Le stagioni di Sarah Moon. A Milano

Armani/Silos, Milano ‒ fino al 6 gennaio 2019. Gli scatti della fotografa francese si succedono negli spazi di Armani/Silos in base ad accostamenti poetici scelti dalla stessa Sarah Moon. Restituendo un itinerario che va oltre il visivo.

La visita all’ampia mostra di Sarah Moon (Vichy, 1941), dal titolo From one season to another, all’Armani/Silos di Milano è un’esperienza complessa, che sarebbe limitativo definire soltanto visiva. Si tratta di un viaggio emozionale in cui tutto contribuisce a sottolineare la forza del cammino fra i suoi lavori, datati tra gli Anni Settanta e oggi, un cammino pensato dall’artista stessa in tutti i suoi dettagli.
Moon ha, infatti, proposto per lo spazio grigio e misurato dello stilista una mostra che conduce chi guarda all’interno della sua opera non cronologicamente o tematicamente. Gli accostamenti sono di natura poetica, estetica: accanto alle grandi foto di moda astratte, con il suo stile immediatamente riconoscibile, realizzate per Yamamoto o per Miyake, ci sono i suoi paesaggi in cui il tempo è sospeso. Di grande gusto la scelta di non mettere foto fatte per gli abiti di Armani.

TEMPO E SGUARDO

In ognuno dei suoi scatti si legge un’evidente metabolizzazione della storia della fotografia, da Muybridge, con i suoi animali in corsa, a Brassaï ad Atget, o almeno così ci piace leggere tra le righe. Contenuto e contenitore diventano un unicum accompagnato da una colonna sonora che scandisce il tempo dello sguardo, un tempo che segna l’evanescenza del tutto. Molte le fotografie con i fiori, alcune di grandi dimensioni, in cui il soggetto si perde nell’atmosfera liquida del circostante, pieni e vuoti sono posti in relazione.
Di grande forza il suo cortometraggio sul parigino Jardin des Plantes, un viaggio tra gli animali che si muovono lenti in una condizione coercitiva talvolta disperata. Il nitore dell’immagine in bianco e nero è offuscato, come in un processo di natura mnemonica. La musica di Bach fa da colonna sonora, il rigore matematico del compositore tedesco fa da contraltare alle immagini di Moon.

Sarah Moon, La fille de l'Écluse, 1990

Sarah Moon, La fille de l’Écluse, 1990

50 ANNI DI CARRIERA

La mostra, che presenta parecchie foto inedite, alcune delle quali dedicate alla danza, segna i cinquant’anni di attività dell’artista francese che, dopo una carriera da modella, ha iniziato a fotografare nel 1968 con il nome d’arte di Sarah Moon. La sua di quegli anni è stata anche una presa di coscienza sociale, che ha visto protagonista l’emancipazione della donna con le campagne pubblicitarie dei marchi Biba e Cacharel, proposti sulla rivoluzionaria rivista Nova.
In contemporanea un’altra mostra della fotografa è ospitata dalla Fondazione Sozzani, Sarah Moon, Time at Work. Questa seconda rassegna, che presenta novanta opere realizzate dall’artista tra il 1995 e il 2018, è accompagnata da un documentario e da un cortometraggio.

Angela Madesani

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Angela Madesani

Angela Madesani

Storica dell’arte e curatrice indipendente, è autrice, fra le altre cose, del volume “Le icone fluttuanti. Storia del cinema d’artista e della videoarte in Italia”, di “Storia della fotografia” per i tipi di Bruno Mondadori e di “Le intelligenze dell’arte”…

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