L’arte come specchio del nostro tempo, capace di restituirne le tensioni culturali e le criticità 

Come dimostra Kara Walker, che ha creato delle opere a partire da un atto di cancel colture, l’arte più di ogni altra forma di espressione umana è in grado di rappresentare e anticipare tensioni e problematiche culturali, per questo va promossa e incentivata

Nella mostra Monuments, Kara Walker (USA, 1969), artista celebre per la sua capacità di creare opere ad alto impatto visivo, esporrà una delle statue rimosse nel novero delle proteste del movimento Black Lives Matter, e che l’artista ha trasformato in un mostro senza testa, sviluppando un’azione che non bisogna aver timore di definire violenta. 

Qualunque sia la posizione che ciascuno di noi nutre sui diritti civili e politici, e fermo restando che l’espressione artistica può attingere, per “statuto” a qualunque tipologia di linguaggio. Si tratta di un’opera che nasce dalla rimozione di un monumento pubblico, acquistato da un privato e, successivamente affidato a un’artista, che ha deciso di smembrarlo e ricostruirlo lasciando emergere dalla materia un individuo diabolico e non più un essere umano. 

L’arte capace di restituire anche il clima di crescente violenza  

Un’opera che racconta e forse recepisce e restituisce, un clima di crescente violenza che diviene sempre più palpabile all’interno del mondo occidentale. Lasciando ai critici e agli esperti l’analisi più approfondita dell’opera. La sola lettura superficiale dell’intera operazione lascia emergere una dimensione culturale di cui bisogna tenere conto. 

Con la rielezione di Trump, infatti, aspetti che già durante il primo mandato avevano mostrato elevati livelli di criticità si sono ulteriormente inaspriti. Su questo tema, l’attuale presidente degli Stati Uniti ha adottato una narrazione, conservatrice, connotata da stereotipi nazionalistici, dal tono spesso populista, propri di un’ormai obsoleta e ben riconoscibile narrazione dicotomica, in cui la categoria degli “altri” viene utilizzata come elemento unificatore e perimetro identitario per il “noi”. 

Le posizioni forti e conservatrici di Trump negli USA 

Il richiamo ai cosiddetti valori tradizionali ha spinto dunque Trump ad assumere una serie di scelte controverse, in primo luogo schierandosi apertamente contro la cosiddetta cancel culture, adottando posizioni dalle tinte forti durante la campagna elettorale e poi prendendo provvedimenti a supporto delle posizioni dichiarate. 

Emblematiche sono in questo senso le azioni adottate nei riguardi dei programmi federali di Diversity, Equity and Inclusion, dichiarati “una perdita immorale di risorse”; additati come azioni imposte dalle precedenti presidenze non coerenti con un mandato federale che dovrebbe aumentare le tasse dei cittadini solo per rendere più forte l’America. 

Trump contro l’arte che promuove una visione alternativa 

Altrettanto chiara è la rotta che il Presidente degli USA ha adottato nei riguardi delle espressioni culturali e artistiche promotrici di una narrazione differente dalla visione politica ufficiale. In questo caso, è di rilievo l’ordine esecutivo 14253 con cui la Casa Bianca, nella firma del Presidente, accusa lo Smithsonian di aver adottato una visione divisiva e incentrata sulla razza, riconoscendo in tale visione un declino dell’istituto e prevedendo azioni volte a scongiurare tale declino e “salvare” lo Smithsonian. Un salvataggio che, nelle parole di Trump, richiede che vengano eliminate le ideologie improprie, e prevedendo una connessione tra le azioni dello Smithsonian e i finanziamenti pubblici. 

Si tratta soltanto di alcuni esempi di un contrasto culturale che diviene sempre più acceso, e che permette di intercettare una crescente acredine sociale all’interno degli Stati Uniti. 

L’opera di Kara Walker, un lavoro che nasce da un’azione di cancel culture 

Ed è in questo contesto che si inscrive l’opera di Walker: un’opera che trae origine da un’azione di cancel culture, e che riscrive la materia con cui è stata elaborata per promuovere una visione completamente opposta non solo agli aspetti commemorativi del generale sudista Thomas Jonathan ma anche alla visione d’America che il Presidente Trump intende promuovere e affermare. 

Si tratta di una condizione che non riguarda, chiaramente, la sola espressione artistica, e sono molteplici gli osservatori statunitensi che stanno puntando i riflettori sulla divisione sociale e su una nuova affermazione di violenza politica. 

Rachel Kleinfield, studiosa americana di relazioni internazionali e governance, nel suo articolo The Rise of Political Violence in the United States del 2021, anticipava un clima di crescente violenza, sia nell’ala di estrema destra, o sinistra, ma anche tra le persone non estremiste, sottolineando la possibilità che negli Stati Uniti si potessero verificare episodi di terrorismo stocastico, e vale a dire episodi in cui una persona, in presenza di specifiche condizioni, possa agire violentemente. 

L’arte come espressione anticipatrice delle tensioni sociali 

L’Italia ha sempre mostrato una grande sensibilità alle correnti sociali e alle influenze culturali statunitensi; e, per quanto la società italiana e quella americana presentino importanti differenze, l’ascesa di un linguaggio culturale violento, da parte delle Istituzioni e dei contestatori, può avere delle conseguenze anche nel nostro Paese. Così, dato che gli artisti hanno la capacità di restituire delle tensioni culturali ancora inespresse, è importante guardare con attenzione alle opere che vengono prodotte, perché potrebbe permetterci di comprendere quando nell’aria c’è una tensione sociale che merita l’attenzione di tutti. Motivo in più per rendere sempre più dinamica la produzione artistica contemporanea in grado di raccontare al meglio il presente. 

Stefano Monti  
 
Libri consigliati:  

(Grazie all’affiliazione Amazon riconosce una piccola percentuale ad Artribune sui vostri acquisti)    

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Stefano Monti

Stefano Monti

Stefano Monti, partner Monti&Taft, è attivo in Italia e all’estero nelle attività di management, advisoring, sviluppo e posizionamento strategico, creazione di business model, consulenza economica e finanziaria, analisi di impatti economici e creazione di network di investimento. Da più di…

Scopri di più