Il Salone del Mobile visto da Cosmit
Il presidente di Cosmit, Claudio Luti, racconta l’edizione 2014 del Salone del Mobile. Tra migliaia di espositori e centinaia di migliaia di visitatori, la fiera si preannuncia densa. Una settimana di design - dall’8 al 13 aprile - vista anche con l’occhio dell’architettura.
I padiglioni di Fiera Milano a Rho, dall’8 al 13 aprile, si aprono per la 53esima edizione del Salone Internazionale del Mobile, con EuroCucina, Salone Internazionale del Bagno, SaloneSatellite. Circa 2.400 gli espositori, aperti al grande pubblico sia sabato che domenica. Un’importante proposta culturale vede inoltre coinvolti otto grandi nomi dell’architettura internazionale. Non solo: quest’anno si attendono oltre 300mila visitatori provenienti da 160 Paesi. Mentre tre sono le tipologie stilistiche che suddividono il Salone: il settore Classico, Moderno e Design. Ma per conoscere in profondità l’edizione 2014, Artribune ha incontrato il presidente di Cosmit, Claudio Luti.
Rispetto al 2013, come si sono modificati gli obiettivi del Salone del Mobile? Fra le molte novità, quale la più saliente, quella che caratterizzerà questa edizione?
Agli obiettivi soliti del Salone del Mobile, primo fra tutti l’impegno delle aziende a presentare la propria eccellenza produttiva, quest’anno si sono aggiunti quelli dell’accoglienza e del fare sistema. Sono oltre 300mila i visitatori attesi per l’edizione 2014, che andranno in fiera ma anche in città. Quest’anno abbiamo lavorato in stretta sinergia con il Comune di Milano per offrire a tutti i visitatori, buyer, designer e giornalisti un sistema di accoglienza e informazione che invaderà la città: saranno predisposte postazioni nei punti nevralgici della città, al cui interno circa cento giovani studenti, provenienti dalle maggiori scuole di design, saranno a completa disposizione, attraverso tablet e collegamento all’app Salone del Mobile.Milano2014.
Nonostante il periodo di crisi, quali primati detiene e quali deve difendere il polo fieristico di Rho durante la settimana del Salone?
Il Salone del Mobile si conferma la prima fiera internazionale dell’arredo. Il motivo principale che ci rende così forti è la capacità di fungere da raccordo tra il prodotto, l’innovazione e il mercato internazionale: le aziende hanno la capacità di proporre prodotti sempre nuovi, grazie al lavoro di ricerca e al contributo di designer innovativi. I nostri punti di forza risiedono, poi, nel riuscire a fare sistema, ossia nel creare sinergia fra tutti gli attori coinvolti, a cominciare da Milano: ai momenti di business in fiera si affiancano infatti quelli in città.
Sono aumentate o diminuite le presenze di nuove aziende? E per quanto riguarda le presenze estere?
Il Salone del Mobile è da sempre una fiera in overbooking: anche quest’anno abbiamo occupato l’intera superficie espositiva. Per questa edizione abbiamo confermato la presenza di aziende storiche tra le migliori firme italiane e straniere, ma soprattutto abbiamo registrato il ritorno di aziende che avevano fatto scelte diverse e che sono rientrate.
Nel SaloneSatellite, collocato nei padiglioni 13-15, quali cambiamenti e trasformazioni prevede la piattaforma per i giovani designer?
È un punto nevralgico della fiera, perché è dedicato ai giovani creativi e quindi al futuro. Quest’anno abbiamo voluto puntare su due parole chiave: consolidamento e formazione. Proporremo una nuova edizione del concorso SaloneSatellite Award, che ha il principale scopo di favorire un ponte di collegamento tra giovani designer e imprese.
Il Padiglione 9 ospita, quest’anno, il percorso allestitivo-espositivo Dove vivono gli architetti. Gli architetti selezionati come interpretano, completano e rievocano, a suo modo di vedere, la dimensione fieristica?
Si tratta di un prestigioso evento collaterale, curato da Francesca Molteni e Davide Pizzigoni, che aprirà le porte delle abitazioni private di otto architetti di rilievo internazionale (Shigeru Ban, Mario Bellini, David Chipperfield, Massimiliano e Doriana Fuksas, Zaha Hadid, Marcio Kogan, Daniel Libeskind e Bijoy Jain/Studio Mumbai) per stimolare una riflessione trasversale sulle modalità, sulle esperienze e sulle tendenze dell’abitare contemporaneo, partendo dalla prospettiva di chi cambia e cambierà il volto delle nostre città.
Ginevra Bria
Articolo pubblicato su Artribune Magazine Speciale design
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