Città Impresa. Creatività, makers e aziende in festival

Si apre questa settimana nel Nordest un evento mirato a promuovere la cultura del fare, le imprese e i giovani che tentano di decollare, in un Paese dove conviene di più essere vecchi. Ne abbiamo parlato con Antonio Maconi, direttore artistico del Festival Città Impresa, in scena dall'8 al 12 maggio.

C’è il Festival dell’Economia a Trento e Rovereto, che tra fine maggio e inizio giugno riscuote sempre un successo notevole. D’altra parte, l’Italia non è, fra le mille altre cose, la patria dei festival di ogni ordine e grado? Ebbene, ancora nel Nordest – dove altro sennò? – c’è un’altra rassegna annuale che rivolge le proprie attenzioni all’imprenditoria. Del Festival Città Impresa, che apre oggi 8 maggio, abbiamo parlato col suo direttore, Antonio Maconi.

Che cos’è il Festival Città Impresa?
Da sei anni il festival si pone l’obiettivo di mettere in rete l’intero territorio del Nordest per dare la prova che è possibile pensare a un Nordest alternativo che lavora in rete; il nostro obiettivo è proprio quello di promuovere la cultura del “saper fare”, per dimostrare che dietro le fabbriche delle città-impresa di questo territorio ci sono idee, c’è cultura. È in questo alveo che si è sviluppata, tra l’altro, l’idea di candidare il Nordest a Capitale Europea della Cultura per il 2019.

Da quali riflessioni nasce?
Siamo partiti da una constatazione abbastanza semplice: abbiamo a disposizione, non solo nel Nordest ma in tutta Italia, uno straordinario giacimento di idee, di relazioni, di competenza, di impresa. Ma è una massa che ha sempre meno peso, che ci porta come satelliti alla periferia del sistema economico mondiale. L’unica direzione possibile è di ricomporre questo deposito di ricchezza, di metterlo in rete e farlo diventare valore. Da qui il titolo Capitale in rete.

Festival Città Impresa

Festival Città Impresa

Qual è il vostro pubblico?
Il nostro pubblico tradizionale è quello delle imprese, delle categorie economiche, e di chiunque sia attivo o abbia interesse all’industria creativa e alle intersezioni tra cultura, impresa e territorio. In particolar modo quest’anno, abbiamo invece aperto lo spettro di interesse e intendiamo coinvolgere soprattutto i giovani: non come massa indiscriminata, ma gli artigiani digitali, i makers, gli startupper e tutti coloro che si occupano di innovazione, senza dimenticare la tradizione e la cultura imprenditoriale che ha reso famosa l’Italia nel mondo. Sono loro che possono essere gli artefici e i protagonisti di quel nuovo rinascimento di cui si sente tanto parlare.

Che edizione sarà?
La definirei un’edizione di laboratorio: non serviremo piatti preconfezionati, ma abbiamo proposto ai relatori di mettere letteralmente le mani in pasta, cogliendo le sollecitazioni del pubblico e rielaborando le proprie riflessioni con lo scopo di tracciare percorsi di sviluppo possibili. Come il caso di Italiax10. L’impresa delle donne, esperimento di interazione live via web promosso con Telecom Italia, che vedrà dieci imprenditrici d’eccellenza presentare la propria visione di futuro nello splendido scenario dell’Antiruggine di Castelfranco Veneto. Da giovedì si attiveranno poi le tre città protagoniste di quest’anno: Schio, i comuni del Camposampierese e San Daniele del Friuli. Non dimentichiamo poi lo spettacolo – Il tormento e l’estasi di Steve Jobs – e le trentuno fabbriche del Veneto che domenica apriranno le proprie porte ai visitatori.

Festival Città Impresa - Italiax10. L’impresa delle donne

Festival Città Impresa – Italiax10. L’impresa delle donne

Avete anche un premio che viene assegnato non ai soliti dinosauri ma ai talenti under 35…
Quest’anno ci è sembrato naturale parlare di fabbricatori di futuro: e chi altri, se non i giovani, potevano essere premiati? Abbiamo attivato un centinaio di referenti su tutto il territorio delle Venezie, e abbiamo raccolto poco meno di 3mila segnalazioni, che abbiamo poi valutato. Ne è uscita una splendida mappatura delle eccellenze del territorio under 35: non solo impresa, ma anche sport, cultura, ricerca, formazione, volontariato. Gli opinionisti dicono che il modello economico del Nordest è morto. Noi abbiamo trovato 1.000 persone pronte a coglierne l’eredità e a riadattarla al mondo di oggi.

Una delle sezioni è dedicata al cibo, un tema apparentemente distante per un festival come il vostro.
Tutt’altro! Il cibo è forse l’esempio più chiaro di cosa intendiamo per “cultura del saper fare” poiché è tradizione e innovazione al tempo stesso, è identità, è territorio, e al tempo stesso è una forza per la nostra economia se è vero, come evidenzia l’Istat, che nei primi tre mesi del 2013 i prodotti del settore agroalimentare hanno superato tablet e smartphone. San Daniele del Friuli, in particolar modo, è quest’anno la vera e propria sede di sperimentazione del festival: tra gli ospiti non ci saranno solo produttori e cuochi, ma anche artigiani (come Mirco Della Vecchia, Angiolino Maule, Dario Loison), makers e artisti (Barbara Uderzo), blogger (Sonia Peronaci in primis) e innovatori (Raffaele Boscaini, Gianluca Bisol, Valentin Thurn). Siamo particolarmente orgogliosi, poi, della collaborazione con il Mart, che presenterà Progetto cibo. La forma del gusto come evento di chiusura. Un museo trentino che porta a un festival di impianto economico un evento in Friuli Venezia Giulia. Se non è questo fare rete!

Daniele Capra

www.festivaldellecittaimpresa.it

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Daniele Capra

Daniele Capra

Daniele Capra (1976) è curatore indipendente e militante, e giornalista. Ha curato oltre cento mostre in Italia, Francia, Repubblica Ceca, Belgio, Austria, Croazia, Albania, Germania e Israele. Ha collaborato con istituzioni quali Villa Manin a Codroipo, Reggia di Caserta, CAMeC…

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