Presente estremo. L’editoriale di Cristiano Seganfreddo

Siamo andati a visitare due luoghi diversissimi a Milano. Opendot, luogo d’incontro e scambio, una fucina di sperimentazione, innovazione e ricerca. E Makerland, un negozio dentro un ipermercato. Il filo rosso che li unisce si chiama dotdotdot.

ITALO ROTA IL CERIMONIERE
Fra attività artigianali e piccole industrie, in un contesto produttivo vecchia Milano, protetto da abitazioni e appartamenti, si entra in uno spazio a puntini. Da connettere. “Quello che oggi ci definisce è un presente estremo. Non il passato, non il futuro, ma il confine più avanzato del presente”.
Porta le Nike fluo su larghe braghe bianche, contrastate da una maglietta verde militare. Gli occhi di Italo Rota sono instancabili, come le sue parole, che lavorano sempre sul confine tra architettura, disegno, arte, sperimentazione, con il suo sconfinato potere visivo e di strumenti. Un percorso attivo nell’indagare il digitale e il tecnologico, portato oltre il confine funzionale e/o estetico. A prototipare gli elementi di quel presente estremo.

DOTDOTDOT
Ed è così che un grande tavolo in un loft – tra macchine 3D, ricamatrici industriali, circuiti elettrici, chip, macchine laser e saldatrici – ospita le prove aperte. Mr. Rota è il gran cerimoniere e i dotdotdot un interlocutore attivo quanto fattivo.
Fondato nel 2004 a Milano, dotdotdot è uno studio di progettazione multidisciplinare che fonde arte, architettura, allestimento e design, contaminandoli con nuove tecnologie e nuovi media. Al suo interno, filosofi, architetti, designer, ingegneri, informatici e grafici collaborano sullo stesso piano, superando le separazioni disciplinari. E così rappresentano l’avamposto concettuale e fisico italiano di una tensione globale che è quella dei Fablab, e di tutto quello che è stato post Massimo Banzi e Arduino. Con un approccio molto italiano.

dotdotdot, Makerland - Gallerie Auchan, Monza 2015

dotdotdot, Makerland – Gallerie Auchan, Monza 2015

I PROGETTI
Una quantità pazzesca di progetti. Compreso Opendot, un makerspace, un luogo d’incontro e scambio, una fucina di sperimentazione, innovazione e ricerca. Come Makerland, un negozio di prototipazione dentro un ipermercato. La digital fabrication come strumento di supporto alla riabilitazione. Ovvero giocattoli e strumenti per bambini con disabilità. Progetti bellissimi, oggetti estremi. Progetti per il nostro presente.

Cristiano Seganfreddo
direttore del progetto marzotto
direttore scientifico del corriere innovazione

http://dotdotdot.it/

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #32

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