Nel Panopticon il prigioniero sorvegliato non vede chi lo sorveglia e modifica il suo comportamento perché si sente sorvegliato. Ma si può parlare oggi di un Panopticon digitale. La doppia natura dei social network e la natura di registrazione dei motori di ricerca e le tracce di contatto che lasciamo in tutti i dispositivi creano a grandi linee le condizioni di una “prigione virtuale”, di cui siamo coscienti ma che non valutiamo ancora come tale. Le leggi sulla privacy non sono ancora abbastanza capite o estese per impedire questo “controllo digitale”, ma si inizia a porre con forza il problema .
“A kiss is but a kiss”, dice una strofa della celeberrima canzone leitmotiv del film Casablanca. Un bacio è solo un bacio anche per i due giovani studenti marocchini che si sono fatti fotografare da un amico e hanno postato la foto su Facebook. I tre sono stati denunciati e messi sotto processo per atti contro la morale.

Prima considerazione: chi li denuncia? Qualcuno di cui non sappiamo il nome, salvo che è certamente iscritto a Facebook: quindi c’è chi sorveglia la più “innocente” delle strutture della Rete. Seconda considerazione: in un Marocco in cui erano state fatte intelligenti leggi progressiste al punto da evitare i movimenti di contestazione scoppiati in Egitto e in Tunisia, si commette il passo falso di rendere passibile di processo la diffusione online del più innocente degli atti sensuali. A kiss is just a kiss: la coppia viene arrestata e poi liberata sotto l’effetto delle reazioni dentro e fuori il web, mentre Al Jazeera commenta la notizia, ma le polemiche online dimostrano che il dissenso dialoga e si oppone alle posizioni conservatrici.
Un sit-in di giovani coppie si abbracciano e il video va online, una campagna di Twitter chiama alla partecipazione. In molti pubblicano le loro foto con abbracci e baci su Facebook. Come in una bella videoinstallazione di Fiona Tan, Inventory, inspirata al Panopticon, dove gli sguardi degli interni fronteggiano gli sguardi di chi guarda, l’ottica viene rovesciata e il controllo si scontra con l’attenzione e lo sguardo del mondo giovanile.
Lorenzo Taiuti
critico di arte e media
docente di architettura – università la sapienza di roma
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #16
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