Humboldt Books. L’arte è il viaggio

Humboldt è una neonata casa editrice milanese specializzata in narrativa di viaggio che trae ispirazione dalle esplorazioni scientifiche del XVIII e XIX secolo. La casa editrice raccoglie esperienze multidisciplinari, unisce saperi e tecniche per raccontare itinerari e Paesi con sguardo attento e non convenzionale. Abbiamo intervista Giovanna Silva, direttrice editoriale.

Che relazione sussiste tra Giovanna Silva e la Humboldt Books?
Giovanna è la direttrice editoriale di Humboldt Books, direi che c’è una relazione di parentela, o, forse, anche sentimentale. Comunque una relazione molto stretta.

Quando nasce la HB, in quale momento della tua vita?
Un anno e mezzo fa. Il 14 febbraio 2012 – a proposito di relazione sentimentale – abbiamo fondato la società, ma già da un anno discutevamo, analizzavamo, facevamo piani editoriali. Ho lavorato cinque anni per riviste di architettura, come fotografa e photoeditor, sono state esperienze formative, ma avevo bisogno di qualcosa di mio. Humboldt è nata in un momento di ripensamento professionale. Sarà banale, ma compiuti trent’anni ho pensato: “Ora o mai più”. C’erano persone di cui mi fidavo e che stimavo e ho proposto loro di ideare insieme questo strano connubio tra letteratura fotografia e viaggio, che poi erano le cose che mi interessavano di più nel lavoro.

Attorno a quale concetto si sviluppa la HB e quali sono gli obiettivi primari per il 2013?
Il concetto alla base della Humboldt Books è un’idea di viaggio che abita nelle intersezioni tra la geografia, la letteratura e l’arte. L’Italia che è stata storicamente oggetto della narrativa di viaggio straniera non è un Paese con una sua forte tradizione di letteratura di viaggio. Volevamo per questo recuperare – anzi, reinventare – una tradizione che vuole insieme, in un viaggio, uno scrittore e un fotografo per realizzare un reportage narrativo e iconografico insieme. Volevamo approfondire la conoscenza di Paesi e luoghi senza essere pratici come una guida, ma nemmeno astratti come un romanzo di fiction.

Giovanna Silva, direttrice editoriale di Humboldt Books

Giovanna Silva, direttrice editoriale di Humboldt Books

Nel 2012 abbiamo realizzato i primi due viaggi: in Etiopia con Vincenzo Latronico e Armin Linke; in Grecia con Dino Baldi e Marina Ballo Charmet. Oltre ai loro contributi, i libri raccolgono una parte redazionale di approfondimento. Nel caso dell’Etiopia, ad esempio, un approfondimento sulla figura di Heilè Selassiè, con un’intervista ad Angelo Del Boca, un testo sulla figura del Negus nella musica giamaicana e un dizionarietto dei lasciti italiani nella lingua amarica. Questa la linea editoriale con la quale abbiamo iniziato a muovere i primi passi. Presto a questa so sono affiancati altri due progetti: le riedizioni di classici di viaggio come, ad esempio, L’Africa Fantasma di Michel Leiris, e una sezione dedicata ai libri d’artista.

Le vostre incursioni nel mondo dell’arte sono viaggi nel mondo reale e viceversa. Potresti raccontarci le modalità con le quali, fino ad oggi, assemblate e selezionate i diversi progetti?
Per i libri d’artista chiediamo ad artisti che hanno fatto del viaggio parte stessa della loro opera di collaborare con noi per un libro d’artista fuori collana. Abbiamo invitato Simon Starling a parlare del suo lavoro al Miart, spiegandogli che la nostra neonata casa editrice si occupava di viaggio e lui ci ha proposto un libro sul suo bellissimo lavoro, Black Drop, un viaggio reale e fantastico tra le Hawaii e Tahiti, seguendo il transito di Venere davanti al sole, un film poetico sui viaggi epici e le lunghe distanze, ma soprattutto un film sul cinema. Così è nato il primo libro, Black Drop Ciné-roman. Il secondo libro lo abbiamo proposto a Carsten Höller. Mentre eravamo in viaggio in Etiopia, Armin Linke mi raccontava della sua prima esperienza in Africa, con Carsten Höller, in Congo. Era il 2001 e dopo quella volta Carsten ci è tornato più volte, credo almeno undici, mentre lavorava al progetto del Double Club di Londra. A Höller abbiamo proposto di realizzare una sorta di guida d’artista al Paese, come una Baedeker che presenta tutto il materiale raccolto in Congo lungo oltre dieci anni di viaggi.
Stiamo anche lavorando con Haris Epaminonda a un libro tratto da South of Sun, un lavoro su Cipro, un viaggio onirico tra paesaggi misteriosi, architetture sacre e figure sciamaniche. In questo caso il libro sarà una sorta di enciclopedia. Degli altri progetti in corso ancora non possiamo parlare, ma ci auguriamo di avere presto altre belle novità da raccontare. Nello specifico, HB segue tre sezioni, tre collane editoriali: i Travel Books (attualmente dedicati a: Etiopia, Grecia e Islanda), i Reprint (Michel Leiris e Humboldt + Bonpland) e gli  Artists’ Books (Simon Starling e Carsten Höller)

