A Roma la mostra dei borsisti all’Accademia di Spagna è l’inizio di un nuovo ciclo
Oltre 150 anni e non sentirli. “Processi 152”, la mostra di fine anno alla Real Academia de España conferma la vitalità di questa istituzione, fautrice di progetti che sviluppano un forte senso di comunità tra gli artisti e creano interessanti rapporti con la città

Storia, attualità, politica, ecologia, religione, architettura. Sono molteplici le tematiche che si intrecciano in Processi 152, mostra che alla Real Academia de España a Roma, presenta i progetti sviluppati dai borsisti, in rapporto alla città, durante l’anno accademico appena trascorso.
La mostra “Processi 152” alla Real Accademia di Spagna
L’esposizione, costruita sulla base dell’incontro e del confronto con le curatrici, Anna Cestelli Guidi e Caterina Borelli, si snoda negli spazi dell’Accademia – sia pubblici che non, come la biblioteca – e, proiettandosi verso l’esterno, crea un vero proprio dialogo con Roma e le sue molteplici stratificazioni culturali, storiche e architettoniche.
Eterogeneità e multidisciplinarità le parole chiave all’Accademia di Spagna
Eterogeneità e multidisciplinarità sono le parole chiave per comprendere questo progetto che, come indica il titolo, Processi 152, mette in luce la modalità di lavoro processuale, condivisa dagli artisti; elemento che li unisce al di là delle diverse modalità espressive. Come evidenziano le curatrici, anche se: “ogni progetto riflette uno sguardo unico e un linguaggio singolare, tutti sono attraversati da una specifica attenzione allo spazio: visivo, sociale, architettonico, culturale e temporale”. Un interesse che si traduce nella pressoché totale assenza della pittura, con la maggior parte delle opere, tra proiezioni (video, super8 e 16 mm), installazioni, sculture, lavori sonori e performativi, che si sottraggono alla bidimensionalità tradizionale per invadere lo spazio, articolandosi anche in ambienti immersivi.








La mostra all’Accademia di Spagna nelle parole di parole di Anna Cestelli Guidi
Come ha osservato Anna Cestelli Guidi: “In linea con il carattere aperto e inclusivo dell’Accademia Spagnola, il cui bando è rivolto ad artisti e autori senza limiti di età o perimetri di ricerca, Processi 152 si distingue sostanzialmente per tre elementi: la multidisciplinarità; la grande presenza di autori impegnati nel linguaggio video e cinematografico – non a caso la mia collega curatrice, Caterina Borelli, è una film maker – e il dialogo, che si sviluppa secondo due direttrici. All’interno dell’Istituzione, come movimento tra gli artisti coinvolti che, a prescindere da generazione, ambito di ricerca e background, si sostengono reciprocamente; e dall’interno verso l’esterno, come un’attenzione condivisa su Roma, la sua storia e il suo territorio, di cui ciascuno ha colto e analizzato determinati aspetti, secondo le proprie personali peculiarità. A ben vedere” ha continuato, “direi che l’interazione è l’autentico fil rouge dell’esposizione, trasformando quello che avrebbe dovuto essere una sorta di commiato dal periodo trascorso a Roma in un nuovo inizio. Da qui deriva direttamente l’idea dell’esposizione non come momento chiuso, ma come Processo, un’elaborazione in progress destinata a proseguire in Spagna, sulla base delle relazioni sviluppate lungo quest’anno di ricerca, studio e lavoro”.

Il senso di comunità che si respira all’Accademia di Spagna a Roma
Quello che emerge all’Accademia di Spagna è quindi un forte senso della comunità che ha generato una serie di corollari virtuosi, tra cui, in primis quello di bilanciare l’eterogeneità dei progetti presentati, conferendo all’intera mostra una dimensione corale e partecipata; nella misura in cui, come ha sottolineato la Cestelli Guidi: “i singoli lavori, nella loro diversità, sono sempre il prodotto di collaborazioni che, per quanto nate nell’ambito della residenza, a mio parere sopravviveranno ben oltre i confini della stessa”. Infatti, sebbene l’esposizione giunga al termine di un ciclo, lungi dal porsi come conclusione, si può leggere come un nuovo inizio proiettato verso sviluppi futuri, a partire dal percorso che già la attende in Spagna. Dimostrando quindi una vitalità che rispecchia a pieno quella dell’Accademia Spagnola che, come ci ricorda il titolo, quest’anno giunge felicemente al 152° anno di fiorente attività.
Ludovica Palmieri
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