Nell’ex zoo di Torino spuntano gli animali esistenzialisti e tecnologici di Basim Magdy
Struzzi, antilopi, pavoni, delfini, e coccodrilli sono solo alcuni degli animali protagonisti di “New Acid”, il cortometraggio del 2019 dell’artista Basim Magdy. In occasione della settimana dell’arte, il video è ora visibile all’interno dell’Ex Giardino Zoologico del Parco Michelotti di Torino
Tra i numerosi eventi che fino a domenica 2 novembre 2025 si susseguono durante l’Art Week di Torino vi è anche un progetto piuttosto particolare. Stiamo parlando della proiezione speciale di New Acid, l’opera video prodotta nel 2019 dall’artista egiziano Basim Magdy (Asyut, 1977) che, per l’occasione, si avvale di una location particolarmente azzeccata.

La mostra di Basim Magdy a Torino
Presentato da Artissima, in collaborazione con la Città di Torino e con la galleria praghese Hunt Kastner, il cortometraggio di Magdy illuminerà l’Ex Giardino Zoologico – Parco Michelotti per tutti i giorni della settimana dell’arte. Spettro dello storico e discusso zoo che dal 1955 fino al 1987 è stato al centro di polemiche e proteste, l’ex giardino zoologico di Torino è ora una sorta di simbolo monolitico al rispetto e alla salvaguardia degli animali: un valore accentuato ancora di più dai temi presenti nel film ospitato al suo interno. Inoltre, nell’ottica di valorizzare l’area del Parco Michelotti, il C2C Festival curerà, per il secondo anno consecutivo, una specifica selezione musicale che esorta i visitatori a perdersi in una camminata imprevedibile all’interno degli spazi dell’ex giardino.
Di cosa parla “New Acid” di Basim Magdy
Girato in 16mm, e caratterizzato da atmosfere psichedeliche, il video si snoda all’interno di uno zoo dove diversi animali dialogano tra loro in una delirante chat di gruppo. Accompagnate da un commento sonoro ipnotico e onirico, le conversazioni si alternano fra prese in giro delle diverse specie e domande dal sapore squisitamente esistenziale. Alcuni esempi? “Voglio esistere nei sogni di qualcun altro. Voglio avere un corpo diverso in quella dimensione” afferma un ippopotamo, “Nessuno ricorda come ci si sente a svegliarsi dopo un sogno. Non c’è alcuna garanzia che esistiamo davvero. Potremmo essere tutti dei robot”, aggiunge un pavone. “Siamo tutti intrappolati in un reality show”, conclude una giraffa “hanno costruito un muro riflettente che dalle nuvole scende fino a giù”.
La metafora zoologica di “New Acid”
L’assurdità dello scambio di messaggi tra gorilla, suricati o delfini, contribuisce alla creazione di uno spaesamento collettivo che tesse un immaginario filo diretto tra la vita degli animali rinchiusi in gabbia e la nostra condizione da esseri umani sempre più schiavizzati da algoritmi e invadenti innovazioni tecnologiche.
Valerio Veneruso
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