Fra sperimentalismo e tradizione. Corrado Cagli a Roma

Palazzo Cipolla, Roma – fino al 6 gennaio 2020. La variegata pittura di Corrado Cagli va in mostra a Roma, gettando luce sul clima culturale e artistico dagli Anni Trenta ai Sessanta.

Stretta tra le facciate maestose e altere della Roma umbertina, Via del Corso saluta con sospirato sollievo i morbidi colori del sole morente che accendono le luci aggressive dei negozi e spargono sui gravi bugnati neorinascimentali generose velature tonali di organza e taffetà. Visitiamo la mostra di Corrado Cagli (Ancona, 1910 – Roma, 1976) a Palazzo Cipolla in compagnia di una guida d’eccezione: Giuseppe Briguglio, Presidente dell’Archivio Cagli.
“La mostra, di taglio antologico, nasce con il proposito di presentare nuovamente l’arte di Cagli a Roma” – ci spiega ‒ “dopo vent’anni dall’ultima retrospettiva (nel 1999, alla Galleria Arco Farnese). Sono esposte circa duecento opere, a partire dagli Anni Trenta fino agli Anni Settanta: insomma tutto il suo percorso artistico a cominciare dalla Scuola Romana”.
Infatti nel ’32 Cagli, Capogrossi e Cavalli fondano il Gruppo dei Nuovi Pittori Romani che, nell’anno successivo, il critico francese Waldemar George ribattezzò École de Rome. Due le direttive estetiche del gruppo: Il tonalismo, cioè la definizione dei volumi spaziali mediante progressive modulazioni cromatiche, e il primordio, ossia il recupero dell’antico trasfigurato nell’attualità (c’era l’influenza dello Zeitgeist ma c’era anche la lezione “magica” di Massimo Bontempelli, zio del pittore).

Corrado Cagli, I vasi, 1934, olio su tavola, 55x85 cm. Collezione Jacorossi, Roma

Corrado Cagli, I vasi, 1934, olio su tavola, 55×85 cm. Collezione Jacorossi, Roma

PAROLA A BRIGUGLIO

Nel quadro I neofiti ad esempio, ci fa notare Briguglio, ritroviamo il Battesimo di Cristo di Piero della Francesca. Cagli può essere considerato un pioniere del muralismo?, chiediamo. “Anticipando Sironi, Cagli pubblica nel ’33 sulla rivista ‘Quadrante’ il testo ‘Muri ai pittori’. Quanto si fa in pittura oggi al di fuori della aspirazione murale è fatica minore e storicamente vana, scriveva. Ricordiamo a questo proposito il murale del ’35, titolato ‘La corsa del Berberi’, al Castel De’ Cesari all’Aventino (oggi sede dell’Accademia Nazionale di Danza). Nel ’38, l’anno delle leggi razziali, Cagli, ebreo, lasciava l’Italia per ritornarvi nell’immediato dopoguerra. Andò a Losanna, quindi a Parigi e infine a New York (si arruolerà nell’esercito americano e parteciperà alla campagna d’Europa).
In America Cagli comincia a interessarsi alla matematica” – prosegue il nostro illustre cicerone – “approfondisce la geometria non euclidea e si dedica allo studio della quarta dimensione, intesa come l’inserimento della variabile temporale all’interno del riferimento spaziale tridimensionale. Sono qui esposte diverse opere ispirate alla quarta dimensione”. Osserviamo che, percorrendo la mostra, è difficile inquadrare lo stile di Cagli. “Era un artista libero, non si sentiva vincolato a un genere, mutava spesso tecnica e stile: questa, in effetti, potrebbe sembrare una mostra collettiva”.

Luigi Capano

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Luigi Capano

Luigi Capano

Di professione ingegnere elettronico, si dedica da diversi anni all’organizzazione di eventi culturali sia presso Gallerie private che in spazi istituzionali. Suoi articoli d’arte sono apparsi su periodici informatici e cartacei: Rivista dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma, Expreso…

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