e dalle illuminanti introduzioni degli autori.

Maria Lassnig, Selbstporträt, 1944. © Maria Lassnig Foundation _Bildrecht Vienna, DACS London 2021. Photo Roland Krauss

Maria Lassnig, Selbstporträt, 1944. © Maria Lassnig Foundation _Bildrecht Vienna, DACS London 2021. Photo Roland Krauss

L’ARTE E GLI ARTISTI SECONDO ROBERT STORR

E allora come resistere al fascino “gorgonico” del saggio Ave Maria dedicato all’artista Maria Lassnig? Come non emozionarsi di fronte a un sentimento così profondo come l’amore eterno di When this you see remember me in cui Storr introduce l’opera di Félix González-Torres raccontando un curioso episodio? Due ragazzini si riempiono le tasche di caramelle (che costituiscono l’opera d’arte di González-Torres) e vengono ammoniti da una guardasala, non per il gesto appena compiuto, ma perché stiano attenti a non consumarle troppo in fretta. L’episodio risale al 1994, mentre l’opera, realizzata nel 1991, intende ricordare il compagno morto di AIDS (l’artista morirà poco dopo della stessa malattia). E ancora, come non avvertire, ma anche condividere, la tenerezza che traspare dalle parole di Storr quando descrive l’opera Doll’s Clothes di Cindy Sherman, divenuta una pietra miliare dell’arte contemporanea e nella fattispecie fotografica?
C’è poi il racconto del suo primo incontro con Malik Sidibé, a Bamako, un incontro stimolante e divertente con un artista “irrepressibly cheerful yet profoundly serious”. A Storr va riconosciuto il merito di averlo voluto alla Biennale di Venezia nel 2007, dove fu anche il primo artista africano e il primo fotografo ad avere ottenuto il Leone d’oro alla carriera.
E per finire, è così che Robert Storr descrive l’incontro con Robert Ryman, risalente al 1972, in The American Grain: “It was the first time I had ever encountered a kind of art for which I had no words, no precedents – and no need to explain to myself what I was seeing in order to fully experience it. Nobody was asking me, what did it mean? Did I like it? Nobody was asking me anything about anything. There it was, and there I was, and it made a profound impression on me…

Robert Ryman, Untitled, 1959. Dia Art Foundation © Robert Ryman _ ARS, NY _ DACS, London 2021. Photo Bill Jacobson for The Greenwich Collection, Ltd.

Robert Ryman, Untitled, 1959. Dia Art Foundation © Robert Ryman _ ARS, NY _ DACS, London 2021. Photo Bill Jacobson for The Greenwich Collection, Ltd.

LA SCRITTURA DI ROBERT STORR

Il discorso che Robert Storr da oltre quarant’anni imbastisce intorno all’arte non parte da un impianto concettuale che, come in un teorema, attende alla sua dimostrazione, ma piuttosto sgorga dalla sua variegata esperienza di critico militante e di artista, sempre incline a comprendere le motivazioni che sono alla base dell’arte, nonché dalla sua profonda conoscenza storico-critica, che dipana secondo una modalità espressiva assolutamente polifonica e astrutturata. Nella sua scrittura, infatti, Storr utilizza registri semantici e culturali diversissimi, mescola generi, biografia e aneddotica con saperi storici, artistici, filosofici, ricordi personali con studi sociali, politici, letterari. Il risultato di questo mélange ci appare unico e sorprendente, per ampiezza è assimilabile a un affresco, ma per la dinamicità pulsante dei suoi contenuti è forse più simile a un tableau vivant.

Adriana Scalise

Robert Storr – Writings on Art 2006-2021
a cura di Francesca Pietropaolo
Pagg. 720,  £ 35
HENI Publishing, Londra 2021
ISBN 9781912122417
https://www.henipublishing.com/

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Adriana Scalise

Adriana Scalise

Adriana Scalise lavora presso l'Archivio della Biennale di Venezia, laureata in Lingue Orientali (Arabo) e in Conservazione dei Beni Culturali (Storia dell'Arte) da oltre dieci anni nutre interesse nei confronti della Fotografia nelle sue varie declinazioni (storia, estetica e pratica…

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