“Gli artisti non sono essenziali”. Bufera su un sondaggio pubblicato da un giornale a Singapore

Secondo un sondaggio pubblicato su The Sunday Times, i singaporiani reputano “essenziale” il lavoro di medici, infermieri, netturbini e fattorini, e “non essenziale” quello di artisti, social media manager e responsabile delle risorse umane. Le polemiche hanno portato la compagnia che ha realizzato il sondaggio a chiarire i concetti di “essenziale” e “non essenziale” nell’era Covid-19…

Medici e infermieri, addetti alle pulizie, netturbini, venditori ambulanti e fattorini hanno tutti qualcosa in comune: fare un lavoro considerato “utile”. È ciò che è emerso da un sondaggio pubblicato da The Sunday Times, tra le principali testate in Singapore, e condotto su 1000 singaporiani di varia estrazione sociale e dai 16 anni in su. Perché vi stiamo dando questa notizia? Alla domanda “quali sono secondo te i lavori essenziali” – e di cui vi abbiamo già rivelato la risposta – ne è seguita un’altra, ovvero l’altra faccia della medaglia: “quali sono i lavori non essenziali”. E al primo posto dei lavori considerati meno essenziali dai singaporiani si è classificato quello dell’artista.

LAVORI ESSENZIALI E NON ESSENZIALI. IL SONDAGGIO A SINGAPORE

Oltre agli artisti, tra i lavori non essenziali spiccano quelli del telemarketer, del social media manager/PR, del business consultant e del responsabile delle risorse umane. L’infografica del sondaggio, pubblicata il 14 giugno, ha scaturito accese polemiche in Singapore e non solo, soprattutto per la terminologia utilizzata per classificare i diversi mestieri: “essenziale” e non essenziale”. “Nel tentativo di promuovere salari migliori per lavori come addetti alle pulizie e netturbini, è davvero necessario compromettere il lavoro di migliaia di professionisti classificando i loro lavori come non essenziali?”, è uno dei tantissimi commenti pubblicati sulla pagina Facebook del The Straits Times. “La società nel suo insieme ha bisogno di tutti i suoi componenti che si supportano a vicenda. Diverse epoche mettono in primo piano un determinato gruppo; ma ritenerne uno essenziale e l’altro no è ragionamento superficiale”.L’infografica della discordia in poche ore ha fatto il giro del web, portando la compagnia Milieu Insight, che ha condotto il sondaggio, a fare chiarezza sui termini “essenziale” e “non essenziale”.

ARTISTI LAVORATORI “NON ESSENZIALI”. IL SONDAGGIO DEL THE SUNDAY TIMES

“Il sondaggio del Sunday Times sui ‘lavoratori essenziali’ includeva 19 domande. La maggior parte delle domande del sondaggio riguardava le percezioni e gli atteggiamenti nei confronti dei lavoratori essenziali a basso salario a Singapore, come addetti alle pulizie o alle guardie di sicurezza, e se c’è supporto per pagarli di più”, spiega sul proprio sito Milieu Insight. Dato il fine iniziale, come mai il sondaggio e la discussione sorta in un secondo momento ha preso ben altra piega? “Gran parte dell’attenzione è stata focalizzata sui dati relativi ai lavori essenziali e non essenziali, e vorremmo offrire chiarezza su come, esattamente, sono state poste le domande del sondaggio”, continua la compagnia, che specifica come per “lavoratori essenziali” intendessero “chi è impegnato in un lavoro ritenuto necessario per soddisfare i bisogni fondamentali di sopravvivenza e benessere umano, come cibo, salute, sicurezza e pulizia”, facendo presente che il sondaggio è stato condotto in un particolare momento storico, ovvero durante la pandemia. In tempi di crisi, insomma, gli artisti non sono essenziali alla società? A dare una risposta è ancora Milieu Insight: “alcuni potrebbero sostenere che l’arte sia un’esigenza umana fondamentale, e molti di noi di Milieu sarebbero d’accordo. Ma nel contesto di un mondo post-Covid-19, questi sono i lavori che gli adulti di Singapore ritengono essenziali e non essenziali”.Lavori essenziali che però, stando sempre ai risultati del sondaggio, la maggior parte dei singaporiani non vorrebbe fare: il 57% degli intervistati infatti ha risposto che non farebbe l’addetto alle pulizie, mente il 29% non farebbe l’artista. Insomma, sembrerebbe proprio che in tanti aspirerebbero a fare un lavoro “non essenziale”, nella speranza forse che a fare quelli “essenziali” siano gli altri. Verrebbe da chiedersi: l’essenziale è davvero “invisibile agli occhi”?

– Desirée Maida

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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