Fondazione Forma chiude la sua sede di Milano. Ma le attività legate alla fotografia proseguono

La fondazione dedicata alla fotografia, finora collocata in via Meravigli, cambia radicalmente la sua organizzazione: lascia la sede fisica ma continua nel 2021 con un programma prevalentemente online di incontri, attività corsi e affiancamento di mostre

Nell’era della digitalizzazione, la sede fisica non è un requisito fondamentale per avere un ruolo divulgativo di rilevanza. È quello che sta dimostrando la Fondazione Forma per la Fotografia che, nata a Milano da un’idea di Roberto Koch, annuncia che sta per abbandonare la sua sede di via Meravigli per diventare una realtà ancora più fluida e dinamica, che abbraccia a 360 gradi la tutela, valorizzazione e promozione della fotografia e dei suoi grandi autori.

Fondazione Forma per la Fotografia

Fondazione Forma per la Fotografia

FONDAZIONE FORMA LASCIA LA SUA SEDE

Dieci anni di attività, 120 grandi progetti espositivi, diversi corsi, centinaia di eventi e circa 500.000 visitatori: sono i numeri di Fondazione Forma, che termina questo percorso con la mostra La prossima immagine, attualmente chiusa per via del DPCM. Se il 2020 è stato un anno di sconvolgimenti e radicale cambiamento delle abitudini per tutti, Fondazione Forma per la Fotografia ha colto l’opportunità di rinnovarsi, ampliando il proprio raggio di azione: didattica, attività formative, nuovi progetti di comunicazione, proposte espositive, incontri on line e in presenza saranno i punti programmatici del nuovo capitolo della storia di questa fondazione.

Fondazione Forma per la Fotografia

Fondazione Forma per la Fotografia

LE ATTIVITÀ IN PROGRAMMA DI FONDAZIONE FORMA PER IL 2021

Mentre Fondazione Forma fa sapere che attività come talk, presentazioni, gruppi di lettura e percorsi di approfondimento continueranno come in passato, lancia alcune anticipazioni per il nuovo anno: sui canali social della fondazione saranno presto disponibili i nuovi appuntamenti di Leggere la fotografia, un ciclo di incontri tra critici, fotografi, studiosi per raccontare i loro libri del cuore, quelli che li hanno maggiormente formati. Un progetto che è già diventato un libro, pubblicato da Contrasto, il primo di una serie: si tratta di Nuove visioni, con sei approfondimenti di Giovanni Chiaramonte, Claudio Marra, Federica Muzzarelli, Daniela Persico, Ferdinando Scianna e Michele Smargiassi sui grandi titoli della fotografia. Nel mese di gennaio, inoltre, partirà una nuova serie di incontri, progettata e animata da Simona Ghizzoni, dedicata all’autobiografia per immagini, mettendo in relazione il proprio lavoro con quello delle colleghe e della riflessione sulla contemporaneità. Riprende anche l’attività didattica, con corsi, workshop e incontri e quella di valorizzazione degli archivi della fotografia (dai fondi Berengo Gardin e Branzi). Non meno importante sarà portare avanti il lavoro di affiancamento alle grandi mostre come Prima, donna. Margaret Bourke-White fotografa, attualmente al Palazzo Reale di Milano o Radici di Josef Koudelka, da gennaio 2021 al Museo dell’Ara Pacis di Roma e Amazzonia di Sebastião Salgado, da giugno 2021 al Museo MAXXI di Roma. Tra i progetti per il futuro, Fondazione Forma rinnova il suo impegno per la realizzazione della Biblioteca dell’immagine: si tratterà di un’ampia selezione di libri dedicata esclusivamente alla fotografia e che coinvolge anche un lavoro di mappatura fotografica e riconoscimento del patrimonio fotografico della città di Milano.

RIPENSARE FONDAZIONE FORMA

Tra i portenti di questi mesi, nel bene e nel male, c’è anche la ridefinizione degli spazi di vita, di lavoro e di incontro”, spiegano dli organizzatori, mettendo in cima alle priorità la ridefinizione di tutte le modalità di azione che riguardano la fondazione. “Tutto deve essere ripensato, rivisto, riconsiderato. Anche lo spazio di via Meravigli, dove Forma ha promosso incontri, presentazioni di libri, mostre fotografiche, proposto nuovi autori, confermato grandi maestri, dibattuto temi e risorse della fotografia, deve passare al vaglio di cosa si debba e si possa fare ora. Per questo Forma si prende una pausa da un luogo e un’attività concepiti per essere sempre in presenza proponendo nell’immediato futuro approfondimenti on line, sui social network e in varie piattaforme, sperimentando nuove possibilità di aggregazione senza per questo rinunciare mai alla sua presenza e alle sue varie, molteplici attività”.

-Giulia Ronchi

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Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

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