Ad Apeldoorn, nei Paesi Bassi, torna a splendere il Paleis Het Loo

Riapre l’antica residenza di caccia degli Orange, diventata museo nel 1984. Adesso ospiterà anche l’arte contemporanea

Dopo cinque anni di lavori riapre al pubblico nei Paesi Bassi l’antica residenza di caccia degli Orange, il Paleis Het Loo. Diventata museo nel 1984, adesso ospiterà anche l’arte contemporanea in seguito alla realizzazione di nuove sale espositive sotterranee. La solenne inaugurazione si terrà il 22 aprile 2023, alla presenza del sovrano Willem-Alexander.

Costruito nel 1686 per volere di Guglielmo III d’Orange-Nassau, il fastoso palazzo è stato una residenza di caccia e per la stagione estiva fino al 1975, quando in accordo con la famiglia reale il governo decise di convertirlo in spazio pubblico dedicato alla cultura. Nato sull’esempio della Reggia di Versailles, sorge all’interno di un parco di 60 ettari, in parte occupati da un giardino all’italiana con ampie e geometriche aiole fiorite nello stile del barocco olandese, statue, un doppio colonnato (che un tempo era inglobato nel palazzo ma che nel Settecento fu spostato in mezzo al parco), e fontane monumentali. Proprio per avere fontane perennemente funzionanti fu scelta l’area di Apeldoorn (a 60 km da Utrecht) per costruire il palazzo perché situata in uno dei punti più bassi del territorio olandese. La zona posteriore del parco è lasciata a bosco o prati verdi, dove un tempo si svolgevano le battute di caccia. Centinaia di nuovi alberi sono stati piantati per rinfoltire l’antica boscaglia, e passeggiare in questo scrigno naturale costituisce un’esperienza dal sapore fiabesco.

LE SALE SOTTERRANEE DEL PALEIS HET LOO

La nuove sale espositive, su progetto di Dikkie Scipio (co-fondatore di KAAN Architecten), sono state volute per ampliare l’attività culturale del Palazzo senza sacrificare gli ambienti storici, che continueranno a ospitare gli arredamenti, le suppellettili e le opere d’arte delle epoche passate. All’arte contemporanea sono appunto riservate le sale sotterranee, realizzate dopo un particolare cantiere che ha visto uno scavo di ben dieci metri di profondità e la costruzione di una struttura in cemento, rivestita di marmo bianco spagnolo, che si estende sulla medesima superficie del piano terra del Palazzo: 5.000 metri quadrati, con un salone centrale, il Grand Foyer, illuminato da una copertura di 24 pannelli in vetro sulla quale insiste una fontana, e due ali laterali, orientale e occidentale, speculari a quelle della struttura originale. Per dare un’idea della complessità della sfida di costruire le sale sotterranee, sono state necessarie ben 1.200 tonnellate di pali d’acciaio per rinforzare e stabilizzare la struttura di cemento.

Veduta aerea della reggia. Courtesy Paleis Het Loo

Veduta aerea della reggia. Courtesy Paleis Het Loo

PALEIS HET LOO: UN MUSEO SOSTENIBILE

Con l’occasione del cantiere, sono stati restaurati anche gli ambienti storici, rimuovendo 4.300 metri quadrati di amianto (installati come materiale antincendio alla fine degli anni Settanta). Sono stati inoltre realizzati un impianto d’illuminazione con luci a led e un impianto geotermico per l’acqua calda limitando al massimo il ricorso al gas. È poi allo studio un progetto per dotare di pannelli fotovoltaici i tetti degli edifici secondari del Palazzo, destinati agli uffici, e renderlo così autosufficiente dal punto di vista energetico. Combinando pratiche di riciclo di carta, plastica e altri materiali, il riuso delle acque piovane e la geotermia, l’obiettivo è quello di diventare carbon free prima del 2030, in anticipo sugli obiettivi dell’Unione Europea. E ancora, il parco è curato secondo i metodi dell’agricoltura biologica, senza uso di fitofarmaci, ed è cominciato lo studio per individuare la zona migliore per impiantare un apiario e avviare una produzione di miele utilizzando i fiori del vasto parco. Un progetto di lungo periodo e che una volta si aggiungerà ai tanti apiari che in Olanda sono in attività presso hotel e ristoranti.

