Con le sue uniche dune di sabbia che sembrano andare alla deriva, continuamente rimodellate dal vento che soffia incessante dal Mar Baltico, la Penisola di Neringa è un ambiente naturale selvaggio e solitario di rara bellezza. Qui, nel 1934, osteggiato in patria dal regime nazista, Alfred Ehrhardt cercò una breve parentesi di serenità, cogliendo anche l’occasione per un reportage di fotografia astratta.
LA MAGIA DELLA FORMA
Come scrisse nel suo libro del 1938 Die Kurische Nehrung, lo scopo del lavoro di Ehrhardt non fu tanto ritrarre la bellezza, quanto immortalare la vastità di un paesaggio incontaminato, perché “il linguaggio formale e cristallino della natura è sempre stato il miglior insegnante”.
A differenza delle pitture, dove cercava la trasposizione onirica e poetica del mondo naturale, nelle fotografie emerge il rigoroso vocabolario formale di uno strutturalista addestrato al Bauhaus del periodo di Dessau, già in prospettiva architettonica, e determinato a carpire il segreto tecnico della genesi delle forme.

UNA LETTURA IN PROSPETTIVA STORICA
Negli scatti di Kazimieras Mizgiris (Šilutė, 1950), le dune sembrano corpi vivi che si muovono, sprofondano negli abissi, si trasformano in dinosauri fossili, silhouette femminili, uccelli dalle grandi ali. Da queste stampe alla gelatina (la medesima tecnica utilizzata da Erhardt) si percepisce tutta l’imponenza del tempo trascorso, il sovrapporsi delle ere geologiche, la docilità della materia nel lasciarsi modellare dal vento, dal sole e dalla pioggia, per dare forma quell’universo quasi onirico. 2Con un’ottica da ricercatore e geologo (a lui appartiene una delle più ricche collezioni al mondo di ambra fossile), Mizgiris indaga i mille volti di questa natura primordiale mettendone in luce la continua evoluzione, la transitorietà, in contrasto con la robusta lettura strutturalista di Ehardt.
Una mostra dall’impeccabile allestimento formale, elegante nel suo minimalismo, tuttavia complessa nella materia e consigliabile a un pubblico di esperti o comunque appassionati.
‒ Niccolò Lucarelli