Ogni collezione racconta uno o più tratti della personalità del suo proprietario, e scoprirne i singoli pezzi è un modo per avvicinarsi alla personalità in questione. Paola Masino (Pisa, 1908 – Roma, 1989) è stata tra le figure più intellettualmente raffinate e appartate della cultura italiana del Novecento, legata a Bontempelli da una relazione che a suo tempo fece non poco scandalo, e caratterizzata da una fierezza enigmatica. Così enigmatica che, in una lettera, Graziana Pentich la definì “misteriosa maga, Sibilla, divinatrice delle vie insondabili, devota a Proserpina”. E tale doveva apparire anche al grande pubblico dell’Italia fascista, all’epoca in cui i suoi scritti furono spesso censurati.

IL GIOCO DELL’ARTE
Circa duecento le carte da gioco (Tarocchi, francesi e napoletane) della collezione, ognuna delle quali realizzata, su richiesta, da un artista amico: da Carla Accardi a Burri a Consagra, da Primo Conti a Carrà, da Campigli a Capogrossi a Cagli, da Fautrier a Cocteau, da Carlo Levi a Guttuso, da Prampolini a Fausto Pirandello e Graziana Pentich, sono numerosi gli artisti che hanno contribuito alla nascita, dagli Anni Quaranta agli Anni Ottanta, di questo inusuale e caleidoscopico racconto dell’arte contemporanea italiana. Esempi di certosina perizia coniugata a intelligente arguzia, queste carte da gioco raccontano con ironia e disincanto gli istinti e le passioni del genere umano, assumendo un carattere allegorico. Attraverso le “commissioni” delle carte da gioco, documentate dalle lettere inviate ai singoli artisti, è possibile conoscere la vastità delle relazioni che la Masino aveva nel mondo dell’arte, da lei assiduamente frequentato; le lettere di risposta sono esse stesse piccole opere di letteratura artistica.

UNA SCRITTRICE D’AVANGUARDIA
Donna dal fascino enigmatico (come enigmatici sono i giochi con i Tarocchi), Paola Masino fu anche una scrittrice che precorse i tempi, affrontando, con tratto surreale e vagamente cupo, la condizione della donna nella società moderna, in particolare in Nascita e morte della massaia (1945). Pagine che riflettono le sfumature della Masino descritte da Maria Rosa Cutrufelli: una donna “insofferente d’ogni costrizione, fiera dissacratrice di convenzioni e nemica d’ogni ipocrita perbenismo”.
A impreziosire la mostra, una serie di ritratti della scrittrice, sinora mai esposti al pubblico ed eseguiti da pittori come Funi, de Pisis e Salietti, ognuno dei quali è un omaggio a una donna dall’intelligente bellezza.
– Niccolò Lucarelli