La Quadreria. Courtesy Paleis Het Loo

La Quadreria. Courtesy Paleis Het Loo

IL PROGRAMMA ESPOSITIVO DEL RIAPERTO PALEIS HET LOO

La collezione permanente del Palazzo è ospitata negli ambienti storici, che offrono un ampio ma familiare spaccato della vita dei reali olandesi, in particolare di Guglielmo III, luogotenente reale delle Province Unite (all’epoca sotto il controllo della Spagna), della moglie Mary Stuart (che diverrà regina d’Inghilterra), e della regina Wilhelmina; la sale conservano ancora le camere da letto dei reali, la sala da pranzo, la biblioteca, con mobilia che va dal tardo Seicento all’Art Deco. Il percorso si completa con la cappella (sobria ma nella quale spicca un bell’organo secentesco), la quadreria con pitture dal Seicento all’Ottocento, con opere di Rubens, Van Dyke, Maas. A rendere più intima l’atmosfera, gli oggetti personali degli Orange, come libri, fotografie, ritratti. Il restauro ha riportato agli antichi splendori anche gli affreschi dei soffitti, le boiserie dipinte, lo scalone centrale in legno di quercia, i lampadari in cristallo e oro. La visita è un’immersione nella bellezza dell’arte e dell’architettura del passato, così come nei meccanismi della vita quotidiana dei sovrani. Trattandosi però di un Paese permeato dell’etica protestante, la reggia splende senza eccessi: elegante più che sfarzosa, riflette anch’essa la sobrietà e il pragmatismo della civiltà settentrionale.

Le sale sotterranee sono invece dedicate in parte alla storia della famiglia reale, inquadrata però nella cornice della storia nazionale. Le altre sale invece ospitano mostre temporanee d’arte moderna e contemporanea; la prima è però dedicata al cantiere del nuovo museo, a suo modo un capolavoro di tecnica: Masterpiece racconta con video, fotografie e pannelli con spiegazioni tecniche l’avventura del lungo cantiere e delle sfide che i progettisti hanno dovuto affrontare, a cominciare dal pompaggio delle acque di superficie. Nella sala adiacente è invece visitabile Orange Blossom, monumentale installazione in forma di ramo fiorito dell’albero di arancio dell’artista Linda Nieuwstad, metafora del rinnovamento del Palazzo: i visitatori possono vedere, sentire e persino annusare la scultura. L’opera è ispirata a un dipinto della collezione permanente, Vivat Rex, di Elias van den Broeck. Fra le mostre in arrivo in autunno, Thrones, che riflette sul concetto e il simbolismo del trono e della monarchia in Europa e nel mondo, vetrina ideale per raccogliere molteplici interpretazioni e opinioni sulle monarchie del mondo e il loro rapporto con il Paese.

Gabinetto di lettura della principessa Mary. Courtesy Paleis Het Loo

Gabinetto di lettura della principessa Mary. Courtesy Paleis Het Loo

LA MISSIONE CULTURALE DEL PALEIS HET LOO

In ottica squisitamente luterana, il Palazzo intende diffondere la cultura del passato e del presente in chiave critica e offrendo ai visitatori molteplici spunti di riflessione, in particolare attraverso le mostre temporanee, pensate in equilibrio fra l’opportuna conoscenza del passato e il suo utilizzo per meglio comprendere il presente e progettare il futuro. Un’attività che il budget decennale di cui dispongono i musei olandesi rende più facile da sviluppare.

Particolare attenzione è dedicata ai visitatori più giovani, bambini, alunni e studenti, cittadini di domani: oltre a una serie di iniziative nel corso dell’anno, come laboratori e incontri, all’interno dell’ala occidentale del Palazzo è stato creato lo Junior Paleis, un luogo in cui giocare e immaginare un luogo aperto a tutti. Inoltre, come spiega il direttore Michel van Maarseveen, il Palazzo fa parte dell’Associazione Europea delle Regge Storiche, un canale privilegiato per scambiare conoscenze e pratiche in materia di restauro e conservazione, collaborare a progetti espositivi e sviluppare ricerca. Come conclude il direttore, “adesso il Palazzo è pronto per il futuro”.

Niccolò Lucarelli

https://paleishetloo.nl/en

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Niccolò Lucarelli

Niccolò Lucarelli

Laureato in Studi Internazionali, è curatore, critico d’arte, di teatro e di jazz, e saggista di storia militare. Scrive su varie riviste di settore, cercando di fissare sulla pagina quella bellezza che, a ben guardare, ancora esiste nel mondo.

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