Il futuro è adesso. Olafur Eliasson in Portogallo

Olafur Eliasson sbarca al Serralves di Porto con una mostra che riunisce cinque opere, tutte caratterizzate dal tema del momento: la riflessione sull’ambiente.

Frammenti di viaggi e narrazioni che dialogano con istanze ecologiche, matematiche e ambientali. Olafur Eliasson (Copenaghen, 1967), con la personale Y/our Future Is Now, interviene all’interno e all’esterno del museo d’arte contemporanea Serralves di Porto, con sculture e installazioni che sorprendono e incuriosiscono.
A differenza di quanto ha presentato in altre istituzioni museali, non è la magnificenza e/o la spettacolarità a caratterizzare le cinque opere esposte, in scena fino al 14 giugno 2020. La volontà di Eliasson e dei suoi numerosi collaboratori è quella di creare spazi percettivi instabili e in divenire, in cui creare un dialogo tra natura e artificio, scienza e arte.

Olafur Eliasson, The listening dimension (orbit 1-3), 2017. Installation view at The Serralves Museum of Contemporary Art, 2019. Photo Filipe Braga. Courtesy of the artist; neugerriemschneider, Berlin; Tanya Bonakdar Gallery, New York / Los Angeles © 2019 Olafur Eliasson

Olafur Eliasson, The listening dimension (orbit 1-3), 2017. Installation view at The Serralves Museum of Contemporary Art, 2019. Photo Filipe Braga. Courtesy of the artist; neugerriemschneider, Berlin; Tanya Bonakdar Gallery, New York / Los Angeles © 2019 Olafur Eliasson

LE INSTALLAZIONI

Yellow forest è l’installazione che accoglie i visitatori nell’atrio centrale del museo, progettato dal premio Pritzker Álvaro Siza nel 1999. Un gruppo di betulle disposte in cerchio permette di vivere un’esperienza cromatica spazio-temporale, grazie a un dispositivo luminoso che cambia il colore delle foglie che diventano grigie, nere e gialle. Un espediente che trasforma la vegetazione in agente narrativo, ideato insieme all’architetto paesaggista Günther Vogt, che rimanda anche alle condizioni metereologiche dell’Islanda, in cui, a causa della mancanza di luce naturale, è sempre nelle serre con la luce artificiale che vengono coltivati frutti e ortaggi.
Nell’installazione The listening dimension (orbit 1, orbit 2, orbit 3), Eliasson si serve invece di specchi, superfici riflettenti e vortici di anelli che sembrano orbitare nello spazio e che confondono percettivamente il fruitore. “Il titolo suggerisce la condizione in cui mi sono trovato a lavorare qui al Serralves. Mi sono sentito ascoltato e ho coinvolto nel progetto non solo i curatori Philippe Vergne, Marta Moreira de Almeida e Filipa Loureiro, ma l’intero staff di questo magnifico museo”, afferma Eliasson.
Nel parco del museo, che ha vinto numerosi premi tra cui l’Henry Ford Prize for the Preservation of the Environment, sono installate tre nuove sculture. “Con ‘The curious vortex’, padiglione in acciaio che ricorda la forme di un vortice intrecciato, ho voluto rendere omaggio alle forze della natura, ai vortici creati dagli uragani e all’architettura moresca. Ho inoltre voluto riprendere la tradizione dei padiglioni presenti nei giardini ottocenteschi europei, luoghi ricreativi al cui interno si creavano scambi e situazioni informali”, commenta l’artista mentre visitiamo il parco.

Olafur Eliasson, installation view of Human time is movement (spring), Human time is movement (winter), Human time is movement (summer)), 2019. Installation view at The Serralves Museum of Contemporary Art, 2019. Photo Filipe Braga. Courtesy of the artist; neugerriemschneider, Berlin; Tanya Bonakdar Gallery, New York / Los Angeles © 2019 Olafur Eliasson

Olafur Eliasson, installation view of Human time is movement (spring), Human time is movement (winter), Human time is movement (summer)), 2019. Installation view at The Serralves Museum of Contemporary Art, 2019. Photo Filipe Braga. Courtesy of the artist; neugerriemschneider, Berlin; Tanya Bonakdar Gallery, New York / Los Angeles © 2019 Olafur Eliasson

SPIRALI E GHIACCIAI

L’indagine delle forze gravitazionali è presente anche in Human time is movement (winter, spring, summer), installazione composta da tre spirali di acciaio, forme astratte che ricordano disegni tridimensionali, desiderose di sfidare le leggi della geometria euclidea.
I tronchi di legno che compongono Arctic tree horizon sono invece testimoni di migrazioni e navigazioni. Raccontano la storia naturale dell’Islanda, Paese che ha pochi alberi e nessuna foresta, anche se sulle sue coste si depositano molti tronchi, arrivati lì grazie alle correnti marine siberiane e allo scioglimento dei ghiacciai polari. “Ho raccolto questi tronchi per sottolineare l’emergenza climatica in atto, e li ho dipinti in parte di colore nero per ricordare il catrame che veniva applicato in Islanda sulle barche da navigazione, in modo da non permettere all’acqua di corrodere il legno”, precisa Eliasson e aggiunge soddisfatto: “È straordinario il programma educativo del museo, perché qui, oltre alle attività legate all’arte, i bambini imparano a fare il compost, sono realmente a contatto con i  processi naturali e con la botanica. Penso che in futuro tutti i musei dovrebbero seguire questo esempio”.

Lorenza Pignatti

Porto // fino al 14 giugno 2020
Olafur Eliasson – Y/our Future Is Now
MUSEU DE SERRALVES
Rua D. João de Castro 210
https://www.serralves.pt/en

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