Si siede su un’opera d’arte e la spacca. A Palazzo Maffei i filmati delle telecamere diventano virali
Ha l’aria di una scenetta comica, interpretata da una coppia di imbranati visitatori. Ma è un fatto reale, consumatosi tra le sale di Palazzo Maffei. Danneggiata una scultura, parte la campagna di sensibilizzazione. E i filmati delle telecamere arrivano ovunque

Sulle prime il pensiero va al mitico Vacanze Intelligenti, diretto e interpretato nel 1978 da Alberto Sordi: la stralunata gita alla Biennale di Venezia di una coppia di mezza età, del tutto a digiuno d’arte, regalava alla storia del cinema italiano una sequenza di siparietti comici, satira leggera e spassosa sull’inaccessibilità degli stravaganti linguaggi dell’arte contemporanea. In una scena divenuta iconica l’esausta visitatrice si godeva una pausa su una sediolina – in realtà parte di un’installazione artistica – quindi s’addormentava, venendo a sua volta scambiata per una scultura iperrealista da un gruppo di colti visitatori. Indimenticabile. E nonostante la stazza della signora Augusta, interpretata da una perfetta Anna Longhi, la sedia resse e rimase perfettamente integra.

L’incidente con l’opera di Nicola Bolla a Palazzo Maffei
Non è stata altrettanto fortunata l’imbranata coppia in visita nel seicentesco Palazzo Maffei, a Verona, intenta ad ammirare la vastissima ed eclettica Collezione Carlon, custodita all’interno del Museo e curata da Gabriella Belli. E in realtà, se nella finzione del cinema si trattò di ingenuità, qui è stato dolo bello e buono. Una coppia matura, anche in questo caso. Un teatrino grottesco. E di nuovo una seduta come protagonista, riconosciuta stavolta come opera ma ugualmente utilizzata per accomodarsi. A favore di telefonino: attesa l’uscita del personale di sala, così da farla franca, la moglie scatta una foto al partner, posizionandosi sulla sedia Van Gogh dell’artista Nicola Bolla, tempestata di centinaia di cristalli Swarovski; i piedi però non reggono e la scultura si spacca, facendo sbilanciare il fantozziano visitatore. L’effetto è tragicomico e il danno ingente, vista anche la preziosità del materiale.
La campagna social di Palazzo Maffei a Verona
Fin qui la cronaca di una sfortunata giornata al museo, in cui si sommano goffaggine e mancanza di riguardo per le opere (non di rado soggette all’interazione del pubblico, soprattutto se ispirate a oggetti d’uso comune). Poi c’è la reazione dell’istituzione veronese, che una volta risanata la scultura, decide di dare risalto mediatico alla vicenda per farne monito collettivo. Ed ecco l’efficace campagna social: un modo per sensibilizzare frequentatori di mostre e collezioni in tema di rispetto delle opere d’arte. Quale strumento comunicativo migliore delle immagini del fattaccio? L’imbarazzante scenetta era stata integralmente ripresa dalle telecamere di videosorveglianza e i filmati sono così divenuti contenuto per un post subito virale: migliaia di utenti hanno potuto “godersi” il triste spettacolo, verificando l’intera dinamica, inclusa la fuga dei due, usciti dalla sala dopo l’incidente per non incorrere in un guaio.

Le parole della direttrice di Palazzo Maffei Vanessa Carlon
I volti sono stati schermati dai pixel, per ovvie ragioni di privacy, ma l’azione è disponibile sul profilo Instagram di Palazzo Maffei, con tanto di musica da thriller in sottofondo, giusto per aumentare la drammaticità della situazione. Il montaggio procede poi con immagini delle operazioni di restauro e con un intervento della direttrice, Vanessa Carlon, che esordisce così: “Quello che avete appena visto sarebbe ridicolo, se non fosse accaduto realmente. L’incubo di ogni Museo”. Quindi, tra ringraziamenti ai restauratori e alle forze dell’ordine, l’invito ai frequentatori dei musei: “Abbiate cura dell’arte, perché l’arte va ammirata e rispettata”.
Helga Marsala
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