World Press Photo 2021: i vincitori in mostra a Milano

La Galleria Sozzani di Milano accoglie come di consueto le fotografie vincitrici del World Press Photo. Da segnalare una buona presenza italiana

La Fondazione Sozzani ospita la mostra World Press Photo 2021 dedicata a uno dei più noti premi di giornalismo visivo mondiale. Giunto alla sua 64esima edizione, l’evento riconosce al fotogiornalista vincitore la capacità di sviluppare un progetto di forte rilevanza giornalistica o scatti che abbiano immortalato momenti di straordinaria importanza storica.
Per questa edizione sono state esaminate ben 74.470 fotografie scattate da 4.315 fotografi provenienti da 130 Paesi. I fotografi premiati sono stati 45 e 8 sono le diverse categorie suddivise tra “Foto dell’anno” e “Storia dell’anno” in Attualità, Notizie Generali, Spot News, Ambiente, Progetti a lungo termine, Natura, Sport e Ritratti.
Un appuntamento che è diventato un punto di riferimento per tutti i photo editor e appassionati di fotografia: da 26 anni la Galleria Sozzani presenta a Milano il World Press Photo. Il primo anno, nel 1994, venne presentato per la prima volta in Italia alla Galleria Sozzani proprio da Grazia Neri, fondatrice della storica agenzia fotografica italiana. Come scrive Pelloso, “l’appuntamento di fine anno con la fotografia è alla Fondazione Sozzani con il World Press Photo, uno dei più prestigiosi premi internazionali di fotogiornalismo”.

Pandemic Pigeons—A Love Story © Jasper Doest, The Netherlands

Pandemic Pigeons—A Love Story © Jasper Doest, The Netherlands

WORLD PRESS PHOTO IERI E OGGI

I World Press Photo Awards sono nati nel 1955 ad Amsterdam per iniziativa di un’associazione di fotografi locali che si erano resi conto di come fosse essenziale imparare a “guardare” la realtà attraverso l’occhio di fotografi provenienti da culture e Paesi diversi. Ogni anno la giuria ‒ sempre diversa ‒ seleziona una mole impressionante di immagini ‒quest’anno per la prima volta da remoto. Sono 140 le fotografie esposte a Milano ed è sempre presente un responsabile olandese per verificare il corretto allestimento del progetto.
Si tratta di fotografie che raccontano la realtà, testimonianze talvolta brutali, ma necessarie per conoscere o ricordare alcuni degli avvenimenti di cronaca accaduti in tutto il mondo. Essenziali sono le storie, le descrizioni, che accompagnano le immagini, e spesso fanno luce su aspetti del reale quasi inimmaginabili. È il caso per esempio di Habibi, dell’italiano Andrea Faccilongo ‒ che racconta l’attesa delle famiglie per i detenuti palestinesi e la loro determinazione per cercare di avere dei figli anche da “remoto”.

Habibi © Antonio Faccilongo, Italy, Getty Reportage

Habibi © Antonio Faccilongo, Italy, Getty Reportage

COME FUNZIONA WORLD PRESS PHOTO

Nonostante le frequenti polemiche e gli inevitabili scandali, c’è una complessa, consolidata procedura di fact checking per controllare i file e accertare la presenza effettiva dell’autore e la quantità di ritocchi (che sono ammessi entro parametri specifici).
Per partecipare al World Press Photo i fotografi devono essere professionisti, già pubblicati e quindi segnalati da un’agenzia o da una testata giornalistica.  Le immagini che vengono selezionate sono sempre relative all’anno precedente.
Le candidature partono a dicembre, si concludono a fine gennaio e solitamente a febbraio vengono definiti i finalisti nelle otto categorie. Ad aprile sono premiate la Foto dell’anno e la “storia”, ovvero il reportage dell’anno “Story of the Year”.

WORLD PRESS PHOTO 2021: I FINALISTI E LA GIURIA

I finalisti del concorso World Press Photo 2021 provengono da 28 nazioni: Argentina, Armenia, Australia, Bangladesh, Bielorussia, Brasile, Canada, Danimarca, Francia, Grecia, India, Indonesia, Italia, Iran, Irlanda, Messico, Myanmar, Perù, Filippine, Polonia, Portogallo, Russia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Paesi Bassi e Stati Uniti. La giuria indipendente di questa edizione è stata presieduta da NayanTara Gurung Kakshapati, fondatrice e direttrice della piattaforma photo.circle in Nepal, insieme a Ahmed Najm di Metrography Agency, prima agenzia fotografica irachena; Andrei Polikanov, visual director del giornale online russo Takie Dela; Kathy Moran, vicedirettrice della fotografia del National Geographic (USA); Kevin WY Lee, fotografo e direttore creativo di Singapore; Mulugeta Ayene, fotografo etiope; Pilar Olivares, fotografa peruviana dell’agenzia Reuters. A causa della pandemia, la valutazione si è svolta online.

Injured Man After Port Explosion in Beirut © Lorenzo Tugnoli, Italy, Contrasto for The Washington Post

Injured Man After Port Explosion in Beirut © Lorenzo Tugnoli, Italy, Contrasto for The Washington Post

WORLD PRESS PHOTO 2021: I PREMI

A vincere i due premi più  importanti, il “World Press Photo Story of the Year” e il “World Press Photo of the Year” sono stati: Mads Nissen, che ha vinto la “Foto dell’anno” con The First Embrace – l’immagine di un’anziana abbracciata per la prima volta dopo cinque mesi attraverso una tenda di plastica durante la pandemia da Coronavirus – e l’italiano Antonio Faccilongo, che ha ricevuto il premio “Storia dell’anno” con la storia in diapositiva di una donna che attende il proprio marito dopo una lunga detenzione in un carcere israeliano. Nella camera da letto dove la donna conserva ancora i beni affettivi dell’uomo, il tempo sembra sospeso. Iman Nafi è il palestinese che possiede il triste primato per la detenzione più lunga nelle carceri israeliane.
Tra gli altri vincitori da segnalare gli italiani Gabriele Galimberti, che ha vinto nella categoria “Portrait – Stories” con il progetto The Ameriguns, un racconto che esplora il fenomeno delle armi da fuoco negli Stati Uniti, e Lorenzo Tugnoli, premiato nella categoria “Spot News – Stories”, con il reportage Port Explosion in Beirut, che racconta la devastante esplosione che ha scosso la capitale libanese. A oggi tra le maggiori esplosioni avvenute del XXI secolo.

Federico Poletti

www.worldpressphoto.org

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Federico Poletti

Federico Poletti

Eclettico, nomade e multitasking: questi sono gli aggettivi che meglio definiscono l’orizzonte creativo e professionale di Federico Poletti. Milanese di adozione, parte da una formazione accademica nell’arte (laureato in Conservazione dei Beni Culturali) per arrivare a una visione della moda…

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