Perché il nazista è nudo? Un libro lo spiega

Deus ex machina della VAF Stiftung, Klaus Wolbert è anche un raffinato intellettuale. E questo suo libro rappresenta la summa dei suoi studi sull'estetica nazista, in particolare quella dispiegata nella scultura monumentale.

Tedesco classe 1940, Klaus Wolbert è noto in Italia per la straordinaria attività condotta tramite la Fondazione VAF, volta a promuovere, collezionare, divulgare e pubblicare l’arte italiana moderna e contemporanea. Leggete le didascalie delle opere conservate nelle collezioni museali e vedrete che incapperete spesso in donazioni o prestiti a lungo termine della VAF Stiftung; così come, se vi interessate di Claudio Verna o del Gruppo N, di Giuseppe Uncini o del Gruppo T, dovrete necessariamente avere a che fare con i tomi pubblicati da Silvana Editoriale su progetto, studio e sponsoring della stessa fondazione.

GLI STUDI SUL NAZISMO

Tutto questo non deve far dimenticare che Wolbert è anche un raffinato intellettuale. In queste vesti, sin dalla sua tesi di dottorato si è interessato agli “aspetti ideologici, politici ed estetici della plastica figurativa nazista”. Scultura programmatica nel Terzo Reich. Corpi dogmatici, letali dettami di bellezza è in qualche modo la summa di questi studi iniziati negli Anni Settanta. Uscito l’anno scorso in edizione tedesca, Dogmatische Körper – Perfide Schönheitsdiktate ha la forma di un raffinato table book, di quelli a cui ci ha abituato da decenni la casa editrice torinese Allemandi. La forma, tuttavia, non corrisponde al contenuto, perché questo imponente tomo è in realtà un saggio a tutti gli effetti. Non comodissimo da leggere, vero, ma certo non è un table book – tranne che per una caratteristica: la qualità documentaria dell’apparato iconografico. Una mole enorme di fotografie, in massima parte d’epoca, poiché le sculture del Reich furono quasi tutte distrutte nei mesi appena successivi alla fine della Seconda Guerra Mondiale; un corpus che ha reso necessaria una ricerca minuziosa e titanica, ma che ha consentito di rendere il libro una pietra miliare per quest’area di studi.

IL LIBRO DI KLAUS WOLBERT

Di cosa si parla dunque? Di come il culto della razza ariana e della sua forma corporea sia stato declinato in una scultura propagandistica monumentale che – parafrasando il titolo di un capitolo – mobilitava l’ideale classico a favore di interessi eteronomi, ovvero politici e ideologici. D’altronde il dramma sta tutto o quasi nella costellazione semantica che raccoglie idea-ideale-ideologia. Se dunque finora l’atletismo e la vigorosa nudità dell’ariano e dell’ariana facevano pensare ai film di Leni Riefensthal, grazie a questo libro approfondiamo la conoscenza di autori quali Arno Breker e Josef Thorak. Ed è soltanto uno degli aspetti di un tomo di oltre 400 pagine. La questione è infatti indagata da ogni punto di vista (ci sono capitoli su Nietzsche e sul naturismo, sul genocida Karl Brandt e su Winckelmann…), in uno sguardo a 360 gradi che permette di comprendere appieno un fenomeno solo apparentemente periferico della follia nazista.

Marco Enrico Giacomelli

Klaus Wolbert – Scultura programmatica nel Terzo Reich
Allemandi, Torino 2019
Pagg. 408, € 150
ISBN 8842224626
www.allemandi.com

Articolo pubblicato su Grandi Mostre #18

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Marco Enrico Giacomelli

Marco Enrico Giacomelli

Giornalista professionista e dottore di ricerca in Estetica, ha studiato filosofia alle Università di Torino, Paris 8 e Bologna. Ha collaborato all’"Abécédaire de Michel Foucault" (Mons-Paris 2004) e all’"Abécédaire de Jacques Derrida" (Mons-Paris 2007). Tra le sue pubblicazioni: "Ascendances et…

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