Nel Palazzo Ducale di Genova la grande mostra sulla nostalgia
A Palazzo Ducale apre un percorso che, partendo dal Rinascimento, approda ai giorni nostri, raccontando le diverse declinazioni della nostalgia. E la sua attualità
![Nel Palazzo Ducale di Genova la grande mostra sulla nostalgia](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/05/id-35-fondazione-matteucci-ram-ile-de-cythere-1024x819.jpg)
Centoventi opere per tracciare le linee di un sentimento che sembra destinato a non andare mai fuori moda. Apre a Palazzo Ducale, a Genova, la grande mostra Nostalgia. Modernità di un sentimento dal Rinascimento al Contemporaneo, il cui filo conduttore è proprio quel “sentire” normato nella dissertazione medica di Johannes Hofer nel 1688 come disturbo dato dal “dolore del ritorno”, uno stato di struggimento per un luogo lontano, passato o idealizzato. L’esposizione, curata da Matteo Fochessati in collaborazione con Anna Vyazemtseva della Wolfsoniana, che ha prestato molte delle opere in mostra, è la prima aperta sotto la neodirezione di Ilaria Bonacossa.
![Amedeo Bocchi, Fior di loto, 1905, olio su tela. Collezione d'Arte del Comune di Parma](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/05/id-106-amedeo-bocchi-fior-di-loto-1905-pinacoteca-stuard-parma-768x366.jpg)
![Studio Coppedè, Prospettiva della scalinata del Conte Grande, GX1993.487, 1926-28, acquarello su carta. Wolfsoniana – Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Genova](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/05/id-91-ge-wolfsoniana-coppede-gx1993487-768x889.jpg)
![Miriam Tindall Smith, Screen Door, TD1991.133.2, 1935, olio su tela. The wolfsonian-Florida International University, Miami Beach, Florida, The Mitchell Wolfson, Jr. Collection](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/05/id-108-usa-wolfsonian-tindall-smith-td19911332000-768x939.jpg)
![Louis Auguste Gustave Doré, D.75.1.3, 1882, acquarello su carta. © Pau, Musée des Beaux-Arts](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/05/id-126-pau-dore-7513-768x549.jpg)
![Anselmo Bucci, 1919, olio su tela; Courtesy Matteo Maria Mapelli Arte Contemporanea, Monza](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/05/id-97-monza-courtesy-mmm-arte-cont-768x1059.jpg)
![Sexto Canegallo, Specchio d'acqua. La Malinconia, 1925, olio su tela. Collezione privata, Genova - Courtesy Galleria Arte Casa](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/05/id-136-sexto-canegallo-specchio-dacqua-olio-su-telamg8625-768x771.jpg)
![Felice Carena, La quiete, inv. N. 20282, 1922-24, olio su tela. Banca d’Italia](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/05/id-129-20282carenala-quiete-1-768x589.jpg)
![Federico Angeli, Dama a cavallo con corteo cavalleresco, 1931, tempera grassa su tela. Collezione Sella SGR](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/05/id-139-torino-banca-sella-dama-a-cavallo-768x872.jpg)
![Jean Auguste Dominique Ingres, L'Odyssée – Odisseo, 1842-1856, inv. B 1305-b, olio su tela incollata su legno, 61,3x55 cm; Musée des Beaux-Arts de Lyon - Image © Lyon MBA – Photo Alain Basset](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/05/n13-187-768x856.jpg)
![Ruggero Alfredo Michahelles, Ile de Cythère, 1933, olio su tavola, © Fondazione Centro Matteucci per l'Arte Moderna, Viareggio](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/05/id-35-fondazione-matteucci-ram-ile-de-cythere-768x615.jpg)
La mostra sulla Nostalgia a Palazzo Ducale a Genova
“Abbiamo iniziato a lavorarci due anni e mezzo fa, avevamo già esperienza di molte di queste opere per le esposizioni passate”, racconta Fochessati. “La mostra ricostruisce la storia della nostalgia da Hofer fino a Boyme, che nel suo ‘Future of Nostalgia’ individua questo sentimento come “malattia del tempo”. Dal vintage nell’arredo alla musica fino alla moda, osserviamo come si torni continuamente a rielaborare il passato. Cosa che può anche avere un effetto positivo, per riprogettare il nostro futuro”. Il foltissimo percorso, aperto proprio dal testo del medico alsaziano e dalla grande scultura Nostalgia di Marzaroli, si snoda in 12 sezioni tematiche tra le stanze dell’appartamento del Doge e la relativa cappella, dove è esposta una grande installazione di Anish Kapoor (che ha attivamente partecipato a un allestimento “site specific”). Le diverse sezioni, introdotte da citazioni letterarie, si articolano senza un ordine cronologico – “secondo la tendenza ciclica della nostalgia stessa”, dice il curatore – ma seguono le diverse coniugazioni del sentimento nella storia dell’arte e della società.
![Jean Auguste Dominique Ingres, L'Odyssée – Odisseo, 1842-1856, inv. B 1305-b, olio su tela incollata su legno, 61,3x55 cm; Musée des Beaux-Arts de Lyon - Image © Lyon MBA – Photo Alain Basset](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/05/n13-187-919x1024.jpg)
Le dodici declinazioni della nostalgia in mostra a Genova
Si parte dal un più generale sentimento di nostalgia, con i personaggi omerici e virgiliani costretti lontano da casa (bella l’Odissea di Ingres) e i grandi autori simbolo del sentimento, dal Foscolo di Fabre e al Mazzini di Venturi; c’è poi la malinconia, qui posta per sottolineare la diversità di questo sentimento, più individuale e circoscritto, con opere di Dürer e Savinio; c’è quindi la nostalgia di casa, che dal sentimento tedesco dell’Heimat tocca il futurismo fino a giungere alla contemporaneità con la celebre foto dei “passeggeri abbandonati” di Adrian Paci; è la volta poi della nostalgia del paradiso, tra un bellissimo tappeto persiano e riproduzioni bibliche e bucoliche, da Brueghel il Giovane a Carena; quella del classico, con le opere del Grand Tour di Loria e le rovine di de Pisis, una bella ricostruzione di Ostia di Séassal, i piatti di Gio Ponti e gli scatti di Briones e Henri; la nostalgia nell’età della propaganda, con la famiglia che ascolta il duce di Ricchetti (ritoccata dopo la caduta del Fascismo) e il modellino del revanchista padiglione Italia all’Expo di New York del ’39; quella dell’antico, con un bellissimo tappeto di Munthe e opere di Boldini e Angeli; quella dell‘altrove, con uno sguardo all’esotico e al coloniale da Chini a Bucci; e poi gli sguardi della nostalgia, con delle belle opere di Bocchi e Garino; quella della felicità, tra spiagge piene di bimbi e le luci notturne di Coleman e Balla; e si chiude con la nostalgia dell’infinito, con Kapoor ma anche con un grande Untitled di Spalletti e una bellissima scultura di Martini. Data l’evidente difficoltà nel digerire l’impressionante mole di opere, e di informazioni, la mostra è affiancata sia da un catalogo ricco di saggi di sociologi, storici, letterati e medici, sia da una serie di iniziative parallele, cioè dei laboratori e, in prosieguo, un podcast con Chora Media.
Giulia Giaume
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