50 milioni per l’arte pubblica a San Francisco Bay. Tra i finalisti Ai Weiwei, White e Gormley

Sono stati stanziati 50 milioni di dollari per un piano di riqualificazione della Baia di San Francisco che comprende grandi opere di arte pubblica. Ai Weiwei, Chakaia Booker e Antony Gormley sono solo alcuni dei nomi dei finalisti in lizza per i progetti

Treasure Island è destinato a diventare il più grande parco d’arte pubblica d’America e forse del mondo. Gli ingredienti ci sono tutti: grandi spazi, grandi artisti e finanziamenti da capogiro. Dopo vent’anni di bonifiche per rendere abitabile la zona, l’estate scorsa le autorità hanno approvato un grande progetto di arte pubblica che coinvolgerà le due isole di Treasure Island e Yerba Buena Island nella bellissima Baia di San Francisco, come ha raccontato anche Mariacristina Ferraioli qui.
Il progetto prevede che le prime tre grandi opere vengano completate entro il 2020 presso Waterfront Plaza e Building One Plaza sulla Treasure Island e a Yerba Buena Hilltop Park. Gli artisti finalisti sono Ai Weiwei, Chakaia Booker e Pae White con un progetto per il Building One Plaza e con un budget di 1 milione di dollari; Ai Weiwei, Antony Gormley e Jorge Pardo sono in lizza invece per Waterfront Plaza Commission con 2 milioni di dollari;  invece Booker, Andy Goldsworthy e Hiroshi Sugimoto sono stati già selezionati  per il Yerba del Buena Hilltop Park.

AI WEIWEI A SAN FRANCISCO

L’artista Ai Weiwei (Pechino, 1957) non è nuovo a questa tipologia di progetti. Conosciuto dal grande pubblico oltre che per le sue vicende personali e politiche anche per le grandi mostre a tema sociale, non ultima quella a Firenze a Palazzo Strozzi. Pochi mesi fa è stato protagonista di una grande mostra di arte pubblica a New York. L’esposizione intitolata Good fences make good neighbors è stata pensata in occasione del quarantesimo anno dell’organizzazione senza scopo di lucro Public Art Fund e ha letteralmente invaso tutta la città di New York, che si è trasformata in un grande museo diffuso. Una mappa indicava la location delle 300 opere disseminate per la Grande Mela.
Un legame importante esiste però anche tra l’artista e San Francisco che si è consolidato nel 2015 con la mostra Large organizzata presso il carcere di massima sicurezza di Alcatraz.

Ai Weiwei, Reframe, 2016, PVC, policarbonato, gomma cm 650 x 325 x 75 ciascuno. Courtesy of Ai Weiwei Studio

Ai Weiwei, Reframe, 2016, PVC, policarbonato, gomma cm 650 x 325 x 75 ciascuno. Courtesy of Ai Weiwei Studio

ARTE PUBBLICA IN ITALIA: ROMA AL CENTRO DEGLI SCANDALI

Dalla grande opera di Arnaldo Pomodoro di fronte al Colosseo allo sfregio continuo del murales di William Kentridge sul Lungotevere sembra che la Capitale non trovi pace se parliamo di arte pubblica.
Sono passati già tre anni dall’ultimo intervento destinato a restituire bellezza e a fortificare quel sentimento di appartenenza ad una città difficile come Roma. Alcune grandi scalinate sono state trasformate, ripulite e popolate da grandi volti di attrici femminili tra cui Ingrid Bergman e Michèle Mercier, realizzate dallo street artist David “Diavù” Vecchiato, una delle figure di riferimento di Roma. Un omaggio alla femminilità e un progetto site specific: ogni location è un’attrice e racconta il luogo in cui sono stati girati i film. Il progetto, chiamato Popstairs, è in corso da diversi anni: recentemente si è aggiunta alla collezione una coppia di bellissime donne, Elena Sofia Ricci e Anna Magnani.

– Valentina Poli

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Valentina Poli

Valentina Poli

Nata a Venezia, laureata in Conservazione e Gestione dei Beni e delle Attività Culturali presso l'Università Ca' Foscari di Venezia, ha frequentato il Master of Art presso la LUISS a Roma. Da sempre amante dell'arte ha maturato più esperienze nel…

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