La mostra di Anselm Kiefer (Donaueschingen, 1945) è costruita intorno al suo rapporto con il libro, riunisce i suoi grandi quaderni in gesso, le sue peripezie mitologiche e il suo universo filosofico. Un’esposizione intima, come spesso accade alla Fondazione Jan Michalski, che predilige la conservazione allo spettacolo.
Allestita in tre punti chiave della fondazione ‒ lo spazio espositivo classico, la hall della sala concerti-conferenze e la biblioteca ‒, la mostra è sorprendente. Dai grandi formati xilografici ai giganteschi libri unici; dalle vetrine che impediscono allo spettatore ogni contatto con l’opera e il desiderio di sfogliare i quaderni, al meraviglioso catalogo, a cura di Natalia Granero. Un libro completo, quasi un catalogo ragionato dei quaderni di Kiefer, dal formato insolente e massiccio. La veste grafica, curata dallo studio Urka di Losanna (Karen Ichters) è sottile, discreta e molto intelligente. Notevole è anche il lavoro incredibile di fotolitografia dello studio Datatype SA, pure di Losanna.
In pratica, un’esposizione-libro, un libro-esposizione, persa nel verde e da non perdere; per ogni viaggiatore smarrito e consapevole di essere in un posto magico come lo è la Fondazione Jan Michalski.
‒ Jean-Marie Reynier