“Non ho nessuna predisposizione a fare teoria sul lavoro che faccio. Fotografo artisti, scrittori, registi, fotografi, fotografe, attori, attrici perché fanno parte del mondo in cui vivo, sono gli amici con i quali condivido viaggi, film, cene, o altre occasioni di vita. A posteriori posso dire che ho sempre cercato di fotografare persone che non si lasciano afferrare del tutto, e che cercano di proteggere una parte di sé. Fotografarle è un modo per dare evidenza a questo qualcosa, lasciando una traccia del loro mistero”. Con queste parole Lia Pasqualino introduce la sua mostra di ritratti di registi, attori, scrittori, artisti, musicisti, ma anche gente comune, immagini che raccontano brani di intensa quotidianità, al Museo di Capodimonte a Napoli. Nipote della pittrice Lia Pasqualino Noto – figura di riferimento a Palermo con la sua galleria per gran parte del Novecento, sodale di Guttuso e del gruppo dei Quattro – la fotografa, anche lei palermitana doc, oggi vive infatti a Roma con il marito regista Roberto Andò, dove è inevitabile per lei frequentare il mondo del cinema. In questa antologica curata da Giovanna Calvenzi, che si apre il 13 giugno per protrarsi fino all’11 luglio all’interno del programma di Campania Teatro Festival, scorrono le fasi salienti di una ricerca continua, dalla metà degli anni ‘80 a oggi, che va dal reportage agli scatti di scena, quando la lezione di Letizia Battaglia la consacra definitivamente alla fotografia.

CHI È LIA PASQUALINO
Nata a Palermo in una famiglia di artisti e intellettuali, dal 1986 si dedica alla fotografia, dopo aver seguito un corso della grande fotografa Letizia Battaglia che così ricorda quel periodo per le strade del capoluogo siciliano: ” Un bel po’ di gente pazza per la fotografia si lanciava sui ragazzini dei quartieri del centro storico e su chiunque si mostrasse favorevole ad essere oggetto dell’arrembaggio, lei stava un po’ in disparte da sola a cercarsi un angolino tutto suo da raccontare. La sua presenza era così discreta che qualche volta temevo si isolasse troppo. Avevo paura che potessero scipparle le macchine. Lia ha continuato a fotografare. Paesaggi, uno notturno del monte Pellegrino di Palermo, molto interessante, luoghi di silenzio. Un giorno ho visto le sue foto. Anzi, ho visto prima i provini e poi le foto. E le ho domandato: che ne farai di queste foto? Lei ha risposto che non lo sapeva e io le ho detto che mi sarebbe piaciuto vederle in un libro”. Ecco le immagini della mostra.
– Claudia Giraud
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