Sono giorni di fuoco quelli che si susseguono dallo scorso 23 febbraio, ovvero da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, gettando nel panico l’intera Europa e non solo, in balia delle conseguenze che il conflitto sta generando su più livelli, per le morti e i danni causati dai bombardamenti e per le ripercussioni dal punto di vista politico, militare ed economico. Il mondo della cultura non è rimasto in silenzio di fronte a questo tragico scenario, tra mobilitazioni e prese di posizione che vedono protagonisti singoli artisti ma anche istituzioni culturali. Ne sono un esempio la decisione, da parte del team del Padiglione Ucraina, di sospendere i lavori di preparazione per la prossima Biennale Arte di Venezia (in programma dal 23 aprile al 27 novembre 2022), fino ad arrivare alle dimissioni del curatore e degli artisti del Padiglione Russia e della direttrice del Vsevolod Meyerhold State Theater and Cultural Center di Mosca Elena Kovalskaya. Ritornando al Padiglione Ucraina, a esprimersi in queste ore è proprio la Biennale di Venezia che, in un comunicato ufficiale, dichiara che “sta collaborando e collaborerà in ogni modo con la Partecipazione nazionale dell’Ucraina alla 59. Esposizione Internazionale d’Arte per favorire la presenza dell’artista e del suo team con la sua opera, alla cui realizzazione è fortemente impegnato nonostante la tragica situazione in Ucraina. La Biennale di Venezia intende manifestare anche in questo modo il suo pieno sostegno a tutto il popolo ucraino e ai suoi artisti, insieme alla ferma condanna dell’inaccettabile aggressione militare messa in atto dalla Russia”
GUERRA IN UCRAINA. LA POSIZIONE DELLA BIENNALE DI VENEZIA
Sul profilo Instagram del Padiglione dell’Ucraina, giorni fa, l’artista Pavlo Makov e i curatori Lizaveta German, Maira Lanko e Borys Filonenko hanno firmato un comunicato con il quale annunciavano di avere sospeso i preparativi per la mostra, specificando come questa decisione non rappresenti “la posizione e le intenzioni del Ministero della Cultura e della Politica dell’Informazione dell’Ucraina, ma una posizione personale del team dietro al Padiglione”, e che “se la situazione cambierà, e sarà sicuro continuare il nostro lavoro e viaggiare, saremo a Venezia. Non possiamo ancora confermare che il nostro progetto sarà completato, ma possiamo promettere che faremo tutto il possibile per salvare un’opera d’arte unica prodotta da Pavlo Makov e dal nostro team appositamente per la prossima Biennale”. La Biennale di Venezia, oltre a esprimere solidarietà al popolo ucraino e sostegno al team del Padiglione affinché possa partecipare alla Mostra, si dice inoltre “vicina a tutti coloro i quali in Russia si stanno coraggiosamente opponendo alla guerra. Fra di loro, artisti e autori di tutte le discipline, molti dei quali sono stati in passato ospiti della Biennale. La Biennale di Venezia non chiuderà la porta a chi difende la libertà di espressione e manifesta contro l’ignobile e inaccettabile decisione di aggredire uno Stato sovrano e l’inerme sua popolazione. Per coloro che si oppongono all’attuale regime russo ci sarà sempre posto nelle mostre della Biennale, dall’Arte all’Architettura, e nei suoi festival, dal Cinema alla Danza, dalla Musica al Teatro”.
IL NO DELLA BIENNALE DI VENEZIA ALLA GUERRA IN UCRAINA E A CHI LA SOSTIENE
“La Biennale rifiuta peraltro – finché permane tale situazione – ogni forma di collaborazione con chi ha invece attuato o sostiene un atto di aggressione di inaudita gravità, e non accetterà pertanto la presenza alle proprie manifestazioni di delegazioni ufficiali, istituzioni e personalità a qualunque titolo legate al governo russo”, si conclude il comunicato. “La Biennale segue con apprensione lo svolgimento della guerra in Ucraina nella speranza che la diplomazia internazionale trovi in tempi brevi una soluzione condivisa, che metta fine ai lutti e alla sofferenza di un intero popolo e restituisca al mondo della cultura piena libertà d’azione e movimento”.
– Desirée Maida
https://www.labiennale.org/it/arte/2022
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