Isacco Emiliani, il fotografo che va a caccia di alberi antichi

Insieme a suo nonno, ha percorso le terre di confine tra Romagna e Toscana, sulle tracce di alberi centenari, traducendo tutto questo in fotografia. Ora gli scatti di Isacco Emiliani vanno in mostra a Verona

È appena tornato dalla Groenlandia, dove sta completando l’ambizioso progetto Arctic Visions, un reportage estremo sui cambiamenti climatici e antropologici delle regioni artiche.
Isacco Emiliani, fotografo forlivese classe 1991, costruisce solo progetti a lungo termine, come Ottantuno, un libro e una mostra che raccontano sette anni di cammino di un nonno e un nipote alla ricerca degli alberi monumentali e secolari delle montagne italiane. Un progetto che parla di tutela, cura, rispetto e amore tra nonno e nipote. Ottantuno sarà anche una mostra – organizzata da Grenze Arsenali Fotografici e dal Comune di Verona, NaturAzioni ‒ alle Serre Comunali di Verona, in apertura il prossimo 13 maggio.

Isacco Emiliani, Ottantuno

Isacco Emiliani, Ottantuno

INTERVISTA A ISACCO EMILIANI

Perché hai scelto gli alberi come testimoni del tempo e della memoria? Quale relazione metaforica hai costruito con il nonno?
È nato tutto per caso, mio nonno è sempre stato un grande appassionato di lettura della storia della nostra terra, ma per tutta la vita ha fatto il contadino.
Quando tornavo da scuola mi raccontava sempre le storie che leggeva. Purtroppo nel 2008 morì suo figlio Angelo, mio zio, il fratello di mia mamma, e il rapporto con mio nonno si intensificò parecchio. Mi raccontò di alcuni alberi iconici della nostra terra partendo da un libro di Valido Capodarca, Emilia Romagna 80 alberi da salvare. Così decidemmo di scoprirli, ma l’unico momento che avevamo era la notte. Era il 2015, idealmente voleva realizzare un libro con le nostre immagini ma era ancora un sogno lontano.
Ad aprile 2022 abbiamo pubblicato Ottantuno, un libro d’arte in serie limitata di 501 copie con la prefazione di Jane Goodall per la casa editrice Nutsforlife.

Qual è il tuo rapporto con la natura e come si integra con la tua pratica fotografica?
Per me la fotografia è spesso un forte legame tra natura e immagine. Amo la natura e cerco di stare in contatto con essa più tempo possibile, è nella natura che mi sono appassionato di fotografia ed è nella natura che gran parte dei miei progetti hanno fondamenta. Quindi vedo la fotografia come uno scambio reciproco con essa.

Quali informazioni fornisce il paesaggio oggi? Cosa dobbiamo raccogliere e raccontare di esso?
Un paesaggio necessita di un’interpretazione propria che a volte può essere bucolica, altre volte no. Il paesaggio che riportiamo nella fotografia è frutto delle nostre esperienze, del nostro vissuto, di un’interpretazione unica, nostra, specchio di ciò che siamo.

Isacco Emiliani, Ottantuno

Isacco Emiliani, Ottantuno

LA FOTOGRAFIA SECONDO ISACCO EMILIANI

C’è fatica, sacrificio nel tuo metodo di lavoro, uno sforzo che in parte è ripagato dalla meraviglia. Cos’è per te lo stupore davanti al bello?
In prima battuta c’è la fatica fisica e mentale. Tanti di questi progetti, come Arctic Visions e come Ottantuno, vedono in fase iniziale cammini profondi, di connessione tra me, la mia macchina fotografica e la terra.
Con Ottantuno ci sono state notti durante le quali ho percorso chilometri insieme alla mia attrezzatura per fotografare alcuni alberi della mia terra, con Arctic Visions ho viaggiato in alcuni luoghi ancestrali, dove il legame tra l’uomo e l’ambiente è ancora profondo.
In seconda battuta metabolizzi pian piano quello che hai incontrato, e in fase finale tutto questo si fonde e assume concretezza.
Lo stupore e la bellezza a volte sono incredibili: provate a immaginare di trovarvi di fronte a un albero di 800 anni nel cuore della notte sotto immense volte stellate, con vostro nonno, oppure di trovarvi di fronte a un tramonto unico alle 23.30 nel nord della Groenlandia, con il sole che si fonde con i ghiacciai.

Cosa insegni ai partecipanti dei tuoi workshop? Ci vuoi dire quali saranno i prossimi e dove si terranno?
Dal 2022 con Matteo Luciani, un fotografo e autore con formazione in ecobiologia, realizzo workshop di fotografia orientati a far vivere esperienze immersive e di profonda connessione con noi stessi. Questi workshop vengono fatti in Appennino centro-settentrionale e cerchiamo di far vivere ai partecipanti le esperienze che hanno accompagnato i nostri progetti. Ottantuno e Tiberis sono stati i workshop con cui siamo partiti.
Oggi stiamo realizzando Conservation Photography, un nuovo modulo basato sull’etica nella fotografia naturalistica, su commissione del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, composto da tre workshop. Il primo si terrà dal 26 al 28 maggio, il secondo dal 7 al 9 luglio e il terzo il 19 e 20 agosto. Vivremo esperienze immersive in alcuni luoghi del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.

Simone Azzoni

https://www.isaccoemiliani.com/

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Simone Azzoni

Simone Azzoni

Simone Azzoni (Asola 1972) è critico d’arte e docente di Storia dell’arte contemporanea presso lo IUSVE. Insegna inoltre Lettura critica dell’immagine e Storia dell’Arte presso l’Istituto di Design Palladio di Verona. Si interessa di Net Art e New Media Art…

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