L’estetica fragile del XXI secolo nel nuovo libro di Valentina Tanni

Quanto hanno influito il web e le piattaforme social sulle trasformazioni dell’arte contemporanea? Prende le mosse da questa domanda “Memestetica. Il settembre eterno dell'arte”, il libro di Valentina Tanni pubblicato da Nero Editions.

S’intitola Memestetica. Il settembre eterno dell’arte l’interessante riflessione declinata dalla storica dell’arte e curatrice Valentina Tanni. Si tratta di un’approfondita indagine attorno alle trasformazioni dell’arte contemporanea del XXI secolo sotto la spinta della diffusione del web e delle piattaforme social. L’autrice traccia un’ampia prospettiva storica “da Marcel Duchamp a TikTok” alimentando sentieri e inciampi di riflessione dove i troll e i meme compaiono nelle comunità artistiche per boicottare, paralizzare i processi comunicativi ed estetici. Si genera così uno scenario affascinante e al contempo disturbante segnato da gif animate, ritocchi su Photoshop e pratiche di appropriazione di ogni genere.
Le immagini circolano online in versioni e formati diversi […] sono oggetto di uso compulsivo: un consumo costante che sembra quasi deteriorarle“, afferma l’autrice. Uno scadimento di valore che travolge in particolare l’universo della fotografia, dove si assiste al formarsi di un ecosistema dominato da un atteggiamento di scetticismo e apatia rispetto ai contenuti che l’immagine incorpora.

IL LIBRO DI VALENTINA TANNI

Attraverso un insieme composito di esempi, Tanni tratteggia i contorni di una fenomenologia dell’arte del nostro tempo dove il paradigma della rapidità di fruizione e diffusione segue il conseguente scadimento e l’obsolescenza pressoché istantanea dei fenomeni culturali ed estetici. A restituire una dinamica delle pratiche artistiche al tempo della memestetica è il caso del fotografo Jaime Martinez, che mixa le fotografie con gif animate, introducendo un effetto cinematico minimale. “Come dischi scratchati in eterno, le foto animate di Martinez rappresentano una serie di momenti congelati nel tempo, bloccati ma sempre sul punto di ripartire“, incalza l’autrice.
Valentina Tanni decreta un superamento delle pratiche della postproduction care a Nicolas Bourriaud. L’appropriazione, la copia sdoganata, il piluccare ovunque generano nel mondo dell’arte un big bang continuo, nel quale risulta sempre più difficile distinguere l’originale dalla copia, dove il valore della copia degrada quello dell’originale. Sempre che la nozione di originalità abbia ancora una qualche rilevanza.

Si assiste a uno scollamento percettivo tipico dei meccanismi della Rete e delle piattaforme social. I concetti di originalità e creazione svaniscono in un panorama culturale dominato da nuove figure come youtuber e instagrammer che ci stanno “lasciando in eredità un insieme di pratiche e di estetiche che richiamano alla memoria i precetti delle avanguardie storiche, allegramente distorti in una chiave weird/strana/disturbante, selvaggia e disinibita“, dichiara l’autrice. Dissezionare oggetti culturali banali e includerli nella Rete attraverso l’ambiguità ironica della piattaforma cinese TikTok o creare meme che bucano la Rete per iniettarsi nell’immaginario collettivo. Sembra essere questo il mood della Memestetica. È l’editing delle micronarrazioni veloci e fluide a popolare l’assenza di narrazioni storiche e ideologiche.
Per ora, il mercato dell’arte dominato da meccanismi finanziari sembra immune a queste derive delle estetiche contemporanee, ma in futuro chissà.

Marco Petroni

Valentina Tanni – Memestetica. Il settembre eterno dell’arte
Nero Editions, Roma 2020
Pagg. 252, € 18
ISBN 9788880560982
www.neroeditions.com

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #57

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Marco Petroni

Marco Petroni

Marco Petroni, teorico e critico del design. Ha collaborato con La Repubblica Bari, ha diretto le riviste Design Plaza, Casamiadecor, ha curato la rubrica Sud su Abitare.it, è stato redattore di FlashArt. Collabora con l'edizione online di Domus. Curatore senior…

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