I mondi immaginari nelle opere di Sandy Skoglund a Senigallia

Fino al 2 giugno Senigallia ospita la mostra antologica dedicata a Sandy Skoglund, artista a tuttotondo che dagli anni '80 ci sorprende con le sue foto sorprendenti. Il video della mostra

Siamo abituati a pensare alla fotografia, per lo meno quella d’autore, come a qualcosa capace di catturare la realtà che ci circonda, mostrandola senza orpelli per ciò che è, filtrata solo dalla sensibilità dello sguardo dell’autore.

Ma nel tempo, e soprattutto negli ultimi anni, le cose sono di gran lunga cambiate: anche la fotografia ha subito la fascinazione della manipolazione delle immagini, il ricorso a filtri e a tante altre “diavolerie” introdotte ad esempio dall’intelligenza artificiale.

C’è chi invece, come Sandy Skoglund (Weymouth, 1946), ritrae scenari e mondi immaginari, ma creati artigianalmente per essere immortalati dall’obiettivo. Le sue opere sbalorditive per creatività e tecnica sono ora in mostra fino al 2 giugno 2024 al Palazzo del Duca di Senigallia, per l’antologica “Sandy Skoglund. I mondi immaginari della fotografia 1974-2023”.

Sandy Skoglund, Radioactive Cats, 1980
Sandy Skoglund, Radioactive Cats, 1980

La carriera di Sandy Skoglund

Il debutto sulla scena artistica internazionale di Sandy Skoglund è avvenuto nel 1980 con l’opera Radioactive Cats, foto in cui una coppia di anziani in una stanza grigia è attorniato da una moltitudine di gatti verdi. Con essa l’artista ha creato un precedente di elevato valore artistico per la tecnica minuziosa con cui ha curato ogni minimo dettaglio della scena ritratta nello scatto, privato di luci e ombre naturali. L’effetto è quello di un’immagine artificiale, quasi creata in digitale.

Da allora si sono susseguite altre opere della Skoglund, che in 45 anni di carriera ha prodotto solo 30 fotografie, dati i lunghi tempi di lavorazione per realizzarle. In ciascuno di esse è rintracciabile un oggetto feticcio, solitamente di uso quotidiano, spesso ripetuto in maniera ossessiva nell’ambiente, dove vengono inserite figure umane che a loro volta sembrano perdere le loro reali fattezze. Le immagini della Skoglund sono oniriche e concrete allo stesso tempo: se i colori piatti conferiscono atemporalità all’insieme, allo stesso tempo ne sottolineano la tangibilità.

L’ultima creazione in ordine di tempo è “Winter”, lavoro iniziato nel 2008 e terminato nel 2018 il cui focus è l’immagine del fiocco di neve: “Un ibrido di tecniche e concetti che sono stati immortalati insieme dalla macchina fotografica il 22 dicembre 2018. In opposizione alla rapida istantanea, Winter è uno studio sulla perseveranza e la persistenza, un paesaggio artificiale che celebra le belle e spaventose qualità della stagione più fredda” racconta Skoglund.

Winter di Sandy Skoglund
Sandy Skoglund, Winter, 2018

La mostra a Senigallia di Sandy Skoglund

Inaugurata lo scorso 23 novembre nelle le sale di Palazzo del Duca a Senigallia, l’antologica Sandy Skoglund. I mondi immaginari della fotografia 1974-2023 è organizzata dal Comune di Senigallia con il sostegno di Regione Marche, la collaborazione di Fondazione Cassa di Risparmio e Galleria Paci Contemporary.

La curatela è di Mario Trevisan e Giampaolo Paci di Paci Contemporary. Quest’ultimo nel video ci accompagna alla scoperta delle opere esposte: accanto alle fotografie di grande formato della Skoglund, da quelle più celebri dei primi anni come la già citata Radioactive Cats o Revenge of the goldfish con gli iconici animali fluorescenti, o quelle degli anni ’90, come Atomic Love e The cocktail party, dove le installazioni diventano sempre più ricche e complesse con figure umane e statue che convivono in dialoghi silenti, i visitatori potranno ammirare anche gli elementi realizzati dall’artista per creare le scenografie.

L’esposizione marchigiana consente così di scoprire il “dietro le quinte” dei lavori firmati dall’artista statunitense: lungo il percorso sono disseminati anche schizzi, bozzetti e oggetti di scena. In tal senso si inserisce il focus sull’opera Winter: oltre alla fotografia è stato infatti ricreato il setting di realizzazione, con gli sfondi e alcune delle sculture originali consentendo ai visitatori di entrare letteralmente nell’opera e scoprire da vicino la minuzia di dettagli e l’incredibile lavoro che si cela dietro a uno scatto solo apparentemente istantaneo.

Roberta Pisa

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Roberta Pisa

Roberta Pisa

Vive a Roma dove si è laureata in Scienze politiche e Relazioni internazionali. Da sempre si occupa di cultura e comunicazione digitale. Dal 2015 è pubblicista e per Artribune segue le attività social.

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