La Collezione Peggy Guggenheim di Venezia celebra la sua padrona di casa a quarant’anni dalla morte. Facendo spazio a una mostra che ne ripercorre carriera e passioni collezionistiche.

Scegliere Venezia come dimora è una presa di posizione netta, implacabile, oggi come ieri. Città dagli equilibri precari, eppure incastonati nel flusso della storia come le bricole nei fondali che la sostengono, Venezia attrae e sottrae, ipnotizza, accoglie e respinge, impigliandosi nello sguardo e annullando qualsiasi altra possibilità. Scegliere Venezia come sfondo della propria vita implica fermezza e audacia, ma anche una inevitabile accettazione del rischio che si corre a piantare i passi in un ecosistema fragile e bellissimo. Doti che di certo non mancavano a Peggy Guggenheim (New York, 1898 – Camposampiero, 1979), “l’ultima dogaressa” oggi celebrata dalla istituzione lagunare a lei intitolata. La mecenate, che non aveva avuto timore di osare quando decise di aprire a New York un luogo rivoluzionario come Art of This Century, nel 1949 scelse Venezia senza alcuna esitazione, acquistando Palazzo Venier dei Leoni e trasformandolo non solo nella sua abitazione, ma anche nella “custodia” ideale di una raccolta destinata a cambiare per sempre il volto del collezionismo al di là e al di qua dell’oceano.

Peggy Guggenheim. L’ultima Dogaressa. Exhibition view at Peggy Guggenheim Collection, Venezia 2019 © Peggy Guggenheim Collection. Photo Matteo De Fina
Peggy Guggenheim. L’ultima Dogaressa. Exhibition view at Peggy Guggenheim Collection, Venezia 2019 © Peggy Guggenheim Collection. Photo Matteo De Fina

LA MOSTRA

La mostra ospitata dal medesimo edificio riavvolge il filo di una storia ormai nota, a quarant’anni di distanza dalla morte di Peggy Guggenheim. Una rassegna che, scevra di guizzi concettuali e allestitivi, va dritta al cuore di una vicenda al contempo intima e pubblica, illuminandone i passaggi chiave. Ci si addentra, una sala dopo l’altra, nelle decisioni prese non da una semplice mecenate ma da una personalità acuta, in grado di comprendere le esigenze degli artisti e di supportarne la poetica. E sono proprio gli artisti a rischiarare il cammino, stabilendo dei punti fermi in un percorso trentennale, che dal 1948 – anno della fatidica Biennale in cui la raccolta Guggenheim si presentò al pubblico fra le mura del padiglione greco – raggiunge gli Anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, includendo geografie dai confini particolarmente ampi.

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Peggy Guggenheim. L’ultima Dogaressa. Exhibition view at Peggy Guggenheim Collection, Venezia 2019 © Peggy Guggenheim Collection. Photo Matteo De Fina
Peggy Guggenheim. L’ultima Dogaressa. Exhibition view at Peggy Guggenheim Collection, Venezia 2019 © Peggy Guggenheim Collection. Photo Matteo De Fina

GLI ARTISTI

Se Jackson Pollock, con la sua parabola tesa verso l’astrazione, occupa un ruolo chiave nel mecenatismo illuminato di Peggy Guggenheim, sintetizzando l’urgenza sperimentatale in terra americana, Tancredi Parmeggiani, Edmondo Bacci ed Emilio Vedova aprono una finestra sul panorama italiano, mentre Graham Sutherland, Francis Bacon – autore del pezzo da novanta fra quelli esposti, lo Studio per scimpanzé ‒ e Reg Butler offrono uno spaccato della scena britannica. Non manca un colpo d’occhio sulla scultura – grande protagonista della prima mostra veneziana inaugurata dalla Guggenheim nel suo giardino, dimostrando uno spiccato interesse verso il linguaggio plastico – esemplari, in questo senso, gli interventi di Jean Arp, Constantin Brâncuși e Alberto Giacometti e sull’arte cinetica e optical, ben testimoniata da Alberto Biasi, Heinz Mack, Franco Costalonga e Marina Apollonio. L’ultima sala guarda alle soluzioni adottate dal Gruppo CoBrA e René Brô, chiudendo il cerchio su un trentennio irripetibile e sulla storia di una mecenate desiderosa di dare un nuovo valore al proprio ruolo.

Arianna Testino

Evento correlato
Nome eventoPeggy Guggenheim. L'ultima Dogaressa
Vernissage19/09/2019 ore 12 su invito
Duratadal 19/09/2019 al 27/01/2020
CuratoriGražina Subelytė, Karole P. B. Vail
Generearte contemporanea
Spazio espositivoCOLLEZIONE PEGGY GUGGENHEIM
IndirizzoDorsoduro 701 I-30123 - Venezia - Veneto
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Arianna Testino
Nata a Genova nel 1983, Arianna Testino si è formata tra Bologna e Venezia, laureandosi al DAMS in Storia dell’arte medievale-moderna e specializzandosi allo IUAV in Progettazione e produzione delle arti visive. Dal 2015 lavora nella redazione di Artribune. Attualmente dirige l’inserto cartaceo Grandi Mostre ed è content manager per il sito di Sky Arte, curato da Artribune. Nel 2012 ha pubblicato il saggio "Michelangelo Pistoletto. L'unione di vita, parole e opera" e nel 2016 "Un regard sur l’art contemporain italien du XXIe siècle" (con Marco Enrico Giacomelli).