Simon Starling - Black Drop Ciné-roman - Humboldt Books

Simon Starling – Black Drop Ciné-roman – Humboldt Books

Entriamo nello specifico delle collane.
Sono, come ho già detto, tutte e tre incentrate sul tema del viaggio. I Travel Books sono libri da noi commissionati a uno scrittore e un fotografo, tra narrativa e fotografia, e il viaggio viene compiuto veramente. I Reprint invece sono appunto delle ristampe di classici di viaggio, che ci hanno ispirato, e a cui uniremo una nuova parte iconografica da noi curata. I libri d’artista sono invece sostanzialmente dei fuori collana: lavoriamo con artisti che raccontano luoghi e  Paesi secondo uno specialissimo punto di vista, con un formato sempre diverso.

Parliamo del viaggio di Latronico e di Linke in Etiopia: organizzativamente come si sono svolti i preparativi e come si sono articolati i tempi? Aneddoti?
Beh, l’aneddoto sul libro dell’Etiopia per la verità è avvenuto a Milano. Stavamo già pensando ai primi libri e avevo letto i romanzi di Vincenzo, pensavo potesse essere la persona giusta, anche se i suoi romanzi non parlano di viaggio. La sera della vittoria di Giuliano Pisapia alle elezioni comunali di Milano ero, come gran parte dei cittadini milanesi, a festeggiare in piazza del Duomo. Avevo perso i miei amici, i cellulari non prendevano, e così mi sono avviata in bicicletta per corso Buenos Aires, che è uno dei maggiori corsi della città, per andare a una festa. Mi si affianca un ragazzo, anche lui in bicicletta, lo riconosco da una foto che avevo visto in un’intervista, e gli dico: “Ciao, tu sei Vincenzo Latronico?”. Quella sera siamo rimasti a parlare dei nostri progetti fino a tardi, e direi che a fine serata con una stretta di mano era nato Narciso nelle Colonie. Abbiamo poi coinvolto Armin Linke con cui, come fotografa, avevo già lavorato. Mi sembrava la persona giusta per un viaggio del genere. Siamo partiti noi tre, per venti giorni, arrivando in Djibouti e proseguendo in jeep fino ad Addis Abeba. Il viaggio è stato fantastico, a tratti esaltante e a tratti noiosissimo, come per la verità tutti i viaggi.

Con quali altre realtà (case editrici, magazine del settore, fiere, eventi ecc.) editoriali/digitali vi confrontate o collaborate?
Per il momento abbiamo collaborato con il Miart di Vincenzo de Bellis, che ci ha chiesto di organizzare The Humboldt Series, conversazioni fra artisti e curatori declinando il tema del viaggio nell’arte. Non escludo altre collaborazioni, anzi, mi farebbe piacere. Ma siamo appena nati e ancora non ci conoscono in molti. Magari dopo questa intervista…

Vincenzo Latronico & Armin Linke - Narciso nelle Colonie. Un altro viaggio in Etiopia - Humboldt Books

Vincenzo Latronico & Armin Linke – Narciso nelle Colonie. Un altro viaggio in Etiopia – Humboldt Books

In Italia siete seguiti nella distribuzione da Quodlibet, mentre all’estero, per i progetti che stampate e stamperete in inglese, siete affiancati da Koenig. Come si sta muovendo, a tuo parere, in questo periodo delicato, il mondo dell’editoria d’arte?
Proprio qualche giorno fa una persona con la quale collaboriamo e che vive a Los Angeles mi ha chiesto come mai in Italia ci sono così tante e così belle case editrici che si occupano di arte. La risposta non la so neanche io per la verità ma, secondo me, è il momento giusto per occuparsi di editoria d’arte. Per come la vedo io, le persone che si interessano d’arte continueranno a comperare libri, e oltretutto il libro d’artista è un oggetto così prezioso che non può soffrire di una digitalizzazione, come sta invece avvenendo ai libri trasformati in ebook nell’editoria tradizionale. Detto questo, poter lavorare con Koenig per noi è un grande privilegio, perché il 50% della riuscita di un libro è la sua reperibilità. Deve essere presente in tutti i bookshop.

Quali progetti sono in lavorazione? Quali nuovi viaggi avete in programma?
Per la collana dei libri di viaggio è in pubblicazione il libro sulla Grecia con un racconto di Dino Baldi e le fotografie di Marina Ballo Charmet. Prossimamente uscirà il libro dedicato all’Islanda, mentre il prossimo ottobre andremo negli Stati Uniti con Giorgio Vasta e Francesco Jodice per un libro tra California, Arizona, New Mexico e Texas. Oltre a Höller ed Epaminonda, stiamo collaborando con altri artisti per la serie degli artists’ books e nel frattempo iniziamo a ricevere molte proposte, alcune interessantissime. E ci sono anche alcuni importanti progetti di reprint in lavorazione.

Ginevra Bria

www.humboldtbooks.com

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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