Oltre la soglia. Arte e magia a Rovigo

La mostra allestita a Palazzo Roverella guida il pubblico nel cuore esoterico dell’Europa fin de siècle. Fra le contraddizioni più recondite e magiche dell’animo umano.

In una società condannata a credere nell’illusione positivista del progresso, il timore di poeti, artisti e filosofi è che Orfeo abbandoni la lira e lasci il mondo orfano dell’arte: invocano l’avvento della parola che racconti l’inesprimibile, della forma che renda l’invisibile. Tra il 1880 e il 1925 l’interesse per l’esoterismo e le dottrine ermetiche avvolse l’Europa con il suo manto, nero come un segreto alchemico. Queste suggestioni, diffuse dalla letteratura “maledetta” di Schuré e Huysmans, schiusero le porte dell’ignoto liberando le facoltà creatrici degli artisti: circoli iniziatici, come la Rosacroce del mistico Péladan, accolsero i simbolisti, fino a sedurre anche le Avanguardie futuriste e astrattiste. Così troviamo Kandinskij, rapito dalle teorie dell’antroposofo Steiner; Kupka, che esercitò l’attività di medium; Mondrian, membro della Società Teosofica; Itten, che lasciò il Bauhaus per inseguire il credo zoroastriano; Klee, nudista e vegetariano nella comunità utopica Monte Verità. Arte e Magia è un caleidoscopio di temi dalla forte coerenza interna: indaga l’alchimia spirituale e artistica raggiunta da un’epoca travagliata, che gettò nel fuoco religioni e superstizione, Oriente e Occidente, la “controcultura” spiritualista e la razionalità della scienza nascente, e nelle ceneri cercò il suo senso.

Odilon Redon, La prière, visage, fleurs, 1893 circa, Musée d’Orsay Parigi

Odilon Redon, La prière, visage, fleurs, 1893 circa, Musée d’Orsay Parigi

AL DI LÀ DEL MALE

Il dito davanti alla bocca invita la ragione a tacere per ascoltare l’inconscio. Sotto i cappucci in processione verso l’abisso si cela un segreto per pochi eletti in grado di leggere oltre l’inganno dell’evidenza. Gli artisti-sacerdoti riaccendono il sacro fuoco nel Tempio dell’arte, alla quale sacrificano le proprie vite sui suoi faraonici altari.
La notte non è solo il tempo del sogno che fiorisce negli occhi chiusi di Redon: gli invitati al banchetto delle tenebre salgono sulla terra a ricordare che l’inferno è qui. Si animano i boschi, attraversati dalle lingue di fuoco di congreghe sataniche, infiammati dai supremi vizi dei sabba. La natura è un tempio di ombre sinistre: lampeggiano gli occhi infernali di lupi e gufi nell’ora della strega, il sorriso beffardo di chi sta per essere rapito nell’estasi dell’incontro con il proibito. È Circe lussuriosa ai limiti del fantasy, è la menade che danza al ritmo del tamburello di Falero, sul quale La Sorcière si aggrappa a un delirio lucidissimo: fino alla fusione di piacere e morte nelle illustrazioni di Rops, che raggiunge il culmine della perversione, “l’al di là del Male”.

Frantisek Kupka, Idolo nero, 1903, Praga, Patrik Simon’s Collection

Frantisek Kupka, Idolo nero, 1903, Praga, Patrik Simon’s Collection

SPIRITISMO E AURE: IL PROBLEMA DEI CONTORNI

Anime erranti sorprendono il passante al cancello del cimitero; il ritratto di un’attrice di teatro si smaterializza nei veli del suo fantasma; spiriti sonnambuli sono richiamati da sedute spiritiche su un tavolo intarsiato di mani bramose d’occulto. La Teosofia di Madame Blavatsky rischiara le tenebre nel passaggio dall’estetica simbolista al modernismo: l’universo di Kandinskij si spoglia delle apparenze per essere pura “razionalità mistica”, le sue geometrie levitano come note in uno spazio non fisico, i colori sono sentimenti.
Le onde e i raggi delle aure emessi dal corpo possono essere colti solo da artisti chiaroveggenti: nel trionfo dell’“indefinizione della forma”, l’essenza di fremiti umani è immortalata dalla corrente più animistica del Futurismo. Così nascono gli scatti dell’invisibile nelle fotodinamiche di Bragaglia, la pittura supersensibile di Ginna, gli stati d’animo di Boccioni e le forme-pensiero di Balla.
Ma non è ancora tempo per capire: lungo il viale stellato di Kupka, il viandante è relegato per sempre sulla soglia del mistero, destinato a interrogare una Sfinge che non risponderà mai.

Serena Tacchini

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Serena Tacchini

Serena Tacchini

Serena Tacchini è laureata in Lettere moderne presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, con una tesi in letteratura italiana sul colorismo poetico del padre dell’ermetismo, Camillo Sbarbaro. Attualmente si sta specializzando in Archeologia e Storia dell’arte presso lo…

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