Arte e intrusione. A Venezia con Intruders

In concomitanza con la 56. Biennale d'Arte, Venezia accoglie un evento inatteso. Tra spazi istituzionali e luoghi da scoprire, “The Intruders” porta in Laguna un approccio alternativo alla logica dei “grandi eventi”. Dodici giovani artisti invadono gallerie, palazzi storici, librerie e università, interagendo con il tessuto cittadino e insinuando l’arte in contesti inaspettati. Ne abbiamo parlato con i curatori, Federica Bianconi e Daniele Capra, che in questa intervista raccontano cosa significa essere “intruders”.

Qualche parola sul progetto The Intruders, che sta per “invadere” Venezia, e di cui siete i curatori. Com’è nato, come si sviluppa, quali sono i suoi obiettivi?
The Intruders nasce da una riflessione sulle potenzialità che ha un’opera di essere estranea rispetto al contesto in cui è ospitata. Essa può risultare estranea rispetto alla sua collocazione fisica, ai contenuti, al processo realizzativo o intellettuale che la hanno determinata. Un‘opera intrusa ha una carica eversiva rispetto all’ambiente che la circonda, poiché è un elemento fuori contesto, un irregolare che, come scrive Jean-Luc Nancy nel libro che ci ha ispirati, “si introduce di forza, con la sorpresa o l’astuzia”The Intruders porta al massimo grado l’idea di opera come dispositivo che persegue la propria clandestinità collocando una dozzina di opere in altrettanti spazi della città e frantumando la fruizione della stessa mostra in tante porzioni. Il visitatore è invitato così a provare l’esperienza del flâneur che interagisce con il contesto urbano avendo nel contempo sempre una visione parziale della mostra.

La mostra coinvolge dodici giovani artisti. Di chi si tratta? E quali sono le ragioni che hanno orientato la vostra selezione?
Gli artisti invitati sono Ivan Dal Cin, Veronica De Giovanelli, il collettivo Drifters, Francesca Longhini, Tiziano Martini, Elena Mazzi, Jacopo Mazzonelli, Laurina Paperina, Gianni Politi, Roberto Pugliese, Alberto Scodro, Eugenia Vanni. Sono italiani, alcuni già noti al pubblico dell’arte, nati quasi tutti negli Anni Ottanta. Ciascuno di loro si è misurato con uno spazio della città lagunare mettendo a punto una strategia basata sull’intromissione, sul disturbo, sul nascondimento, sulla sottrazione, che sacrifica forse la visibilità, ma regala al visitatore il piacere della scoperta e della rivelazione.

The Intruders - Venezia

The Intruders – Venezia

Il titolo del progetto è sinonimo di intromissione, di ingresso in spazi normalmente non consentiti. Che valore ha una simile azione a Venezia, in concomitanza con un evento istituzionale come la 56. Biennale?
Non ci interessava in questa mostra entrare in luoghi contro il volere dell’ospite. Ci è parsa significativa invece l’idea di essere degli stranieri, dei fuori contesto che potevano innervare uno spazio che ospita altri contenuti con piccoli cambiamenti. Abbiamo cercato così di intrufolarci come fa un ragno. L’intruso può essere una ragnatela sull’angolo del soffitto che, pur inoffensiva, ti ammalia costringendoti a guardarla ossessivamente per vedere se succede qualcosa. In questa tensione c’è il succo della nostra mostra…

I luoghi ospiti del progetto spaziano dalle gallerie a sedi tradizionali e storicizzate come Spazio Thetis o Palazzo Ferro Fini. In che modo veicolano il vostro concetto di intromissione?
Abbiamo bussato a tutte le porte della Serenissima. C’è chi ci ha ascoltato con diffidenza, chi ha desiderato un intruso ma non ha potuto accoglierci per mille motivi: privilegi legati al “sistema”, burocrazie, problematiche logistiche e organizzative… Nessuno è entrato in conflitto e chi ci ha “aperto” ha trasformato l’intrusione in un’occasione di collaborazione e confronto. In alcuni casi siamo passati dalla condizione di forestieri a quella di ospiti, spesso benvoluti. Occorre specificare che gli intruders non si insinuano mai all’interno di narrazioni esistenti, mostre o esposizioni. Si nutrono di distanza, non di conflitto e vogliono solo un posto, anche minimo, in cui poter raccontare la loro storia senza interferenze e senza contaminazione.

The Intruders - Venezia

The Intruders – Venezia

Come si struttura l’evento attraverso luoghi così differenti? Quali relazioni si creano tra di essi?
Ciascuno dei luoghi è parte coinvolta, ma rimane autonomo nella propria programmazione e nelle proprie funzionalità. Non vi è alcuna sospensione delle proprie attività, né presso i Licei Classico e Artistico né l’Università Ca’ Foscari. Le opere sono intruse ma convivono negli spazi. Ad esempio presso la libreria Toletta, punto di ritrovo di molti dei lettori e studenti veneziani, sono collocati, tra gli altri volumi sugli scaffali, i libri d’artista realizzati da Alberto Scodro, che il cliente potrà trovarsi casualmente in mano. E similmente allo Squero Tramontin le attività continuano anche dopo l’intervento di Eugenia Vanni.

Chi promuove il progetto? Che tipo di legami avete instaurato con i partner dell’iniziativa? Come concorrono all’idea di intrusione?
Il progetto è sostenuto da Cescot Veneto che, specialmente negli ultimi anni, opera come generatore di conoscenza nel campo dell’arte e lavora a percorsi di formazione non tradizionali finalizzati all’inserimento lavorativo in ambito culturale (anche cercando di delineare nuove modalità operative e pratiche). Partner (e spazi espositivi) di progetto sono enti, gallerie, scuole, musei, foresterie, spazi privati, persino uno squero. Anche alcune aziende hanno sposato l’idea di progetto e lo sostengono come le O-bag che accompagneranno le artiste negli itinerari in laguna. E Artribune che realizza il catalogo. L’idea di intrusione è stata ben accolta dai partner che hanno concesso agli artisti la via dell’intromissione e quindi la possibilità di lavorare ed esporre anche in spazi non normalmente consentiti o senza il rispetto di modelli espositivi tradizionali.

Arianna Testino

Venezia // fino al 28 giugno 2015
The Intruders
a cura di Federica Bianconi e Daniele Capra
artisti: Ivan Dal Cin, Veronica De Giovanelli, Drifters, Francesca Longhini, Tiziano Martini, Elena Mazzi, Jacopo Mazzonelli, Laurina Paperina, Gianni Politi, Roberto Pugliese, Alberto Scodro, Eugenia Vanni
SEDI VARIE
performance inaugurale di Roberto Pugliese: 6 maggio ore 17 – ACCADEMIA DI BELLE ARTI
inaugurazione 6 maggio ore 18 – SQUERO TRAMONTIN, Dorsoduro 1542
338 7060926 / 347 9712092
[email protected]
www.theintruders.info

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/44516/the-intruders/

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Arianna Testino

Arianna Testino

Nata a Genova nel 1983, Arianna Testino si è formata tra Bologna e Venezia, laureandosi al DAMS in Storia dell’arte medievale-moderna e specializzandosi allo IUAV in Progettazione e produzione delle arti visive. Dal 2015 a giugno 2023 ha lavorato nella…

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