Igor Scalisi Palminteri, lo street artist che dà voce alle periferie

Da Milano a Napoli a Palermo, sua città natale: i murales di Igor Scalisi Palminteri spostano lo sguardo sulla comunità locale, spesso inascoltata. Proprio come è accaduto al Parco Verde di Caivano

Grande barba francescana, centoquindici chili per 184 cm di altezza, Igor Scalisi Palminteri (Palermo, 1973) è una di quelle figure che non passano inosservate. Dal 1993 al 2000 ha fatto parte dell’Ordine dei frati minori cappuccini. Diplomato in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Palermo, nel capoluogo siciliano si è fatto conoscere per i murales disseminati nelle zone più difficili della città. Ma nel 2020, con l’aiuto del Comune, a Milano, durante la pandemia, in zona rossa, ha dipinto un Sant’Ambrogio con il volto di un apicoltore lombardo sulla facciata di un palazzo di Corso XXII marzo. La sua ultima opera, Nessuno resti solo, campeggia su una facciata di Caivano, nella città metropolitana di Napoli. In tutti i suoi lavori emerge un senso del sacro profondo, ma spiazzante, talvolta ambiguo. I soggetti sono immancabilmente figure di santi o di emarginati. I primi raffigurati come esseri umani qualsiasi: San Benedetto il Moro all’Albergheria di Palermo è un giovane nero con scarpette da calcio, mentre in odore di santità è pure il francescano pellegrino Biagio Conte dipinto allo Sperone. Le donne ‒ sante o meno che siano ‒ hanno il viso scolpito di chi conosce la sofferenza, i bambini hanno immancabilmente lo sguardo diritto: sono i piccoli adulti che puoi incontrare solo nel sud del mondo.

Igor Scalisi Palminteri, Sant'Ambrogio, Milano

Igor Scalisi Palminteri, Sant’Ambrogio, Corso XXII marzo, Milano, 2020

I PROGETTI ARTISTICI DI IGOR SCALISI PALMINTERI

All’inizio del suo percorso artistico ci sono i laboratori di arti visive rivolti a minori a rischio di esclusione sociale, effettuati in collaborazione con istituti scolastici e con i servizi sociali. Per Scalisi Palminteri la pittura ha un valore estetico quanto sociale: con Andrea Buglisi (co-curatore), Alessandro Bazan, Fulvio Di Piazza e Angelo Crazyone è intervenuto a Ballarò e dal 2022 Netflix trasmette in 30 Paesi il documentario Prospettiva Ballarò. che racconta tanto gli interventi pittorici quanto il tessuto difficile di questa zona. Più di recente ha co-ideato Sperone167 – per una comunità della cura insieme all’artista Chekos, azione che ha finito per coinvolgere anche Millo, pronto a mettersi all’opera per la prima volta a Palermo dal prossimo 8 giugno. Per la Cei nel Villaggio Mosè, alla periferia di Agrigento, Scalisi Palminteri si è impegnato nella riqualificazione del complesso ecclesiastico Cuore Immacolato di Maria: qui ha progettato e realizzato gli arredi sacri e tutte le opere d’arte.

Igor Scalisi Palminteri, Nessuno resti solo

Igor Scalisi Palminteri, Nessuno resti solo, Parco Verde di Caivano, 2023

SCALISI PALMINTERI NEL PARCO VERDE DI CAIVANO

La sortita più recente è dunque la realizzazione del murale raffigurante due bambine sorridenti nel Parco Verde di Caivano, “celebre” per essere una delle piazze di spaccio più grandi d’Europa. Caivano conta 35mila abitanti e, stando alle indicazioni turistiche, vanta una storia che risale agli etruschi. Ma il Parco Verde è una realtà a sé. Nel 1980 il terremoto in Irpinia provoca quasi 3000 vittime. L’anno seguente la Legge 219 prevede la costruzione di alloggi alternativi per oltre 280mila sfollati. Il Parco Verde nasce così: con 1500 miliardi di lire fuori bilancio che hanno innescato una delle più grandi speculazioni edilizie che il Meridione ricordi. La zona da rifugio momentaneo si è trasformata in un ghetto oggi abitato da reclusi in casa, tracciato da stradoni perpendicolari di cui nessuno ricorda il nome. L’assenza dello Stato è totale. Manca tutto, niente servizi alla persona, non esistono parchi, giardini o un qualsiasi spazio possibile per la vita dei bambini. Il murale di Via Circonvallazione Ovest-Viale Rosa, commissionato da Fondazione con il Sud, è un dito puntato su questa situazione. Scalisi Palminteri ritiene questo dipinto di 15×5 metri un punto di arrivo per un’attività nella quale ormai è difficile scindere la figura dell’artista da quella del curatore, dell’attivista o dell’imprenditore.

Igor Scalisi Palminteri a Caivano

Igor Scalisi Palminteri a Caivano

INTERVISTA A IGOR SCALISI PALMINTERI

Ma tu chi sei veramente?
Sono un pittore di quartiere, il mio lavoro si è spostato un po’ per caso dallo studio alla strada assumendo le connotazioni di neo/muralismo.

Come sei arrivato a Caivano?
Le mie radici sono nella strada e i luoghi fragili mi attraggono. Le opere che ho realizzato si legano sempre a ciò che succede attorno a un muro, che non è fatto solo di mattoni ma anche di persone.

Non bastava la tua azione a Ballarò o allo Sperone?
Il Parco Verde è casa mia perché è come lo Sperone e Ballarò, i luoghi fragili della mia città. In tutti questi luoghi ci sono persone ferite nel profondo, che hanno incontrato il dolore e che hanno bisogno di bellezza. Venendo qui ho sentito un potente senso di abbandono.

Chi ha abbandonato chi?
Qui lo “Stato” sa solo parlare, esprime concetti che non si concretizzano mai. È uno “Stato” che non ha le mani per accarezzare queste terre e per costruire la giustizia sociale di cui hanno bisogno questi luoghi.

Un murale può cambiare una situazione del genere?
È un segno. La comunità del Parco Verde di Caivano ha deciso di non rassegnarsi all’abbandono, di pretendere la cura e la considerazione che le spettano, e lo fa ogni giorno: anche grazie all’impegno delle persone e delle associazioni che quell’abbandono conoscono e subiscono.

Fondazione con il Sud ha finanziato il progetto. Quale è invece il ruolo di Bruno Mazza in questa vicenda?
Bruno è un ex camorrista che ha deciso di tagliare i ponti con il passato e spendersi in prima persona per il proprio territorio. Fa capo all’associazione Un’infanzia da Vivere, che lotta contro ogni tipo di pregiudizio e disparità di trattamento. Quel che proviamo a fare con Bruno, con le associazioni presenti e con Fondazione con il Sud è sostenere un processo che porti le persone a prendersi cura di loro stesse, dei loro figli e dei luoghi dove vivono. Forse noi pittori non salveremo le periferie, ma spero che questo muro dipinto sia come un seme, che germoglierà in un contesto sociale nuovo.

Aldo Premoli

https://www.igorscalisipalminteri.it/

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Aldo Premoli

Aldo Premoli

Milanese di nascita, dopo un lungo periodo trascorso in Sicilia ora risiede a Cernobbio. Lunghi periodi li trascorre a New York, dove lavorano i suoi figli. Tra il 1989 e il 2000 dirige “L’Uomo Vogue”. Nel 2001 fonda Apstudio e…

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