La prima volta della Collezione Alana. Il suo debutto a Parigi

Al Museo Jacquemart-André di Parigi è esposta una delle collezioni private più importanti al mondo di arte medievale e rinascimentale italiana.

Al Museo Jacquemart-André la Collezione Alana è esposta come in un quadro di Giovanni Paolo Pannini, seguendo i criteri allestitivi delle grandi collezioni di arte classica tra XVIII e XIX secolo. La sensazione è di essere immersi nell’opulenza e nel luccichio dell’oro che fa da sfondo alle opere medievali. Fino al prossimo 20 gennaio, nel museo della capitale francese, sarà possibile, infatti, visitare una delle più importanti collezioni private al mondo di arte medievale e rinascimentale italiana.
Le opere, già note agli studiosi e agli storici dell’arte, saranno così accessibili eccezionalmente per la prima volta al grande pubblico.
In esposizione circa settantacinque capolavori di grandi maestri italiani, tra i quali Lorenzo Monaco, Fra Angelico, Paolo Uccello, Lippi, Bellini, Carpaccio, Tintoretto, Veronese, Bronzino e Gentileschi.
La Collezione Alana è conservata negli Stati Uniti e costituisce il frutto di un intenso lavoro di selezione, e di amore per l’arte, operato nel corso dei decenni da Alvaro Saieh e da sua moglie, Ana Guzmán. Una coppia di grandi appassionati di arte dalla cui unione delle iniziali origina, appunto, il nome Alana.

Luca della Robbia, Vergine col Bambino, 1440 ca.

Luca della Robbia, Vergine col Bambino, 1440 ca.

LA STORIA DELLA COLLEZIONE

La scelta del Jacquemart-André come prima sede espositiva per questi capolavori si deve al forte legame che i due collezionisti hanno con l’istituzione francese, la quale ospita a sua volta un’importante collezione medievale e rinascimentale, in gran parte italiana, riunita tra il XIX e il XX secolo dai coniugi Edouard André e Nélie Jacquemart.
La straordinarietà della Collezione Alana è dovuta non solamente alla qualità dei suoi lavori ma anche alla loro presentazione, concepita dallo stesso Alvaro Saieh. La prima sezione espositiva, caratterizzata da opere del XIV e XV secolo, riprende la disposizione voluta dai collezionisti per i loro spazi privati, sviluppando un allestimento incredibilmente denso, ricco, che si allinea con la tradizione delle grandi collezioni classiche e dei Saloni del XVIII e XIX secolo. I quadri formano dei gruppi allineati in un gioco di linee dritte perpendicolari dal nitido rigore geometrico. Una presentazione agli antipodi rispetto al gusto odierno, caratterizzato da un’attitudine più minimalista ed essenziale.
In un momento storico in cui le collezioni di arte contemporanea si moltiplicano, l’insieme della raccolta Alana si presenta quanto mai controtendenza anche sotto il profilo della scelta delle opere. “È chiaro che chiunque collezioni l’arte gotica e rinascimentale vada controcorrente” ‒ ha dichiarato Alvaro Saieh. “Sono anche consapevole che nell’ambito dell’arte contemporanea c’è più profitto, ma non sono qui per il denaro”. E sempre riferendosi alle attuali dinamiche del mercato dell’arte, il collezionista ha affermato: “Il mercato attuale accorda un certo valore solo alle opere più importanti. Non è più come un tempo, in cui anche le produzioni minori trovavano un loro spazio. Per quanto riguarda i primitivi, quindi, tutto ruota intorno a delle opere maggiori che presentano dei prezzi molto elevati. Personalmente, io vado qualche volta contro il mercato, se trovo un’opera eccezionale la compro, che si tratti o meno di un artista di primo piano”.

Bartolomeo Manfredi, Scena in taverna, 1619 20 ca.

Bartolomeo Manfredi, Scena in taverna, 1619 20 ca.

FINO A CARAVAGGIO

Se la prima sezione espositiva della mostra presenta, quindi, la particolarità dell’allestimento, le restanti sette sezioni si susseguono seguendo canoni allestitivi più contemporanei, snodandosi cronologicamente fino al Barocco e la rivoluzione pittorica. Il limite della collezione, per espresso volere dei suoi proprietari, non si estende, infatti, oltre le opere dei caravaggeschi. La Collezione Alana rappresenta una straordinaria testimonianza dell’amore verso il Medioevo e il Rinascimento italiano, considerati dai due collezionisti americani come delle tappe cruciali nel cammino storico e artistico dell’umanità. Alvaro Saieh, nell’esprimere l’entusiasmo legato alla sua attività collezionistica, afferma: “La semplicità sofisticata dell’arte di questi periodi non finisce mai d’incantarmi e di sorprendermi, a giusto titolo, per la sua capacità di veicolare, attraverso un linguaggio molto puro e simbolico, dei contenuti umani, etici e religiosi”.

Arianna Piccolo

Parigi // fino al 20 gennaio 2020
La collection AlanaChefs-d’oeuvre de la peinture italienne
Musée Jacquemart-André
158 boulevard Haussmann
https://www.musee-jacquemart-andre.com

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Arianna Piccolo

Arianna Piccolo

Storico dell’arte e giornalista, vive tra Parigi, Napoli e Roma seguendo il ritmo dei vari impegni lavorativi e di studio. Dopo la laurea Magistrale in Storia dell’arte, intraprende il percorso giornalistico, attraverso TV, web e carta stampata, curando l’ufficio stampa…

Scopri di più